"Il Sole 24 Ore" 1 agosto 2003

"+0,1%, scusate se è poco"

di Giorgio La Malfa

Chi avesse avuto in animo di accusare la Banca Centrale Europea di insensibilità verso i problemi della crescita economica e di inerzia sul terreno della politica monetaria dovrà ora ricredersi leggendo il Bollettino di luglio della Banca e fare ammenda per i suoi cattivi pensieri.

Infatti, l'editoriale con cui si apre il Bollettino contiene questa nitida diagnosi sullo stato di salute dell'area dell'euro: "Nel contesto dell'analisi economica, i dati e le informazioni più recenti continuano a suggerire che l'espansione economica dell'area dell'euro sia rimasta contenuta nel secondo semestre di quest'anno, dopo essersi collocata allo 0,1 per cento sul periodo precedente nel primo trimestre. Gli indicatori disponibili denotano sostanzialmente lo stabilizzarsi dell'attività economica" (pag.5). Certo, che si definisca ‘contenuta' una crescita dello 0,1 per cento e soprattutto che non si dica chiaramente che nell'area dell'euro ciò che rischia di stabilizzarsi è la stagnazione, è un po' sorprendente. Ma forse non si deve pretendere da un'istituzione collocata nell'empireo monetario che essa si immischi troppo nell'agone della economia reale.

Comunque, la BCE non è stata inerte in questa situazione. Il Bollettino non dice, come pure la Banca avrebbe detto qualche anno fa, che la crescita non è affar suo e che essa ha solo il compito di tenere a freno l'inflazione. Oggi la Banca rivendica il contributo che la sua politica ha dato alla economia reale dell'area dell'euro. In questi termini: "Il Consiglio direttivo ha rilevato che i tassi dell'interesse nell'area dell'euro si collocano su livelli storicamente bassi…e ciò sostiene l'attività economica e contribuisce a mettere al ripario dai rischi verso il basso per la crescita"(pag.5).

Ma non è ancora tutto. La Banca delinea chiaramente ed efficacemente il contributo dato dalla politica monetaria: "Tenendo conto del fatto che le aspettative di inflazione nel medio termine sono saldamente ancorate su livelli coerenti con la stabilità dei prezzi e che i tassi di interesse risultano storicamente bassi, la politica monetaria ha reso un contributo significativo al miglioramento dei presupposti per un recupero della crescita economica" (pag.6). E' ammirevole la delicatezza di questa frase, anzi il vero e proprio riserbo che da essa traspare: la BCE è troppo modesta per rivendicare per sé di avere condotto una politica monetaria capace di riportare l'area dell'euro alla crescita economica. Essa ha contribuito (1) al miglioramento (2) dei presupposti (3) del recupero (4) della crescita economica. E scusate se è poco – avrebbe detto qualcuno. Come si fa ad accusare di inerzia un'istituzione così dinamica? Il futuro dell'area dell'euro è senz'altro assicurato.