Regione/Il capogruppo Enzo Pisano, presidente della Commissione antimafia, sostiene che la sostituzione di Misiti non basta

Pri, la Giunta va rigenerata

"Solo cambiando gli assessori inefficienti si potrà concludere bene la legislatura"

REGGIO CALABRIA – "Qualcosa bisogna fare perché oggi la situazione politica regionale è in uno stato confusionale evidente. Per invertire questa tendenza occorre un forte rilancio dell'azione di governo e ciò può avvenire solo con il cambio di alcuni assessori, ponendo come obiettivo principale le esigenze della Calabria. La sostituzione di Misiti non basta, è solo un atto di regolamenti di conti all'interno della Giunta. Vanno cambiati altri assessori che sembrano intoccabili ma che hanno dimostrato incapacità soprattutto nella gestione dei fondi comunitari". Dopo l'approvazione dello Statuto e subito dopo la riunione congiunta di Santa Trada delle direzioni republicane della Calabria e della Sicilia sull'Area integrata dello Stretto, Enzo Pisano, consigliere regionale transitato dal Nuovo Psi al Pri, presidente della Commissione antimafia, non ha dubbi: serve una scossa all'interno della maggioranza perché i rapporti tra Giunta e Consiglio a suo giudizio rappresentano "il tasto dolente". E precisa: "Esprimo il pensiero dell'intero Pri. Noi chiediamo una verifica vera. Serve una rigenerazione di questa Giunta. Solo così si può concludere bene la legislatura".

Come mai questa situazione di continuo "dualismo"? Eppure ci sono stati di recente segnali positivi. Un passaggio importante, per esempio, è l'approvazione dello Statuto.

"Guardi che lo scollamento è evidente. Esiste addirittura il pericolo che passi in secondo piano ciò che di buono si è fatto da una parte e dall'altra. Le difficoltà nei rapporti sono da ascrivere, a mio giudizio, ad alcuni assessori e allo stesso presidente della Giunta. La causa è sicuramente l'alto rapporto di assessori esterni, che mai conciliano il rapporto con chi, eletto dai cittadini, rappresenta le loro istanze. Comunque questo rapporto non credo sia irrimediabilmente perso, basta porre alla base di tutte le scelte e le programmazioni l'interesse della collettività".

In pratica quali sono le reali esigenze dei calabresi che costituiscono la priorità di questa fine legislatura.

"La sanità con la creazione di servizi di qualità e strutture funzionali; il lavoro con interventi infrastrutturali atti a migliorare il traffico delle merci, il potenziamento di porti, aeroporti, l'ammordernamento e l'ampliamento del sistema viario; l'ambiente, che va gestito in un'ottica moderna, per creare le condizioni di sviluppo e occupazione nei settori del turismo, della tutela ambientale, della salvaguardia della coste. Su questo argomento il problema principale è uno: il superamento della gestione commissariale dei rifiuti".

Torniamo ai difficili rapporti tra Giunta e Consiglio. Forse le colpe non sono tutte degli uomini (lei faceva riferimento ad alcuni assessori e allo stesso governatore), ma molte difficoltà potrebbero derivare anche dall'attuale sistema voluto dalla legge 1 del 1999. Su questo punto si è dichiarato in parte il presidente Fedele. Infatti il problema è generale, non riguarda la sola Calabria. La situazione dovrebbe cambiare con l'entrata in vigore del nuovo Statuto.

"Spero proprio di sì. La conferma dello Statuto, con gli elementi innovativi introdotti, ha avviato una fase riformatrice che deve trovare la sua piena applicazione attraverso una legge elettorale pienamente proporzionale che esalti la partecipazione popolare, le rappresentatività democratiche e il pluralismo politico".

La criminalità organizzata è la "madre" di tutte le piaghe della Calabria. Da diversi mesi lei è il presidente della Commissione antimafia del consiglio regionale. Come si sta muovendo la Commissione e che segnali si possono dare?

"Scopro l'acqua calda quando dico che il fenomeno criminale è di particolare gravità. Pertanto è assolutamente necessaria un'azione straordinaria, decisa e forte, coordinata e sinergica tra tutte le articolazioni dello Stato nel rispetto delle regole democratiche e dello stato di diritto. Il mio impegno è volto soprattutto a ricercare la partecipazione attiva dei cittadini nell'azione di contrasto alla criminalità. Ciò vuol dire affermare la forza della democrazia, coinvolgendo le istituzioni pubbliche e private ad ogni livello".

Quali sono le iniziative più efficaci?

"Impedire che si perpetuino esempi di cattiva gestione delle istituzioni pubbliche, pretendendo da tutti rigore e trasparenza; provocare azioni dinamiche di isolamento della criminalità, rafforzando gli strumenti coercitivi atti a colpire il patrimonio; stimolare e sollecitare le istituzioni preposte per la creazione di condizioni favorevoli al lavoro. Inoltre, come Commissione, stiamo predisponendo azioni di verifica e di controllo severo su una serie di atti degli enti regionali, sub-regionali, Asl, enti locali".

La Commissione, insomma, non fa solo attività promozionale contro la mafia ma produce atti concreti?

"Certamente. In itinere ci sono cose che meritano di essere ricordate: un'azione coordinata con i prefetti della Calabria per stendere la rete dei comitati antiracket; un impegno volto a creare condizioni di intervento sugli istituti di credito perché in Calabria l'accesso al credito possa esser pari a quello delle altre Regioni; un protocollo d'intesa con la Dirigenza scolastica regionale che deve coinvolgere la Cec (Conferenza episcopale della Calabria) per un progetto globale sull'educazione alla legalità".

È inutile rivangare i motivi che hanno provocato il suo passaggio dal Nuovo Psi al Pri. La domanda piuttosto è un'altra: che ruolo può avere l'Edera nel contesto calabrese?

"Le recenti consultazioni elettorali hanno sancito il consolidamento del Pri, un partito che assume il ruolo fondamentale di stimolatore ed interlocutore politico delle forze di progresso in Calabria. La concretezza delle iniziative proposte dagli amici del Pri, unita ad un impegno reale costante dell'amico on. Francesco Nucara, assumono un carattere fondamentale nello sviluppo socio-economico della nostra Regione".

Si inquadra in questo contesto l'iniziativa di sabato scorso a Santa Trada sull'Area integrata dello Stretto?

"Assolutamente sì. Le direzioni del Pri, siciliana e calabrese, sono d'accodo nel chiedere, in vista delle costruzione del Ponte, una serie di infrastrutture in grado di favorire la nascita di un sistema di trasporti intermodali ("106", aeropoprti, porti, ecc.) in grado di interagire con il concetto di "Città metropolitana". Insomma bisogna attrezzare l'Area prima del Ponte, mitigare l'impatto ambientale e collegare il manufatto allo sviluppo del territorio".

In politica contano anche i rapporti. Come è quello con l'opposizione?

"Democratico, aperto e franco. A volte però i colleghi della minoranza sembra che perdano di vista gli interessi reali a favore di piccoli personalismi. Sino a poco tempo fa l'opposizione pareva sonnecchiasse, ora invece, forse perché il rinnovo del Consiglio si avvicina, comincia a dare segni di presenza non sempre coerenti al ruolo che dovrebbero svolgere i consiglieri di minoranza in un contesto democratico".

Che messaggio vorrebbe inviare alla minoranza?

"Di non perdere di vista i problemi della gente per operare tutti affinché la nostra non sia solo terra di mafia e di povera gente, ma come nelle nostre migliori tradizioni, terra di cultura e di operosità di un popolo vivo".

Tonio Licordari "Gazzetta del Sud" venerdì 8 agosto 2003