Ponte sullo Stretto e infrastrutture/A breve la scadenza per presentare le proposte Creare un'agenzia per coordinare i vari interventi di Giovanni Pizzo La realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria, rientra, come è noto, nell'ambito del Corridoio "TEN" n. 1 "Berlino – Palermo" voluto dall'Unione Europea per realizzare quelle connessioni infrastrutturali presupposto della vera integrazione economica dell'area. Per il nostro Mezzogiorno questa decisione costituisce una opportunità irripetibile, a condizione che ci si adoperi concretamente per "connettere" l'opera con il tessuto socio – economico a scala locale (l'area metropolitana dello Stretto comprendente Reggio Calabria, Villa S. Giovanni e Messina) e a scala vasta (sistemi di trasporto della Sicilia, della Calabria, della Campania, della Puglia, ecc.). Il Ponte rappresenta una "rivoluzione Copernicana" nel modo di considerare le grandi infrastrutture per il Sud, perchè ribalterà il processo decisionale: siccome c'è il Ponte risulta conveniente prolungare l'alta velocità/alta capacità fino a Palermo e Catania, e, quindi, risulta necessario ammodernare tutta la rete ferroviaria Siciliana; oppure, visto che c'è il Ponte, il ruolo delle strutture portuali ed intermodali in Sicilia deve essere rivisto in quanto viene modificato il quadro delle convenienze logistiche e anche produttive. (Es.: si potranno organizzare in Sicilia attività di lavorazione di prodotti che arrivano via mare per produrre beni di consumo finale da collocare, via ferro senza altri trasbordi, nei mercati dell'Europa continentale). Una volta assunta la decisione di realizzare l'opera (a settembre scadono i termini per la presentazione delle proposte da parte degli aspiranti General Contractors) bisogna concentrarsi su come realizzare la connessione fisica e socio – economica con il contesto di riferimento. Questa connessione difficilmente avverrà in assenza una specifica azione mirata, sia per l'oggettiva complessità del sistema, sia per la endemica debolezza progettuale delle Amministrazioni del Sud. Lo scarso livello di coinvolgimento delle realtà urbane direttamente interessate dagli effetti del Ponte e il ritardo di Rete ferroviaria italiana (RFI) rispetto ai progetti di adeguamento della rete ferroviaria del Sud alla nuova funzione, sono segnali negativi. Non è pensabile che il progetto di riorganizzazione del nodo ferroviario nel cuore della città di Messina venga proposto da RFI alla Commissione VIA speciale con i pareri negativi sia del Comune che dell'Amministrazione Provinciale. Se si fosse andati avanti si sarebbe arrecato un danno alla città e a tutta l'operazione Ponte, consegnando di fatto un argomento formidabile di contestazione alle forze che si oppongono alla realizzazione dell'opera. Fra i segnali positivi, invece, è da registrare l'inserimento (speriamo confermato nelle stesure finali) nell'elenco di nuove infrastrutture strategiche, del progetto "Interventi mirati alla sistemazione dei nodi urbani di Villa S. Giovanni e Messina collegati alla realizzazione del Ponte" con una previsione finanziaria non indifferente di 606 milioni di euro. E' evidente che una simile massa di risorse finanziarie potrà tradursi in effetti concreti solo in presenza di una adeguata capacità di produrre accordi, programmi, progetti e cantieri. L'operazione da organizzare sarebbe simile a quella dei grandi interventi programmati in Piemonte per le Olimpiadi invernali o a Roma per il Giubileo, per le quali lo Stato, in accordo con le Regioni e le amministrazioni locali ha operato mediante una apposita "Agenzia di scopo". Se in quei contesti si è giustificato uno strumento straordinario come l'Agenzia, a maggior ragione un simile strumento è condizione indispensabile nel contesto dell'area dello Stretto, considerata la nota debolezza delle Amministrazioni locali dal punto di vista della capacità di programmazione, progettazione e realizzazione di grandi opere pubbliche. Va da sé che un tale strumento, con gli opportuni accorgimenti da individuare con le competenti Autorità, avrebbe anche un effetto positivo sulle questioni legate alla trasparenza e legalità negli appalti. In definitiva un decisivo contributo per il pieno sfruttamento della grande opportunità del Ponte per tutto il Mezzogiorno e per l'area dello stretto potrebbe essere dato dalla creazione di una apposita "Agenzia per il coordinamento e la realizzazione degli interventi connessi al Ponte sullo Stretto", anche sotto forma di S.p.a., con la partecipazione Segue a pag. 4 continua - dei Soggetti locali interessati, oltre che della stessa Società concessionaria per la realizzazione del Ponte, ed eventualmente Sviluppo Italia (in analogia con la società di scopo costituita per le "autostrade del mare") che abbia come missione quella di favorire la "connessione" fisica e socio – economica del Ponte con il contesto di riferimento, attraverso due linee di azione: A) direttamente concessionaria per la programmazione, progettazione e realizzazione, in accordo con le Amministrazioni Regionali e locali interessate, degli interventi a carattere urbanistico – ambientale e socio - economico locale, da finanziare con le risorse della legge Obiettivo; B) con funzioni di coordinamento e raccordo ai vari livelli fra i Soggetti proponenti le infrastrutture che devono realizzare la connessione logistica del ponte (RFI, ANAS, Autorità portuali, società di realizzazione e gestione di centri intermodali, ecc.). |