Intervista a Giancarlo Camerucci/Impegno giornaliero per affermare i nostri valori

Mantenere una rete diffusa e omogenea di militanza

"La Voce" ha intervistato Giancarlo Camerucci, amministratore del Pri e segretario regionale del Lazio.

Lei è stato per tanti anni responsabile regionale del Pri laziale; che partito aveva ereditato?

Ho ereditato un partito che non aveva ancora risolto le disgregazioni e le contraddizioni successive alla cosiddetta entrata nella Seconda Repubblica; ciò nonostante si sono dovute affrontare tutte le scadenze impegnative sul piano della rappresentanza e degli appuntamenti elettorali. Credo, però, che abbiamo fatto del nostro meglio.

A gennaio di quest'anno si è tenuto il Congresso regionale: è stato eletto all'unanimità segretario regionale. Che valutazione dà oggi dopo otto mesi da quel Congresso?

Ringrazio tutti gli amici che mi sono vicini per il sostegno e la fiducia. Siamo solo in fase di avvio, ma l'uscita dal Congresso è stata utilissima per affrontare lo scoglio delle regionali con serenità, anche se i risultati potevano premiarci di più.

La minoranza che fa capo a Riscossa Repubblicana ha deciso, per una questione formale che è all'esame della Commissione Statuto, di non partecipare al Congresso.

La desistenza dalle responsabilità politiche, specie se un po' pretestuosa, mortifica la dialettica democratica. Penso però che con un po' di buona volontà si potrà trovare qualche artificio tecnico per rimediare. La mia disponibilità è piena.

La non partecipazione di iscritti ad un Congreso, al di là delle motivazioni, è un fatto gravissimo. Lei ha sempre avuto buoni rapporti con tutti, a cosa è dovuta questa rottura che di fatto preannunciava l'uscita dal partito di alcuni amici?

Non penso ad una rottura personale. Magari a delle aspettative politiche mancate che fanno della desistenza un aspetto politico da cavalcare, ma pericoloso perché favorisce il crollo delle passioni verso il partito.

In questi anni, malgrado i notevoli sforzi dello sparuto gruppo dirigente, il Pri laziale in tutte le sue varie articolazioni non riesce a decollare sul piano elettorale. Quali sono secondo lei le ragioni?

Parlando del Lazio si deve fare prima il conto con la vasta realtà di Roma dove, in mancanza di rappresentanze istituzionali, è estremamente difficile ricostruire il necessario tessuto - prima di tutto di attenzione alle problematiche amministrative - necessario a ricreare una ragnatela omogenea e diffusa di militanza, indispensabile allo sviluppo del partito.

La situazione delle consociazioni provinciali, dal punto di vista organizzativo, prima che politico, appare allo stato embrionale.

Non sono d'accordo, attualmente solo la consociazione di Frosinone non è in grado di camminare con le proprie gambe, perciò con alcuni amici stiamo lavorando molto. Fra gli altri, l'amico Moriconi collaborerà con noi. I risultati si vedranno a breve. Per le altre consociazioni sono soddisfatto, hanno dimostrato di saper lavorare bene. E colgo l'occasione, dalle pagine della "nostra" Voce Repubblicana, per ringraziare i quadri dirigenti e tutti i militanti. Ringrazio gli amici Leli, Masci, Saletti, Polidori. Questo per quanto riguarda le segreterie provinciali. Ma, a livello di Unione romana, voglio ringraziare, fra gli altri, Pesoli, Ferrante, Bazzini. E tutti coloro che hanno concorso con dedizione alle regionali.

In alcuni casi, e in particolare a Roma, ci sono stati nuovi apporti. Ritiene soddisfacente il loro contributo sul piano politico, culturale, organizzativo?

Certamente; si tratta però di lavorare senza sosta per non disperdere l'entusiasmo e l'interesse dei nuovi amici.

Il Pri da oltre dieci anni non ha una proposta programmatica nel Lazio o a Roma. Non ha mai pensato ad una Conferenza programmatica che, sotto questo profilo, sarebbe più importante di un Congresso?

Sono d'accordo ma, per quanto già detto, penso sia prima necessario "fissare" le risorse umane e definire gli aspetti organizzativi a supporto delle idee che già non mancano e di quelle che verranno dopo.

La gestione Marrazzo alla Regione Lazio suscita perplessità anche tra i Ds. Il Pri, partito del rigore, non ha nulla da dire?

La nostra posizione nel merito è immediata e direi che sta nel nostro dna e non mancheremo di farci sentire nelle sedi e nei modi più opportuni. Voglio però sottolineare come il problema sia di portata più ampia: e cioè risiede nelle contraddizioni del centrosinistra che, per cercare la omogeneità politica che non ha, lavora per riequilibrare tale situazione con posizioni di potere.

Il Sindaco di Roma, Veltroni, ha molto successo mediatico. E' solo questo o c'è anche sostanza nel ruolo che svolge da tanti anni. Grandi opere non se ne vedono. Basta la gestione del quotidiano?

Non ho una opinione definita sul successo mediatico di Veltroni e non so se poi il consenso politico sarà una naturale conseguenza. Quello che temo è che si giochi al ribasso per sfiducia: e cioè, in mancanza di passi avanti…la gente si accontenta di non farne indietro.