Intervista a Girolamo Pugliese/I problemi locali e la presidenza del Parco delle Murge "Il mio piano d'azione per rilanciare l'ambiente" Intervista a Girolamo Pugliese, segretario regionale del Pri della Puglia, consigliere nazionale, membro di Direzione, presidente del Parco delle Murge. Recentemente lei è stato nominato Presidente del Parco delle Murge. Come nomina, essa è stata contrastata per fatti formali, ma nessuno ha obiettato nel merito del suo incarico. Le cose si sono placate? La mia nomina a presidente del Parco nazionale dell'Alta Murgia ha prodotto alcune rimostranze relative alla formulazione dell'intesa da parte della regione Puglia avvenuta a legislatura scaduta. In realtà l'atto di intesa è del tutto legittimo, ancorché effettivamente giunto dopo sei mesi dalla richiesta del Ministro dell'Ambiente. Oggi posso dire che, nonostante alcune ulteriori pressioni per opporsi alla nomina ministeriale, la situazione è alquanto migliorata, soprattutto per la disponibilità degli enti locali, anche di centro-sinistra, a lavorare seriamente per il decollo dell'area naturale protetta. Ha un piano su come rilanciare l'economia delle zone? Si può pensare ad un disegno che, partendo dalla tutela ambientale, rilanci l'economia con tutte le attività che afferiscono al Parco… Stiamo predisponendo un Piano di Azione per il Parco nazionale dell'Alta Murgia che si articolerà per priorità e tempistica. L'Alta Murgia è stata, nel corso di questi decenni, aggredita da tutti i lati. Ha però conservato ampi margini di recupero e potenzialità ambientali, economiche e sociali che il Parco ha il dovere di sviluppare. Penso, in particolare, alla rinaturalizzazione di ampi territori oggetto di attività illecite di smaltimento di rifiuti, al recupero di zone boscate tra le più importanti del Mediterraneo, alla salvaguardia di habitat considerati di primaria importanza a livello europeo e, infine, allo sviluppo delle filiere agroalimentari di nicchia ed al turismo di qualità. Né va sottaciuto il ruolo che il Parco avrà nella pianificazione territoriale. Da qualche giorno sono stai nominati i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente nel Consiglio direttivo. Quando prevede l'insediamento e cosa intende proporre loro per l'agibilità politica? L'insediamento del Consiglio direttivo può, ragionevolmente, essere previsto per settembre. Quanto all'agibilità politica, terminologia dalle molteplici interpretazioni, proporrò ai Consiglieri di assumere compiti operativi, sulla base del Piano di Azione, con verifica dei risultati con scadenze precise. E' chiaro che lavorare per il Parco nazionale dell'Alta Murgia richiede impegno e capacità ulteriori e, in parte, diversi rispetto alla gestione di strutture politiche ed amministrative. Lei si troverà con un Consiglio direttivo composto da elementi di nomina governativa (si suppone di centro-destra) ed elementi rappresentativi degli enti locali (si suppone di centro-sinistra). Bisognerà pur amalgamare le varie posizioni… Come ho già detto, ricevo attestati di stima e offerte di collaborazione anche e soprattutto dalle amministrazioni locali. Lo spirito che deve pervadere chi lavora per il Parco deve essere innanzitutto rivolto ai fatti ed ai risultati. Peraltro le funzioni ed i compiti sono ben delineati dalla Legge n.394/1991 sia per quanto riguarda la Comunità del Parco (l'assemblea degli enti locali e territoriali) che per il Consiglio direttivo (strumento di governo del Parco). Passiamo ad altro argomento. La svolta del Pri avvenne all'inizio del 2001 al Congresso di Bari da Lei presieduto… Quella di Bari fu certamente una esperienza rivitalizzante per un partito che si era ritirato in località termali per la celebrazione dei suoi congressi. Alla luce di quanto è avvenuto in questi anni, ridarebbe il suo contributo per i nuovi assetti che si sono creati? Non so a quale mio personale contributo ci si riferisca. Certo, rifarei la scelta della collocazione nello schieramento di centro-destra, anche se alla luce dei risultati devo dire che le aspettative erano di molto superiori a quanto fin qui realizzato. Lei è responsabile regionale del Pri pugliese. Alcune province hanno conservato il minimo vitale sulla base di una storia e di una tradizione. In altre province il Pri stenta a decollare… Le cause sono senza dubbio molteplici e diverse. Le due che a mio avviso prevalgono sulle altre, sono quelle del sistema elettorale e della frantumazione dei partiti, con l'insorgere di personalismi e interessi di corto respiro. Lei è stato negli anni passati anche autorevole amministratore comunale e regionale. Trova differenze fra i vecchi metodi di governo e gli attuali? Dovrei dire che stavamo meglio quando stavamo peggio. A voler essere meno sbrigativo devo dire che quei personalismi e quegli interessi di corto respiro che si accompagnano al nuovo sistema elettorale portano alla esaltazione del "ruolo" di un amministratore ed alla dimenticanza delle funzioni. Il giudizio si sposta dalle concrete realizzazioni all'attività di propaganda. Da anni, per ragioni personali e politiche, lei è in sintonia con l'attuale segretario nazionale. Non le chiediamo un parere sulla persona né sulle sue capacità. Vorremmo un giudizio sul metodo che Nucara ha adottato per far crescere il Pri; e se si poteva fare qualcosa di più. Circa il "metodo" seguito in questi ultimi anni dall'amico Nucara, voglio dire solo che per crescere occorre "aggiungere" e non "sostituire". Anche a costo di sopportare tutti i pesi che ti scarica addosso un mondo composito e vario come quello repubblicano. Quali sono i programmi del Pri per il futuro della Puglia? Lei, per la funzione che svolge, ha un osservatorio privilegiato… Con l'aria che tira, la prima preoccupazione è vivere, quindi poi fare politica... sempre che il resto del mondo si accorga di noi. |