"Il Giorno" 20 aprile 2003 "La bizzarra idea delle vice capitali" Il dibattito sulla cosiddetta "devolution" e sulla riforma del Titolo V della Costituzione si sta sviluppando in modo confuso ed approssimato. Rispetto ad un'attenta riflessione, prevalgono gli slogan e le posizioni di bandiera. Ciò è particolarmente evidente nella polemica sul ruolo di Roma capitale e sulla proposta "compensativa", avanzata dall'on. Bossi, di istituzione di alcune "vice capitali". Certo, se appare bizzarra l'ipotesi di istituire delle vice capitali, non possiamo considerare immotivate le critiche di Bossi alle norme contenute nel disegno di legge varato, sia pure come testo aperto, dal Consiglio dei Ministri su Roma capitale. La formulazione attualmente vigente stabilisce: "Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato stabilisce il suo ordinamento". La nuova formulazione prevede, invece, che "Roma è la capitale della Repubblica e dispone di forme e condizioni particolari di autonomia anche normativa nelle materie di competenza regionale". È una formulazione davvero curiosa. Se trovasse attuazione saremmo in presenza di due Regioni, quella di Roma e quella del Lazio: un fatto che potrebbe esaltare i tifosi delle due squadre, ma che difficilmente si inquadrerebbe in un corretto disegno istituzionale. Cosa sarebbe, infatti, la Regione Lazio senza Roma? Una mini Regione in cui non sarebbero possibili interventi coordinati con quelli previsti per Roma, intorno alla quale continuerebbero a gravitare le altre province. Assai più logico mi appare mantenere la previsione che Roma è la capitale della Repubblica e che il suo ordinamento viene disciplinato da una legge ordinaria dello Stato, che in concreto non potrà non fare riferimento alla previsione costituzionale sulle Città metropolitane. Se è vero, che la Costituzione non deve mai essere considerata alla stregua di un foglio di carta su cui operare strappi e rammendi improvvisati, anche per la definizione dei compiti di Roma capitale occorre partire dalla previsione introdotta nell'art.114 Cost. sulle Città metropolitane. Solo nell'ambito di una disciplina complessiva, magari differenziata, per le Città metropolitane, si può trovare una corretta risposta alle esigenze proprie della Capitale e alla valorizzazione delle altre grandi città italiane, di cui vanno esaltate le specifiche peculiarità economiche, storiche e culturali, senza umiliarle ad un ruolo di vice capitali e senza aprire una provincialistica querelle sulla rivendicazione delle risorse. Antonio Del Pennino |