Il Pri si interroga sul nuovo statuto della Calabria

Convegno organizzato dalla Federazione calabrese e dal Gruppo regionale

Si è svolto ieri pomeriggio un convegno, organizzato dalla federazione calabrese e dal gruppo in consiglio regionale del Partito repubblicano italiano, dal titolo "Un nuovo statuto per la Calabria regione d'Europa". Il tavolo dei relatori era composto dal consigliere nazionale del partito e assessore provinciale alla cultura Caterina Salerno, dal segretario regionale Vincenzo Mazzei, dal capogruppo in consiglio regionale Enzo Pisano e dal segretario cittadino Vincenzo Agosto. Oggetto della discussione è stata la bozza di statuto regionale che, approvata in commissione, il 12 e 13 maggio prossimi sarà discussa in Consiglio regionale e - dato l'accordo tra i partiti - verosimilmente approvata. Vincenzo Mazzei ha passato in rassegna la bozza articolo per articolo, con un generale apprezzamento salvo riserve sulla mancata valorizzazione di alcuni enti subregionali come le comunità montane e l'eccessiva enfasi sulle città metropolitane. Caterina Salerno ha espresso compiacimento soprattutto per la previsione in due articoli (il 2 al punto d e il 37 al punto 2) di forme di democrazia paritaria e di garanzie di parità di accesso alle cariche elettive. Anche il consigliere regionale Enzo Pisano ha commentato con compiacimento i vari punti della bozza di statuto, soffermandosi sull'attenzione che esso riserva alle minoranze etniche sia quelle di storico insediamento che rifugiati e immigrati. Ma ha anche sfruttato l'occasione per lanciare bordate contro la Giunta regionale e il suo presidente. "Il consigliere regionale oggi non sa cosa fa l'esecutivo regionale" ha detto sottolineando la mancanza di trasparenza. Ed ha precisato ironico: "Esiste il presidente non come si usa dire il Governatore anche se ci troviamo in un assolutismo di maniera, purtroppo". Ed ha denunciato "un eccesso di presidenzialismo che viviamo e purtroppo soffriamo". Il pubblico si è rilevato attento e rilievi critici sono stati mossi, tra l'altro, sull'eccessivo numero di consiglieri regionali previsti (60), su un deficit di europeismo e su un eccesso di presidenzialismo. In realtà l'appuntamento di ieri è stato anche (se non soprattutto) un'occasione per incontrarsi e "contarsi" in previsione dei prossimi appuntamenti elettorali e per ricostituire e rilanciare in Calabria un partito dal glorioso passato. Notevole, tra l'altro, la presenza di esponenti delle forze dell'ordine (polizia e carabinieri) nel pubblico, in veste di militanti o simpatizzanti. Tra questi il maresciallo dei carabinieri Vincenzo Iuliano, consigliere comunale di un comune del catanzarese. Si conferma così una tradizione del Pri - risalente a Pacciardi - anche come partito d'ordine, pur senza eccessi militaristici. A latere del convegno alla Gazzetta Caterina Salerno, che in Provincia ha anche la delega alle pari opportunità, afferma: "Noi ci auguriamo che le norme di principio sulle pari opportunità dello statuto trovino poi rispondenza nella legge elettorale, in modo da passare ad una effettiva promozione". E ricorda: "Come partito siamo molto attenti al problema, basti pensare che repubblicana è Loredana Pesoli membro della Commissione nazionale pari opportunità". "Abbiamo pensato - aggiunge - che nelle liste le donne potrebbero essere rappresentate in rapporto alle iscritte nei rispettivi partiti". "Presto - osserva - andremo ai congressi cittadini sia a Lamezia che a Catanzaro". E conclude: "Il Pri a Catanzaro sta rinascendo dopo parecchi anni di silenzio e può vantare una tradizione molto antica". "È necessario che i calabresi - ci spiega Mazzei - sappiano dove si deve andare, soprattutto oggi che la costituzione assegna alla regione un ruolo fondamentale". E aggiunge: "È importante che non solo si discuta ciò che è stato approvato in commissione ma che si facciano anche delle proposte". Quanto alle strategie elettorali chiarisce: "Nei comuni sopra i quindicimila abitanti cerchiamo l'alleanza col centrodestra, negli altri vanno valutate le esigenze locali e poi fatte le alleanze. Questo in linea generale. Quando le condizioni non si verificano o si corre da soli come a Paola o ci si allea col centrosinistra come a Villa San Giovanni". Né il segretario del partito erede di Mazzini è messo in difficoltà da un Governatore che troppo spesso si fa vedere in compagnia di qualche Borbone o di qualche erede del cardinale Ruffo, quello che represse nel sangue la Repubblica partenopea: "Si tratta solo di provocazioni culturali!". Mentre "sentiamo un forte disagio con le forzature dell Lega ed in particolare di Bossi in tema di devolution, soprattutto per quanto riguarda l'istruzione e la polizia locale". E chiama a raccolta "i partiti di ispirazione laico-socialista al fine di superare questo maggioritario e, con un proporzionale con sbarramento, creare una aggregazione comune".

Tommaso Migliaccio "La Gazzetta del Sud" mercoledì 30 aprile 2003