Le considerazioni di un "neo repubblicano" sui motivi della sua scelta politica/La decisione conclusiva maturata in occasione di una visita ad Alba del presidente del Pri Giorgio La Malfa

Un impegno per rafforzare l'area liberaldemocratica

Pubblichiamo le considerazioni di un nuovo iscritto al Pri inviate alla redazione della "Voce".

Il 12 marzo scorso ho avuto il piacere e soprattutto l'onore di stringere personalmente la mano, per la prima volta in vita mia, a Giorgio La Malfa, venuto nella mia città, Alba, per un incontro organizzato dal PRI albese. Un incontro pubblico per discutere e parlare di un tema che ha angosciato i risparmiatori italiani negli ultimi tempi, ovvero i crac Cirio e Parmalat. In quella circostanza, ho apprezzato e condiviso le parole di La Malfa. Ho altresì avuto modo di incontrare e conoscere molti repubblicani albesi. Primo fra tutti, l'ing. Lorenzo Boretto, leader del PRI piemontese e da sempre punto di riferimento per i repubblicani di Alba. Con Boretto vi è stato, per così dire, un approfondimento della nostra conoscenza. Ci conoscevamo già prima dell'appuntamento con La Malfa del 12 marzo scorso, ma in maniera piuttosto superficiale. Insomma, se prima della venuta ad Alba di Giorgio La Malfa, ero un "quasi repubblicano", dopo, sono diventato un "repubblicano a 360° ". Quell'incontro è stato la molla finale che mi ha spinto pochi giorni fa ad iscrivermi al PRI e a divenirne un attivista entusiasta.

Da mesi seguivo le attività del Partito, in particolare attraverso il sito internet ufficiale, ma fino al 12 marzo scorso non ho mai preso la decisione finale di aderire e partecipare attivamente alla vita del PRI. Ora, eccomi con la tessera repubblicana in mano, con una bellissima e toccante immagine di Ugo La Malfa. Sono ovviamente felice di questa scelta e soprattutto sollevato. Sì, sollevato, perchè da molto tempo mi sentivo senza più un riferimento politico preciso. Chi, purtroppo, non ha alcuna passione e interesse per la politica, ovviamente non soffre più di tanto se non riesce a riconoscersi in nessun soggetto politico, ma chi, come il sottoscritto, non può trattenersi dal seguire quotidianamente gli avvenimenti politici nazionali ed internazionali, perchè mosso da una passione ideale incontrollabile, naturalmente vive male quando non si sente rappresentato da alcuna forza politica esistente, piccola o grande non importa.

Ho 29 anni e seguo la politica, praticamente dai tempi in cui ero ragazzino. Sono sempre stato liberale, laico, riformatore e di centro-destra. Come molti liberaldemocratici italiani, nel 1994 mi entusiasmai per la nascita di Forza Italia. Fui anche iscritto per qualche tempo al movimento di Silvio Berlusconi. Però, con il passare del tempo, mi accorsi che all'interno di FI, i laici riformatori, che pure avevano dato un contributo importante per la nascita del partito azzurro, non avevano spazio e visibilità necessari. La situazione è rimasta tale da allora fino ad oggi. Negli ultimi anni mi sono sempre più convinto della necessità e dell'urgenza di una presenza autonoma e organizzata dei laici liberaldemocratici all'interno della CdL. Si deve essere alleati di Forza Italia, ma rimanendo in una posizione autonoma e ben distinta, altrimenti si scompare. Benissimo ha fatto, Giorgio La Malfa, qualche anno fa, a traghettare il PRI nel centro-destra, ma altrettanto benissimo ha fatto, a tenere duro, rifiutandosi di sciogliere il Partito Repubblicano. Nonostante l'affievolirsi dell'entusiasmo iniziale, ho continuato a votare per la Casa delle Libertà, ma l'ho sempre ritenuta carente. Carente di una voce laica e liberaldemocratica. Oggi ho finalmente capito che quella presenza liberale all'interno della CdL, da me auspicata in tanti anni, è rappresentata dal Partito Repubblicano Italiano.

Dobbiamo adoperarci tutti per rendere sempre più protagonista ed incisivo questo nostro Partito, antico e niente affatto vecchio. Il PRI può e deve ambire a divenire un polo d'attrazione per tutti quei liberali che si riconoscono nella CdL, come coalizione alternativa alla sinistra, ma non nei partiti che la compongono. Sono ancora molti, quegli amici laici che non hanno punti di riferimento precisi. Ritengo che chi crede nei grandi valori dell'Umanesimo Liberale, non possa non riconoscersi nel PRI. Personalmente ho aderito al Partito Repubblicano perchè, in quanto unico credibile rappresentante della cultura laica e liberale all'interno della CdL, si muove con pragmatismo, pur non tradendo mai la propria Storia. E' il partito più antico d'Italia, ma ancora oggi riesce ad essere il partito più fresco e con idee più innovative. Il PRI è il solo partito politico italiano che, senza se e senza ma, ha costantemente guardato e guarda tuttora con attenzione alle grandi democrazie anglosassoni, in particolare agli Stati Uniti d'America e alla Gran Bretagna. Ha sempre avuto in mente un'Europa unita fermamente alleata agli USA e non pericolosamente e stupidamente contrapposta ad essi. Anche per quanto concerne l'intervento militare americano in Iraq, l'attuale presenza in quel Paese della coalizione a guida USA e la lotta al terrorismo, il PRI è sempre stato dalla parte giusta, ovvero dalla parte della democrazia e della libertà, contro le numerose menzogne dei cosiddetti pacifisti, della sinistra e di chi vorrebbe costruire un'Europa in opposizione agli Stati Uniti. Altresì il Partito Repubblicano ha sempre sostenuto giustamente la necessità per lo Stato di Israele di difendersi e anche in questo caso, contro i facili giudizi che vorrebbero far credere che i palestinesi siano solo vittime di quegli orchi degli israeliani. Apprezzo enormemente la posizione coerente del PRI in merito agli Stati Uniti, alle relazioni transatlantiche dell'Italia e dell'Europa e al conflitto israelo-palestinese. Una posizione coerente che dovrebbe essere apprezzata da ogni sincero democratico, di centro, di destra o di sinistra. Chi ama la libertà dovrebbe, come ho fatto io, aderire al PRI e contribuire a farlo crescere. Il Partito Repubblicano è oggi, una di quelle poche forze che in Italia, (nel centro-destra è l'unica), si battono per una netta separazione della politica da qualsiasi religione. Le scelte religiose ed etiche sono un fatto personale di ciascun individuo, mentre la politica deve curare l'interesse generale. Oggi più che mai, è necessaria una presenza laica, nella CdL e nel Paese, che voglia spendersi in battaglie a favore dei principali diritti individuali e civili. Del resto, per modernizzare l'Italia, oltre a liberalizzare l'economia e riformare le Istituzioni, occorre anche porre un freno alle storiche interferenze clericali nella politica nazionale.

Roberto Penna-Alba (CN)