Ragusa: il consigliere Gino Calvo spiega il distacco del Pri dalla maggioranza/Disponibilità per la candidatura alle elezioni europee nella circoscrizione dell'Italia insulare Emendamenti al bilancio per il rilancio del territorio Gino Calvo è una casa di vetro senza pareti e senza tende. Un pozzo inesauribile di notizie e di iniziative. Una pacchia per il cronista in cerca di chicche nascoste. Meriterebbe l'Oscar alla trasparenza, è una "duecentoquarantuno" che consente l'accesso in tempo reale a chiunque voglia sapere e capire i trabocchetti e le congiure che si compiono all'interno della coalizione e nelle stanze del palazzo. Hanno cercato di prenderlo per i fondelli una, due, tre, quattro, cinque volte, all'inizio era pure un piacere, tanto che Gino stava al gioco, poi si è scocciato ed ha portato l'Edera fuori dalla coalizione, pronto a candidarsi con Pri-Liberal-Sgarbi alle prossime Europee. "Probabilmente mi candido" mi dice senza pensarci due volte. E io gli credo, perché lui di candidature se ne intende, se le beve come una tazza di caffè, anche se qualche volta dimentica di zuccherarlo. "Però ancora non scriverlo mi intima perché è troppo presto e perché devo interpellare il partito in provincia". E io invece lo scrivo, perché se lui ha deciso il partito lo ascolterà e l'edera ragusana alle prossime elezioni Europee, rivendicherà da sola innaffiata da Gino Calvo e da Paolo Santoro. "Sono affamati di potere sbotta non hanno colto un percorso che insieme avevamo individuato (……) Programmi per il bene della cosa pubblica. Eravamo disponibili persino a traslare l'ingresso in Giunta dalla Provincia al Comune di Santa Croce Camerina a condizione che vi fosse stata una chiara legittimazione del Pri a governare Santa Croce. Niente, ci hanno chiuso la porta anche lì. E dire che siamo stati i più votati persino dell' Udc e di An.. Sei sono i consiglieri di Forza Italia, uno ne ha il Pri, uno Udc e uno An . Tutti sono presenti in Giunta tranne il Pri". Discriminati su tutti i fronti. Appena l'edera cerca di insinuarsi in qualche fessura, ecco pronta la sforbiciata di qualcuno che la recide. Siamo tra i più propositivi _ puntualizza ancora Gino Calvo - abbiamo presentato emendamenti al Bilancio 2004 provinciale che mirano al rilancio economico produttivo del territorio e per la creazione di nuova occupazione". Gli emendamenti repubblicani riguardano 530 mila euro quali contributi per l'assunzione di 350 disoccupati; 200 mila euro per l'individuazione di un programma - progetto di inserimento lavorativo di 40 disabili: 230 mila euro per l'istituzione di 3 cantieri di lavoro; 1 milione di euro per la realizzazione dell'iniziativa Paese Albergo; 50 mila euro per la creazione di una "bacheca lavoro" presso la Provincia; 30 mila euro per contributi per la realizzazione e la presentazione di brevetti e marchi d'origine; 250 mila euro per la cartolarizzazione del credito degli artigiani della Provincia; 120 mila euro per il servizio assistenza domiciliare a non vedenti e non udenti; 150 mila euro per la valorizzazione e promozione di beni artistici e monumentali; 40 mila euro per i sevizi di comunicazione pubblica; 250 mila euro per la realizzazione di una struttura (censostatica?) polivalente nel Comune di Ispica; 50 mila euro per buoni studio per studenti universitari residenti da almeno 3 anni in Provincia; 120 mila ero per contributi in conto interessi per l'acquisto di impianti di riscaldamento per le serre; 41320 euro quale contributo straordinario per le famiglie politiche sociali, autonomie locali ecc. Altre richieste riguardano 50 mila euro per l' artigianato, 100 mila per il commercio, 50 mila per l'agricoltura e 50 mila per la zootecnia. Insomma richieste di soldi e contributi per tutti i settori produttivi. Un partito così fecondo tenuto fuori a fare anticamera. Subito, domani, ora, anzi dopo le elezioni. E Gino Calvo ha perso la pazienza ed ha lasciato la maggioranza della Cdl alla Provincia, accusando di ingordigia per il potere i partiti della coalizione. Ma chi è il vero censore dell'edera? Gino Calvo non ha dubbi: "Giuseppe Drago e l'Udc non ci vogliono. Innocenzo Leontini aveva detto si, e anche Carmelo Incardona aveva detto che il nostro programma era condivisibile. Mi rincresce per Forza Italia, un partito cerniera che dovrebbe assicurare più garanzia politica agli alleati". Le elezioni sono vicine e prima di giugno tutte le verifiche e gli interessi sono rinviati. Meglio deludere chi è fuori piuttosto che scontentare chi è dentro e deve cedere qualcosa. Questo è il motto L'Edera e la Margherita. L'orto botanico è in crisi. Nel partito del centro sinistra si combatte una guerra senza esclusione di colpi da fare accapponare la pelle. E non si capisce come possa accadere tutto ciò in un partito che più di ogni altro ospita beati e che si richiama ai valori di Sturzo, De Gasperi, La Pira e ora anche di suor Candida che tutti insieme abbiamo venerato davanti al Santo Padre. Che forse fra i tanti beati si nasconde qualche diavolo? Durante la fase congressuale le correnti provinciali erano due: Antonio Borrometi-Cristina Pelligra da una parte: Guerrieri- Gentile- Solarino dall'altra. Dopo il congresso di Rimini, per colpa dell'accaparramento dei quattro posti dei rappresentanti siciliani da eleggere nel parlamentino nazionale della Margherita, le correnti sono diventate tre. Tonino Solarino ha preso le distanze da Sebastiano Guerrieri e da Gino Gentile. Questi avrebbero organizzato tutto tenendo a debita distanza il gruppo Solarino. E di colpo, amicizie e alleanze che sembravano indissolubili, si sono frantumate nel volgere di poche ore. Se a questo si aggiunge che in ogni comune della provincia c'è una Margherita e tante correnti incrociate e trasversali che si fanno la guerra: (vedi Ispica, Modica, Vittoria, ecc… gli amici di Borrometi, quelli di Nino Gentile, quelli di Solarino e quelli di Iano Guerrieri) e la confusione aumenta. E tutto questo per cosa? Per le prossime candidature regionali e Nazionali. Perché se è vero quello che si dice sull'accordo di ferro raggiunto fra Iano Guerrieri e Nino Gentile non ci sarebbe spazio per nessuno: il deputato regionale punterebbe alla Camera e il segretario provinciale (……) sindaco sempre più in difficoltà consapevole di poter diventare vaso di terracotta fra due vasi di ferro in grado di stritolarlo. "Margherita, pochi petali e molte spine" titoliamo su questo giornale all'indomani del primo congresso provinciale. Qualcuno arricciò il naso per quel titolo; i fatti ci stanno confermando che i petali stanno scomparendo e le spine si vanno moltiplicando. Giuseppe La Lota "La Città" di Ragusa |