Lotta al lavoro sommerso/Siglato il Documento di regolarità contributiva nell'edilizia Un provvedimento da verificare concretamente di Pino Vita L'Inail, l'Inps e le Casse edili hanno siglato nei giorni scorsi, presso il ministero del Lavoro, il "Documento unico di regolarità contributiva" (Durc), vale a dire la convenzione che rende operativo il sistema di certificazione delle imprese edili, nell'obiettivo della lotta al sommerso. In precedenza avevamo presentato sulla "Voce" i risultati dell'indagine della Svimez sul lavoro sommerso nelle otto Regioni meridionali, dove risultava che uno dei settori più esposto al fenomeno indagato era quello dell'edilizia con la percentuale nazionale del 27,5%. In Calabria, la Regione risultata al primo posto della classifica generale regionale, il sommerso nel settore delle costruzioni toccava addirittura il 40%, mentre nell'industria in senso stretto si fermava al 29%. Alla luce di questi dati la convenzione sottoscritta acquista quindi grande rilevanza per quelle imprese che vorranno applicarla tempestivamente. Infatti, il possesso del Durc, già previsto per le aziende che operano negli appalti pubblici, diventerà obbligatorio anche per quelle private. Il decreto legislativo 276/03 sulla riforma del mercato del lavoro ha previsto che anche i privati debbano chiedere alle imprese l'attestato di regolarità contributiva con l'obbligo di trasmetterlo al Comune, insieme all'indicazione dell'impresa incaricata di realizzare l'intervento edilizio. La convenzione siglata stabilisce, inoltre, le modalità per richiedere il Durc; definisce il rapporto fra gli istituti previdenziali e le Casse edili e le condizioni per attestare il corretto versamento contributivo da parte delle imprese. Il documento è rilasciato dalle Casse edili e testimonia l'effettivo pagamento degli oneri assicurativi da parte delle imprese che operano nel settore dell'edilizia. L'unica eccezione prevista è relativa ai lavori effettuati in economia da piccoli proprietari che realizzano opere di modeste entità. Per il Governo la convenzione rappresenta una "svolta storica negli strumenti per il controllo di un settore fortemente esposto a tale fenomeno e agli infortuni anche mortali". Tra gli obiettivi, infatti, la definizione di "criteri uniformi e condivisi" per valutare la regolarità delle aziende sotto il profilo dei versamenti previdenziali e assicurativi e sarà così possibile contrastare la concorrenza sleale da parte di quelle aziende che ricorrono sistematicamente al lavoro nero. I dati sugli infortuni diffusi dall'Inail evidenziano che proprio nel settore delle costruzioni il numero complessivo di infortuni nel Paese è stato, nel 2003, di 101.790 con 292 casi mortali e nell'intero comparto industriale, di cui l'edilizia fa parte, il numero è stato di 345.035 con 614 casi mortali. In totale, nell'industria e nei servizi, il numero complessivo di infortuni è stato, sempre nel 2003, di 881.178 e i casi mortali 1.205, mentre il totale degli infortuni in tutti i settori di attività sono stati 951.834, con 1.418 casi mortali. L'esigenza di regole per una protezione sociale legata ai bisogni dei cittadini era avvertita da tempo. Una prima valutazione sulla necessità di definire norme precise sulla vigilanza contributiva per le istituzioni di previdenza sociale era stata fatta in occasione del Workshop dell'Associazione Internazionale di Sicurezza Sociale: un'associazione alla quale aderiscono circa 150 Paesi in tutto il mondo, che è diventata un punto di riferimento qualificato per quanti operano nel settore. Partendo da quello scambio di informazioni e di verifica delle esperienze fatte dagli enti interessati e con la partecipazione del governo, si è pervenuti alla recente stipula della Convenzione per il rilascio del Durc. In questa occasione, il presidente dell'Inail Mungari ha sottolineato che "si tratta di uno strumento prezioso, di assoluto rilievo strategico, atto a contrastare efficacemente il fenomeno del lavoro sommerso sul versante dell'edilizia pubblica e privata. Gli effetti che ne deriveranno avranno, ad un tempo, un forte impatto sia in termini di prevenzione antinfortunistica sia contro ogni fenomeno di concorrenza sleale, di evasione contributiva e di negazione dei diritti sociali dei lavoratori (cosiddeto dumpig sociale)." Riteniamo fondate queste aspettative e condividiamo la qualità dello strumento approntato e degli effetti che ne potranno derivare nel disciplinare un settore difficile e dai mille risvolti come quello dell'edilizia. Abbiamo invece qualche dubbio in ordine alla "valenza strategica" del provvedimento, che rimane legata non tanto a norme disciplinari quanto ad un diverso modello produttivo di cui ancora non si intravedono i contorni. Dalla correlazione con i dati della Svimez sul ricorso al lavoro nero, è risultato che il fenomeno del sommerso nell'edilizia è diffuso in tutto il territorio nazionale ma tocca l'espansione massima nelle Regioni meridionali, dove l'economia è più precaria e il settore delle costruzioni, oltre a costituire la valvola di sbocco di un'industria non sviluppata, è popolato di imprese, spesso improvvisate, che si affidano largamente al lavoro nero. Si tratta quindi di un fenomeno collegato profondamente alle condizioni strutturali dell'economia per cui non bastano le regole, le norme e le convenzioni, ma occorrono interventi capaci di modificare in profondità il meccanismo di sviluppo del Mezzogiorno. |