Alcune proposte per il futuro/Come presentarsi agli elettori nelle politiche del 2006 Dare all'Edera quel giusto ruolo di responsabilità di Giovanni Pizzo I risultati delle elezioni regionali dimostrano che il popolo italiano sta imparando a "usare" il sistema maggioritario meglio di quanto non riescano a fare i politici. Come ben sanno i paesi di consolidata tradizione maggioritaria, le elezioni si vincono quando si porta dalla propria parte l'elettore che esprime una "non standing decision"; l'elettore, cioè, che non ha "deciso da sempre" la forza politica da preferire, ma assume la propria decisione sulla base di ciò che "sente" nel momento del voto. Secondo Renato Mannheimer ("Corriere della Sera" del 9 aprile) oggi in Italia sono un terzo dei votanti, una gran parte dei quali - i 2 milioni persi dal centro destra e guadagnati dal centro sinistra - ha cominciato a sperimentare il "gusto" del passaggio diretto da una coalizione all'altra, e non più solo quello da e per l'astensionismo. Ilvo Diamanti ha definito questo fenomeno come "la fine della glaciazione dell'elettorato italiano"; ed è una grande rivoluzione, se si pensa che questo elettore ha vissuto, per oltre sessanta anni, una spaccatura ideologica, in alcuni momenti persino drammaticamente violenta, ed è stato costretto a considerare inevitabile e fisso il rapporto "clientelare" con la politica. Chi sono questi 3 – 4 milioni di italiani? Sono gli italiani che non hanno bisogno dei favori dei politici o che si sono stufati di averne bisogno perché hanno capito che se tutti promettono a tutti il solo risultato che si ottiene è quello di diventare "sudditi". Sono gli italiani che pensano sia meglio avere un Paese organizzato, liberale, moderno, con i servizi pubblici che funzionano, dove il mercato sia il motore dello sviluppo e lo Stato ne regoli la forza per correggerne le distorsioni. E dunque: assicurare equa distribuzione della ricchezza fra i ceti ed i territori; salvaguardare i beni pubblici, l'ambiente e la qualità della vita; creare condizioni per conservare l'attuale posizione economica anche in futuro con la formazione dei giovani e con la ricerca scientifica e tecnologica. Un Paese dove l'università sia il luogo dove i migliori cervelli nazionali ed internazionali siano a disposizione dei giovani e non dove si possano formare dinastie di tre generazioni di "baroni"; un Paese dove non ci siano quelli mandati al fronte per resistere allo "tsunami" della globalizzazione e quelli che si godono lo spettacolo (e si arricchiscono) protetti nelle vaste nicchie di protezionismo interno. Non mi sentirei di peccare di presunzione definendo questi elettori come "repubblicani inconsapevoli". Una coalizione di centrodestra, come è stato evidentemente dimostrato dallo scarso effetto del caso Mussolini, deve presidiare il suo fianco sinistro, da cui possono uscire ed entrare questi elettori. Il Pri ha cercato di svolgere questo ruolo, ma il presidente del Consiglio, che pure aveva capito questo elemento, non gli ha dato la necessaria valenza, non solo per quanto riguarda la mancata considerazione delle posizioni espresse dai repubblicani in materia di riforme costituzionali, Mezzogiorno e politica economica, ma per quanto riguarda almeno la "visibilità" di quelle posizioni da offrire all'elettorato per frenarne l'emorragia. Eppure la grande occasione c'è stata quando si è trattato di risolvere il caso Tremonti. Berlusconi aveva a portata di mano una soluzione di altissimo valore tecnico, politico e di immagine, nominando Giorgio La Malfa ministro del Tesoro. Anche successivamente, durante la estenuante verifica, il Pri ha riproposto il problema della "visibilità" come elemento strategico per franare l'emorragia al centro, e non certo per brama di poltrone. Il risultato lo conosciamo tutti: si è deciso di chiamare con il nome di "Vice Ministro" ciò che prima si chiamava "Sottosegretario", e nulla più. Ora che i "buoi" sono scappati, si vuole chiudere il recinto. Il tempo che rimane è molto limitato; solo una azione decisa, coerente e fortemente "visibile" potrà riportare almeno una parte degli elettori - che abbiamo sinteticamente definito "repubblicani inconsapevoli" - dentro il recinto del centrodestra. Non dovrebbe essere difficile capire che sarà indispensabile utilizzare meglio le forze e gli uomini che esprimono una cultura più vicina a quegli elettori, dando loro opportune responsabilità e visibilità. Questo sarà uno dei nodi che il presidente del Consiglio dovrà sciogliere nella prospettiva del rilancio della coalizione; e questo stesso dovrà essere l'elemento discriminante per il Pri per confermare o meno la prosecuzione dell'attuale sistema di alleanze. |