La questione meridionale e il governo/I dati dell'Unioncamere sulle aziende del Sud

Il superamento del divario obiettivo da realizzare

di Pino Vita

Il Pri ha rivendicato come un successo della sua costante e coerente azione di stimolo sulla maggioranza, l'istituzione, da parte del nuovo governo, del "Ministero per lo Sviluppo e la Coesione territoriale". Tale soddisfazione è legata all'attuazione del progetto repubblicano, del quale era stato anche presentato un disegno di legge, per creare un centro capace di coordinare le competenze per il Sud, distribuite, a seguito della legge Bassanini nei vari ministeri, e di spingere per la piena utilizzazione di quel 30 per cento delle risorse ordinarie destinate al Mezzogiorno che, secondo il neoministro, ammontano per il 2005 a 22,7 miliardi di euro. Come si vede, un disegno organico e coerente, quello dei repubblicani, che ha trovato spazio e attuazione in un momento politico delicato per la maggioranza, quando, oltre a dover colmare le precedenti lacune nei confronti del Sud, andava anche delineata una nuova e più efficace politica meridionalista, i cui lineamenti organizzativi sono contenuti nel decreto istitutivo del Governo.

L'articolo 1 recita infatti: "Il coordinamento e la verifica degli interventi per lo sviluppo economico, territoriale e settoriale, nonché delle politiche di coesione con riferimento alle aree del Mezzogiorno, e le funzioni previste dalla legge in materia di strumenti di programmazione negoziata e di programmazione dell'utilizzo di fondi strutturali per tali aree sono attribuite al presidente del Consiglio dei ministri, ovvero a un ministro da lui delegato".

La denominazione di Ministero per lo sviluppo e la coesione non è quindi una questione semantica, ma vuole esprimere un'idea coerente dello sviluppo del Sud, in un quadro di forte e salda unità del territorio nazionale, contro ogni forma di pericolo secessionista propagandato dall'opposizione, a seguito dell'approvazione della riforma costituzionale.

L'iniziativa del governo cade, inoltre, su un terreno che per il Mezzogiorno, alla luce dei dati diffusi da Unioncamere sull'andamento demografico delle aziende nel primo trimestre 2005, si presenta decisamente fertile. Alla luce di queste percentuali, l'assetto produttivo delle imprese del Mezzogiorno (specie Calabria e Puglia), risulta caratterizzato da una "grande vitalità imprenditoriale", con aziende che hanno un tasso di mortalità tra i più bassi tra le province italiane. Per non ingenerare facili ottimismi, va specificato che si tratta di piccole e medie imprese che operano in particolare nel settore del commercio e che influiscono in maniera ridotta sull'esportazione nazionale. Il saldo negativo tra le imprese iscritte alla Camere di commercio e la loro cessazione si registra in agricoltura, a dimostrazione della progressiva crisi di un settore che ha perso 7.953 imprese.

La ripresa di attenzione del governo verso il Sud coincide, inoltre, con una iniziativa inusitata che, nata da un'idea di Fabrizio Barca direttore del Dipartimento sviluppo e coesione del Ministro dell'Economia, si ripromette di portare sulla scena teatrale personaggi come Francesco Saverio Nitti, Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini e ripercorrere con loro l'arco della "questione meridionale". Rivivranno con questi personaggi i mali storici del Sud, dalla malaria all'emigrazione, assieme a punti nodali come le leggi speciali e il primo programma di elettrificazione della Società meridionale elettricità realizzato nella Sila calabrese.

Le due iniziative, una politica e l'altra culturale, sebbene diverse tra loro, non risultano antitetiche e dimostrano che, a distanza di quasi un secolo e mezzo dall'unità del Paese, non è stato ancora colmato quel divario tra Nord e Sud che era stato l'obiettivo primario di quei meridionalisti laici e cattolici che, spesso in contrasto con quelli d'ispirazione marxista, avevano, nel dopoguerra, continuato l'impegno dei personaggi che ora vengono fatti, opportunamente, rivivere sulla scena teatrale.

Dalle risposte che il governo saprà dare al problema del Mezzogiorno, sul quale i repubblicani dovranno continuare a spingere, dipenderà gran parte della sua credibilità.