Patto di stabilità interno: la circolare inviata agli Enti dal Ministero dell'Economia/Una misura per contenere la spesa pubblica diventata un fattore che ha contribuito alla sconfitta elettorale

Decisioni da presentare al Paese in maniera nuova

La vittoria delle forze di centro-sinistra nella competizione elettorale del 3 e 4 aprile riporterà in primo piano la ricerca sulle cause che hanno determinato una perdita di circa due milioni di voti della Casa delle Libertà e la sconfitta in undici regioni e in numerosi comuni. Tra queste cause ci sono anche gli effetti delle misure contenute nella Legge finanziaria per disciplinare la spesa degli enti locali e che sono state fatte passare da una propaganda che ha fatto sicuramente presa sull'opinione pubblica, per un vero e proprio blocco finanziario di ogni attività degli enti. Si tratta, invece, di una serie di norme legate al "patto di stabilità interno" per gli anni 2005-2007 per la cui applicazione, dopo l'approvazione della legge da parte del Parlamento, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, assieme alla Ragioneria generale dello Stato, ha inviato una circolare esplicativa ai Comuni con popolazione superiore ai tremila abitanti, alle Comunità montane, alle Unioni di Comuni e Comunità isolane, con popolazione superiore ai diecimila abitanti.

Con la legge Finanziaria 2005 sono state introdotte, con l'art. 1 comma 21/41 importanti novità nell'azione di contenimento della spesa, in base alle quali è stato fissato per tutte le amministrazioni pubbliche un limite del 2% di incremento della spesa rispetto a quella corrispondente del 2004.

Si tratta della misura "generalizzata" cui faceva riferimento il presidente del Consiglio Berlusconi nei giorni successivi all'elezioni regionali per rispondere, in una trasmissione televisiva, alle preoccupazioni sulla crescita dei conti pubblici italiani provenienti dall'Ue che hanno trovato riscontro, proprio ieri, nell'annuncio del commissario europeo Almunia dell'apertura di una procedura contro l'Italia per "deficit eccessivo" nei conti, in violazione ai criteri del Trattato di Maastricht.

Vogliamo chiarire i termini di questa misura che da una parte viene vista come una garanzia alla crescita indiscriminata della spesa e dall'altra come un blocco per la stessa attività degli enti.

Con la stessa legge finanziaria, al fine di definire le regole di comportamento dei singoli enti e di valutare gli effetti finanziari della norma, sono state introdotte disposizioni basate non sui dati del 2004, non ancora disponibili, ma su dati certi quali quelli già realizzati nel 2003, incrementati del 4,8%.

In sede di discussione parlamentare è stato, inoltre, introdotto e definito il cosiddetto criterio della " virtuosità" dell' Ente locale, per cui un ente viene considerato virtuoso quando la sua spesa corrente media pro- capite, riferita al triennio 2001-2003 sia risultata inferiore a quella della media pro-capite della classe demografica di appartenenza. Se l'ente ha, invece, registrato una spesa corrente media pro-capite per il triennio 2001/2003 pari o superiore a quella della classe demografica di appartenenza va considerato " non virtuoso" e di conseguenza il complesso delle spese per l'anno 2005 potrà crescere soltanto del 10% rispetto alla spesa media del triennio 2001- 2003. In termini di gestione questi criteri si traducono in una crescita dell'11,5% o del 10% delle spese finali correnti e in conto capitale per l'anno 2005, mentre per le Unioni di comuni e per le comunità isolane la percentuale di crescita è unica e rimane fissata all'11,5%.

Gli obiettivi del Patto devono essere riscontrati soltanto in fase gestionale , quindi per quanto riguarda gli impegni di spesa e i relativi pagamenti, mentre il riferimento alla fase previsionale è puramente indicativo.

Il controllo del rispetto degli obiettivi annuali del Patto , in termini di competenza e di cassa, è affidato per gli enti elencati all'Organo di revisione contabile che in caso di mancato conseguimento ne deve dare notizia al Ministero dell'Interno.

La normativa entrata in vigore con la nuova legge finanziaria prevede che gli enti interessati debbano inviare trimestralmente al Ministero dell'Economia e delle Finanze, entro trenta giorni dalla fine del trimestre di riferimento, le informazioni sulle gestioni di competenze e di cassa. La novità consiste anche nel tipo di trasmissione delle informazioni che deve avvenire attraverso l'esclusiva utilizzazione del sistema Web, a tale uso appositamente previsto. La circolare ministeriale continua con l'esame dei riflessi delle regole del "patto" sulle previsioni di bilancio, sulla popolazione di riferimento e su altri aspetti operativi delle norme, ma quello che ci interessa evidenziare sono le conseguenze politiche che queste hanno potuto avere nell'orientamento degli elettori nella recente campagna elettorale. Questa misura è stata fatta passare come una mannaia che ha tagliato le risorse per ogni tipo di attività degli enti locali e pertanto ha contribuito, contrariamente a quanto affermava il presidente del Consiglio in quella trasmissione, alla perdita elettorale dello schieramento da lui guidato.

Questo dimostra come una propaganda martellante e basata sulla semplificazione dei temi possa influire, non ostante le difficoltà tecniche dei provvedimenti, su un elettorato che ignaro dei parametri di Maastricht e dei vincoli imposti ai nostri bilanci è facilmente influenzabile. Altri esempi di questo tipo potrebbero essere fatti a dimostrazione di come si è venuto creando nel Paese un clima di sfiducia nei confronti della maggioranza di governo.

Riteniamo che tra i cambiamenti da introdurre nel nuovo patto di governo per rilanciare la maggioranza debba trovare spazio adeguato anche una maniera nuova e più efficace per presentare al Paese questo tipo di problemi.

Pino Vita