Cn 1-2 luglio/Replica del segretario

La strategia di Lisbona come la "nota aggiuntiva"

Replica al Consiglio nazionale del Pri, Roma, 2 luglio 2005.

di Francesco Nucara

La relazione che ho tenuto ha affrontato soprattutto i temi della ricerca scientifica, con particolare riguardo agli ogm, che sono diventati, per i media, "organismi giornalisticamente modificati", nel senso che i media, stravolgendo i dati scientifici, tendono a "impaurire" l'opinione pubblica. C'è un dibattito tra scienziati, e di questo dibattito si dà notizia solo delle opinioni di chi è contrario agli ogm.

L'altro problema riguarda l'energia elettronucleare. In tal senso il Pri è impegnato a sollevare il problema e di esso fare una battaglia di progresso, ricordando che il nucleare non è solo la bomba atomica e non è solo l'energia, ma un settore di ricerca che oggi si applica in medicina e che domani può avere risultati molto positivi per lo sviluppo del Paese.

Questo dev'essere l'impegno dei repubblicani per il prossimo futuro.

Un altro tema importante che ci riguarda molto da vicino è la "strategia di Lisbona". Il partito, tutto il partito, dev'essere orgoglioso del rientro al governo con la presenza di Giorgio La Malfa nel dicastero delle Politiche comunitarie. E' un'opportunità da non lasciarsi sfuggire per poter far valere con più forza le ragioni dei repubblicani.

A questo va aggiunto un altro evento politico, altrettanto importante, se non più importante. L'incarico dato a Giorgio La Malfa di coordinare i ministri competenti per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo. Nel contempo, da questo coordinamento, dovrà scaturire il Piano che sarà approvato dall'Unione Europea. Ho già detto nella relazione che questo piano potrebbe avere gli effetti della "nota aggiuntiva" di Ugo La Malfa, della quale tutt'oggi si discute dopo più di quarant'anni. La "nota aggiuntiva" è stata l'unico vero documento di programmazione del nostro Paese. Il Piano di Sviluppo da presentare a Bruxelles dovrebbe avere gli stessi effetti. Siamo sicuri che Giorgio ce la metterà tutta.

Alcuni amici si sono lamentati per gli articoli scritti per la "Voce" in risposta ad argomentazioni sull'area liberaldemocratica e sull'autonomia, che vorrebbe significare: né a destra né a sinistra.

Si sostiene che io abbia detto loro che sono un club di intellettuali. Dai toni mi è sembrato che si siano risentiti. Non mi sono risentito invece, io, per la serie di considerazioni di cui ho parlato diffusamente nella relazione. A me sembra che sia una gratifica se chiamo qualcuno intellettuale, come sarebbe una gratifica se definissi altri scienziati.

Tuttavia ribadisco che la politica è un'altra cosa. Intellettuali e scienziati possono dare spunti significativi, ma la loro attuazione dipende dalla politica, che spesso è frutto di compromessi, di pazienti attese e, quando è il caso, di rapide incursioni.

Ribadisco quanto ho detto ieri sul partito unico. Sono contrario! Trattandosi però di una scelta che coinvolgerà tutto il Pri, e i cui sviluppi potrebbero decretare la fine dell'Edera, se dovessi essere posto davanti a tale scelta sarà un congresso straordinario a decidere.

Per adesso mi pare tutto archiviato. Né aderiremmo ad un'eventuale aggregazione che ci portasse verso il Ppe: questo rimedio sarebbe peggio del male.

Il partito è cresciuto. La mancata visibilità, che per tanti anni è stato il cruccio degli amici, oggi la abbiamo.

Noi non siamo il partito della scienza e non siamo un partito monotematico, ma non avendo oggi la forza politica e organizzativa necessaria, affronteremo i problemi che riteniamo essenziali per lo sviluppo del Paese e daremo un contributo essenziale per risolvere detti problemi.

Dobbiamo rendere omogenea la forza elettorale, modesta ovviamente, che abbiamo nel Mezzogiorno d'Italia. Il prossimo appuntamento sarà la presenza nelle grandi aree urbane, e cominceremo dalla città simbolo del Paese: Milano.

Per quanto riguarda le situazioni locali io credo che, come rivendico l'attuazione della linea politica nazionale per avere una larga maggioranza, è giusto che questo avvenga a tutti i livelli.

Può darsi che nelle alleanze possano nascere dei problemi, ma la segreteria ha il dovere di affrontarli con le segreterie provinciali e regionali e, se sussistono le condizioni, trovare insieme a loro le soluzioni.

Le mozioni che vi proporrò saranno la sintesi del dibattito: conferma della leadership di Berlusconi nella coalizione dell'attuale maggioranza, il partito come riferimento del progresso scientifico, la strategia di Lisbona come premessa per il futuro del Paese e non dei partiti.

Non stiamo nella coalizione per aiutare questo o quel partito, o lo stesso Pri. Ci stiamo perché siamo fortemente convinti di poter aiutare l'Italia.