Giorgio La Malfa a Radio Radicale/Fazio è ancora consapevole dei problemi del Paese?

Una nuova legislazione contro gli scandali finanziari

Il Presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati Giorgio La Malfa ha concesso la seguente intervista a Radio Radicale il 24 dicembre scorso.
L'intervista (su "la Repubblica") con la quale il Governatore di Bankitalia Antonio Fazio declina ogni responsabilità sulle vicende della Cirio e di Parmalat non è piaciuta al Presidente della Commissione Finanze.

Presidente La Malfa, come giudica le considerazioni fatte dal Governatore di Bankitalia Antonio Fazio sulle vicende Cirio e Parmalat e lo scaricabarile nei confronti della Consob?

"Sono rimasto senza parole di fronte a questa specie di intervista che il Governatore di Bankitalia ha fatto. Il leit motiv di questo colloquio è stato: non c'è niente di cui preoccuparsi, noi non potevamo fare nulla, la Banca d'Italia non ha alcuna responsabilità. Le conclusioni cui sono arrivato sono queste: Fazio è sereno e nello stesso tempo ci sono decine di migliaia di risparmiatori che hanno perso molti soldi che avevano investito nelle azioni, nei bond della Parmalat, di Cirio. Inoltre, ci sono magistrati che stanno indagando su pesantissime responsabilità. Il "Financial Times" parla di un Paese, l'Italia, su cui non si può avere più fiducia. Se lui è sereno i casi sono due: o quello che la Banca d'Italia fa non ha a che vedere con tutto questo, oppure tanto vale scioglierla. L'istituto di via Nazionale non ha più compiti di politica monetaria, che ora spettano alla Banca centrale europea. Dunque, se non ha nemmeno compiti sulla vigilanza delle banche e sul risparmio, vuol dire che Bankitalia non serve più a niente oppure che questi compiti li ha. A questo punto, è necessario chiedersi nelle mani di chi è affidata la Banca d'Italia. Se il Governatore ha dei compiti e non si è accorto che ci sono decine di migliaia di risparmiatori che hanno perso i loro investimenti, che il credito del Paese è stato danneggiato da questi episodi e dice: "non possiamo fare nulla", allora resta da chiedersi se è un uomo inconsapevole o se non resta far altro che chiudere Bankitalia. Non so come si possa sfuggire a questa alternativa".

E' rimasto sorpreso dallo scaricabarile di Fazio?

"E' la via meno responsabile. Non c'è motivo di tenere aperta la Banca d'Italia. E' un atteggiamento talmente sbagliato che io mi domando se Fazio non abbia perso la consapevolezza dei problemi del Paese. Questa è la cosa grave dell'intervista. Fazio è un uomo inconsapevole".

Quali iniziative dovrebbero essere prese per questo comportamento di Bankitalia?

"La Camera dei deputati condurrà un'indagine nei prossimi giorni, avviata dall'onorevole Tabacci (presidente della Commissione attività produttive, ndr) e da me, su cui vi è il sostegno forte del Presidente della Camera e delle forze politiche di opposizione, che hanno insistito su questa iniziativa. Lo ha fatto l'onorevole Letta della Margherita e lo ha fatto anche l'ex ministro Bersani. Il clima è molto positivo e ci sono i presupposti per svolgere un buon lavoro sui mercati finanziari, sul lavoro, sulla vigilanza. Il governo deve prendere delle iniziative. Noi facciamo la nostra parte e credo che la crisi sia molto profonda. Quando negli Stati Uniti è scoppiato il caso Enron è cambiato il sistema dei controlli, sono cambiati gli uomini, è stata fatta una nuova legislazione".

Lei si sente di dare un consiglio al ministro Tremonti? Come valuta le accuse fatte dall'opposizione sulla legge che riguarda il falso in bilancio?

"Non dò consigli a Tremonti. Il ministro del Tesoro ha le capacità e una responsabilità istituzionale di cui è ben consapevole, visto che il problema era stato posto da lui nei mesi precedenti. Per quanto riguarda il falso in bilancio, avevo detto che è chiaro che la normativa varata in questa legislatura non ha a che fare con le vicende in corso. Il ragioner Tomba, direttore finanziario di Parmalat, ha detto ai magistrati di Milano che le falsificazioni dei bilanci sono cominciate 15 anni fa. La legge sul falso in bilancio è cambiata un anno fa. Io sono contrario ad una riapertura del dibattito sulla legge che riguarda il falso in bilancio. Tutta legislazione in materia che c'è negli Stati Uniti e anche in Italia ci insegna che vi sono delle fasi in cui la legge si indurisce e si attenua. Da questo punto di vista possono essere discussi alcuni aspetti delle pene sul falso in bilancio".

Su queste vicende ci sono delle riflessioni da fare sull'atteggiamento del mondo della finanza cattolica dopo le considerazioni di Fazio sui casi Cirio e Parmalat?

"Il grande banchiere della Comit Mattioli non faceva questa distinzione e ricordava che ci sono buoni banchieri e cattivi banchieri. I buoni banchieri possono essere sia laici che cattolici. Su questo argomento io la penso come Mattioli. Qui non c'è un problema ideologico, ma persone che sono adatte a certi momenti. Il Governatore della Banca d'Italia deve avere alcune caratteristiche: deve conoscere la situazione delle banche e quella delle imprese fino in fondo, e deve essere equidistante e terzo rispetto a tutti. Fazio non ha queste caratteristiche e non ha la conoscenza. L'attuale governatore viene dall'Ufficio studi della Banca d'Italia e dalla parte monetaria della macroeconomia su cui Bankitalia non ha più molto da fare. Mentre i grandi governatori della Banca d'Italia sono stati Donato Menichella, Guido Carli e Paolo Baffi. Ad esempio, Menichella veniva dall'Iri e conosceva i problemi delle imprese. L'atteggiamento di Antonio Fazio non va bene. I capi di banche che Fazio ha sponsorizzato hanno commesso molti errori nelle vicende che abbiamo visto: questo è un problema".

(intervista a cura di Lanfranco Palazzolo)