Le innovazioni presenti nella Legge Gasparri sul sistema delle comunicazioni/Approvata la legge, ora si deve lavorare per ottenere dei risultati concreti Nuove tecnologie e vecchie polemiche di Riccardo Masini L'approvazione del Disegno di Legge per il riassetto del sistema televisivo è stato l'episodio finale di un lungo iter legislativo che, come era prevedibile, è stato oggetto di un aspro dibattito. C'è da dire però che le obiezioni nei confronti di questo provvedimento, che ha l'ambizioso obbiettivo di ridefinire l'intero sistema delle comunicazioni del nostro Paese, sono state portate avanti in un'ottica piuttosto limitata, senza cioè rendersi conto della reale portata delle innovazioni prospettate. Vale dunque la pena di focalizzare l'attenzione sugli aspetti di questa legge che risultano più interessanti dal punto di vista delle politiche di modernizzazione tecnologica. In una recente intervista il Ministro Gasparri ha affermato di sentirsi come un Ministro della Giustizia che abbia riscritto in meno di due anni e mezzo il codice civile e il codice penale. In effetti, è difficile non rimanere colpiti dalla vastità dell'impianto normativo venutosi a formare con il combinato tra questa legge e il nuovo Codice delle Comunicazioni (emanato il Primo Agosto 2003). In particolare, balzano all'attenzione le norme riguardanti gli incentivi e le scadenze che dovrebbero garantire il passaggio alla televisione digitale terrestre entro il Primo Gennaio 2006 (scadenza fissata dalla legge 66 del 2001), le quali pongono l'Italia all'avanguardia nell'ambito del grande progetto comunitario eEurope per l'ammodernamento dell'Unione. La nuova modalità di trasmissione televisiva costituisce infatti una vera e propria rivoluzione nell'ambito delle tecnologie della comunicazione, e sarebbe più facile elencare ciò che non è in grado di fare piuttosto che quello che può offrire in termini di servizi e prestazioni. La televisione digitale differisce da quella analogica tradizionale per il fatto che le sue trasmissioni sono composte da dati informatici, non dissimili da quelli che attualmente si scambiano sulla rete Internet. Ciò trasformerà l'attuale "spettatore" televisivo costretto a saltare da un palinsesto all'altro, in un "utente" in grado di scegliere personalmente i programmi che più soddisfano i suoi interessi anche grazie alla moltiplicazione dei canali che possono essere ospitati su di un'unica frequenza. Allo stesso tempo, la possibilità di usare il televisore come un terminale telematico gli permetterà di usufruire di numerosi servizi pubblici che al momento stanno facendo la loro comparsa su Internet. Considerando che, a differenza del web, la tv digitale mantiene l'accessibilità e la facilità d'uso di un normale apparecchio televisivo appare evidente come una diffusione di massa di tale strumento rappresenti un fattore determinante nel successo dell'e-government, l'applicazione dell'informatica all'attività dell'apparato pubblico. Seguire in tempo reale l'andamento di una pratica istruita presso un ente previdenziale o effettuare il pagamento di un'imposta rimanendo seduti nel salotto di casa non è più fantascienza, ma un futuro possibile a patto di realizzare i supporti tecnologici necessari alla riuscita di questi progetti. In tutto ciò, alla vigilia di un cambiamento potenzialmente epocale nel modo di concepire la comunicazione e anche nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini, l'opposizione non sa fare di meglio che gridare allo scandalo costituzionale per le nuove modalità di nomina del CdA della RAI o formulare foschi presagi di un imminente regime. Dispiace constatare come le forze della Sinistra non presentino una propria proposta per incoraggiare e indirizzare il processo di innovazione dell'Italia, ma rimangano ancorate a vecchie logiche di potere sentenziando a priori il fallimento dei progetti più avanzati. Naturalmente rimangono molte difficoltà da superare per raggiungere questi obbiettivi, e soprattutto resta da vedere se nei prossimi mesi il progetto continuerà ad essere sostenuto con lo stesso impegno con il quale è stato portato avanti finora. Tuttavia si deve apprezzare il fatto che sia stata adottata una visione organica e realistica dell'innovazione tecnologica, nella speranza che si abbia il coraggio e la forza di creare le condizioni economiche e politiche per tradurla in risultati concreti. |