Il convegno del Pri di Cesena sulla riforma costituzionale/Interventi di Tommaso Frosini, Luciano Vandelli e le conclusioni di Luisa Babini Un progetto che contiene pregi e difetti Si è svolto nei giorni scorsi il Convegno dal titolo "La Costituzione di tutti o la Costituzione di alcuni?" promosso dal PRI di Cesena. La vivace e competente esposizione dei prestigiosi relatori (Prof. Tommaso Frosini Docente di Diritto pubblico all’Università di Sassari, l’Assessore regionale alle autonomie locali Prof. Luciano Vandelli e dal Consigliere regionale PRI Luisa Babini) ha permesso al segretario Renato Lelli di orientare il dibattito sulle questioni tecniche del progetto di riforma costituzionale proposta dal governo Berlusconi, evitando perciò di cadere nella solita discussione ideologica e faziosa. I Repubblicani cesenati vogliono esprimere così la preoccupazione per le sorti del Paese e intendono rinnovare l’impegno a difesa della Costituzione italiana. Il Prof. Tommaso Frosini ha cercato di esporre i pochi pregi e vantaggi della proposta di riforma costituzionale. La sua analisi parte dal 1994 anno della riforma elettorale in senso maggioritario, che trasforma il contesto politico e il rapporto dei cittadini con un sistema dei partiti consolidato in due schieramenti contrapposti. Nel 2001 è introdotta la riforma del Titolo V della Costituzione, che modifica i rapporti stato-regione parificando Regioni, Province e Comuni. Per Frosini è in questo decennio che nasce l’esigenza di codificare il cambiamento in una riforma costituzionale, che permetta al cittadino di ritrovare i principi che regolano la creazione, la vita e la morte di un governo nella Carta Costituzionale. Pur sottolineando alcuni dubbi sul potere di scioglimento del premier e sulla mancanza di elasticità nella divisione delle competenze, il professor Frosini, membro anche della Direzione Nazionale PRI, conclude il suo intervento sostenendo che la Costituzione deve essere il punto di riferimento per tutti i cittadini italiani. L’Ass. Luciano Vandelli, osserva che occorre la "funzionalità" delle istituzioni, mentre questa riforma produce una paralisi dello Stato. Per dare vita alla Devolution "Bossiana" si è ingegnato un sistema di materie concorrenti, in cui prevalgono a volte il Senato federale e altre volte la Camera. Il risultato è una generale confusione in cui gli Enti non hanno competenze definite e ognuno di essi può rivendicare un’autonomia legislativa, al costo di un’esplosione di ricorsi davanti alla Corte Costituzionale. Per il Prof. Vandelli la ricetta segreta è uno Stato fermo nella definizione dei principi generali, cui i cittadini devono rapportarsi, e flessibile nella applicazione delle regole, modulate in base alle diverse esigenze. La Consigliera Luisa Babini conclude la manifestazione ringraziando Frosini e Vandelli per le loro riflessioni che agevolano il giudizio su questa riforma. Per la Babini i Repubblicani devono opporsi a questa modifica sconclusionata della Costituzione, che sembra originare da un disegno politico più ampio, orchestrato da Berlusconi per trasformarsi in quello che definisce "un uomo solo al comando". In questo quadro di conflitto perenne con la paralisi totale delle istituzioni, aggravata dall’introduzione di una lunga serie di leggi ad personam (legge sulle telecomunicazioni, mantenimento del conflitto di interessi, legge Cirami, lodo Schifani, abolizione falso in Bilancio, infinita serie di condoni, continui attacchi all’autonomia della magistratura) si prosegue con l’introduzione di un Premierato forte, senza il contrappeso del Presidente della Repubblica, il che porta ad immaginare una società che non piace ai Repubblicani. L’introduzione del premierato avrebbe un solo risultato, quello di riportare i cittadini ad essere dei sudditi, sotto il giogo di un solo uomo, che ricorda un monarca assoluto. Polizie locali, scuole e sanità regionali per finire ci fanno vedere un quadro preoccupante per un Partito quale il PRI che ha contribuito a fare l’Unità d’Italia, che ha dato importanti contributi nella fase Costituente e non può accettare un tale quadro. Spero che tutti i Repubblicani romagnoli abbiano un sussulto di orgoglio e facciano sentire la loro contrarietà a questo disegno. Paolo Montesi segretario sezione "Macrelli" Pri Ronta (Cesena) |