Chianciano Terme, le conclusioni/Il documento finale redatto da tutti i partecipanti Pri: una storia che si intreccia con quella dell’Italia Questo ultimo resoconto è predisposto ed inviato alla "Voce" a più di tre giorni di distanza dalla chiusura del corso di Chianciano avvenuta venerdì 17. È un po’ più lungo dei precedenti in quanto racchiude il lavoro svolto nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. Giornate intensissime che non hanno consentito ai giovani repubblicani, pur volenterosi, di andare oltre la predisposizione di quegli appunti che ora vengono razionalizzati in questo sunto. Mercoledì 15. L’intera giornata, esclusa la breve parentesi dell’amico Pino Vita che ci ha intrattenuto parlandoci di Regioni ed enti locali e di partito, è dedicata ai temi della scienza. Apre le lezioni il Prof. Michele La Placa parlandoci di quelle che sono le nuove frontiere della scienza e dei tanti risvolti che hanno da un punto di vista politico ma anche etico. In particolare, ad essere trattato è il tema degli OGM (organismi geneticamente modificati). Parte del DNA di un organismo viene inserito nelle cellule di un altro organismo, della stessa specie o di specie diversa, per imitarne alcune caratteristiche, per esempio la resistenza a parassiti. Oggi, ha sottolineato il professore, è diffusa l’idea che queste piante causino gravi danni alla salute. L’opinione pubblica è sospettosa, per non dire atterrita, nei confronti dei prodotti alimentari che contengono OGM. Tutto questo però è frutto di cattiva informazione, soprattutto se si pensa ai gravissimi danni per la salute causati invece dalle colture tradizionali, tramite l’utilizzo di pesticidi chimici. Per poter dire che un prodotto fa male non bisogna abbandonarsi ai sospetti: oggi non ci sono certezze, quindi occorre procedere sulla strada della ricerca e certamente non vietarla. Bisogna affidarsi al metodo galileiano in base al quale solo attraverso sensate esperienze e certe dimostrazioni si potrà giungere ad affermare se gli OGM causano dei problemi alla nostra salute. Ad oggi questo non può essere sostenuto, e non lo può essere anche basandosi sulle razionali previsioni che la ricerca finora condotta consente di trarre. Nel pomeriggio un’appassionata lezione della Prof.ssa Katia Mammola ci induce a ragionare a lungo sui tanti problemi connessi alle biotecnologie: intorno a queste vi sono "luci ed ombre", come dice lo stesso titolo del lavoro appositamente preparato dalla professoressa per farci entrare più nel dettaglio in questo particolare settore della scienza. La lezione è stata condotta attraverso l’ausilio di una serie di diapositive ed il costante confronto con le idee che noi stessi abbiamo potuto esprimere. Moltissime le nozioni scientifiche che vengono portate alla nostra attenzione, che suscitano in noi una certezza: dobbiamo tenere un atteggiamento non pregiudiziale né fazioso o strumentale, ma anzi incentivare le sperimentazioni in laboratorio e contestualmente fornire adeguata informazione. Giovedì 16. Il puntualissimo Professor Riccardo Gallo, con una parlata sciolta, franca e nel contempo ricca di termini economici, ha catturato subito l’attenzione di tutti noi ragazzi parlandoci del tema: "La politica industriale in Italia. Le imprese tra assistenza e competitività". Il professore ha sottolineato come, per essere critici di fronte all’attuale situazione economica (che viene dipinta a tinte fosche) ed averne una visione lucida (tipica del pensiero repubblicano), sia necessario trovare nella stessa storia industriale-economica italiana i punti cardine che hanno influenzato tutte le vicissitudini economiche italiane. Ci ha condotto così in un lungo viaggio: da quando negli anni Cinquanta grazie ad Ugo La Malfa l’Italia si aprì alla libertà degli scambi, passando per i tanti tentativi per rilanciare il Sud, tra cui la Cassa per il Mezzogiorno, fino al perverso meccanismo delle partecipazioni statali, al progetto di programmazione economica di La Malfa del 1963, alla situazione economica del 1973 in seguito alla crisi petrolifera, alla necessità, espressa sempre da La Malfa, di introdurre elementi di dinamica intersettoriale e di responsabilizzazione degli attori economici, agli anni ‘80 in cui la Fiat si fece modello della riconquista della produttività e dell’innovazione tecnologica, ai ‘90, infine, durante i quali i repubblicani, pur presenti in materia di decisioni (a loro è dovuta l’implementazione del progetto Antitrust), sono purtroppo assenti dalle"stanze dei bottoni" (in mano ai cattolici di sinistra). Dopo quasi un’ora e mezzo di spiegazioni, noi giovani abbiamo potuto appurare come il pensiero repubblicano sia sempre stato presente in tutta la storia economica ed industriale del nostro Paese e come sia da stimolo, consapevoli che toccherà anche a noi dare il nostro contributo. Nel pomeriggio, la Professoressa Lilia Alberghina ci ha evidenziato come la ricerca e l’innovazione siano i motori dello sviluppo di un Paese. La situazione italiana è particolarmente drammatica: da quindici anni il nostro Paese ha decrementato la destinazione di risorse per la ricerca conducendola ad uno striminzito 1,2% del PIL. Se si pensa che la media europea si attesta sul 2-3% del PIL giungendo a picchi di 5-6%, non possiamo non evidenziare come la ricerca a questi livelli sia segno di "accattonaggio". Quel che bisogna al più presto fare è stimolare la ricerca di base e consentire il passaggio dei ritrovati della ricerca al processo economico. In particolare, la professoressa ha illustrato il disegno di legge, d’iniziativa del senatore Del Pennino e del senatore Castagnetti, volto alla promozione di distretti di ricerca e d’imprenditorialità biotecnologica che forniscono servizi e supporti logistici ed operativi alle imprese operanti nel settore biotecnologico e si caratterizzano per la presenza di università e centri di ricerca, di imprese operanti nel settore delle biotecnologie, di società regionali per il finanziamento di imprese o iniziative imprenditoriali, di un’adeguata rete di servizi e di strutture logistiche di supporto alle iniziative imprenditoriali. Nel tardo pomeriggio, il senatore Antonio Del Pennino ci ha illustrato quelle che sono le modifiche costituzionali all’esame del Parlamento. Non mancando di criticare la modifica fatta dal centrosinistra nel 2001, il senatore evidenzia, attraverso l’analisi puntuale delle norme relative alla forma di governo, al Senato federale, alle competenze legislative Stato-Regioni, e ad altri aspetti quali Roma capitale, come si sia in presenza di una riforma costituzionale che suscita molti motivi di perplessità e rivela la necessità, sotto diversi punti di vista, di non marginali correzioni. Al termine di una giornata intensissima, l’onorevole Italico Santoro ci ha intrattenuto in una piacevole conversazione che, sospesa per l’ultima notte nell’eremo, è continuata l’indomani, venerdì 17. I temi che hanno animato l’ultima lezione del corso sono quelli di politica internazionale: il difficile rapporto tra Europa e Stati Uniti, la complicata situazione mediorientale e le prospettive di possibile pacificazione ora che il leader palestinese Arafat è scomparso, la lotta al terrorismo, il nuovo ruolo dell’ONU. Il corso si è chiuso con la visita del Segretario Nazionale del PRI, onorevole Francesco Nucara. Qualcuno dice che dopo le cinque giornate di Chianciano arriva il Maresciallo Radetzky Nucara: l’"ultimatum" che ci era stato rivolto ad inizio corso era di una sorta di interrogazione! In realtà le ansie sono del tutto ingiustificate e la conversazione, condotta da noi giovani, naviga tra ringraziamenti, impressioni personali, interessi suscitati dalle lezioni, consigli e suggerimenti per il futuro. Tutti vorremmo ripetere questa esperienza che indelebilmente segna la nostra vita politica e non solo, visto che dal confronto sono nate amicizie (e forse qualche amore!). Sperando di essere usciti da un periodo in cui i giovani nel partito erano ingessati, pochissimi e contavano niente, siamo consapevoli che sta a noi raccogliere la sfida per costruire quel gruppo di giovani repubblicani che possono finalmente dare un po’ di luce al futuro del partito. I giovani partecipanti al corso |