Intervista a Giorgio La Malfa/Derivati: al via l'indagine della Commissione Finanze Sono a rischio gli utili di migliaia di aziende italiane Intervista a Giorgio La Malfa, a cura di Alessandra Puato, "CorrierEconomia", 13 dicembre 2004. Avrebbe "voluto già chiuderla" l'indagine sui derivati. "Speravo di iniziare a settembre e finire a Natale ma ho avuto una difficoltà: Confindustria non indicava un interlocutore che venisse a parlare. Ho dovuto telefonare di persona a Montezemolo" Giorgio La Malfa presiede la Commissione Finanze alla Camera, che ha avviato un'indagine conoscitiva sulla vicenda –scandalo dei derivati: i prodotti finanziari che hanno scommesso, sbagliando, sulla crescita dei tassi e del cambio dollaro-euro. E che, collocati dalle banche alle imprese, anche con pressioni, stanno mettendo a rischio gli utili di decine di migliaia di aziende italiane. Le banche hanno rimproverato alle imprese la scarsa cultura finanziaria, l'industria - in modo informale - ha accusato il sistema creditizio di poca trasparenza. Ma l'associazione presieduta da Luca di Montezemolo si è sempre sottratta, finora, ai commenti ufficiali. Finalmente è stato fissato l'inizio delle audizioni parlamentari: domani, 14 dicembre. Tre mesi dopo l'annuncio della richiesta di apertura dell'indagine. "Confindustria ci ha preso molto tempo, ho voluto attendere la loro disponibilità", dice La Malfa. Sarà proprio l'associazione di Viale dell'Astronomia a essere ascoltata per prima, benché il mese scorso abbia negato di partecipare: è convocata per le 8.30. "E' la prima volta che Confindustria viene chiamata a un'indagine parlamentare finanziaria", dice La Malfa. Nei giorni seguenti sarà la volta della Banca d'Italia e poi di Consob, Abi, associazioni dei consumatori, economisti come Paolo Savona e anche degli enti locali, coinvolti nella bolla-derivati come le imprese, denuncia La Malfa. Che qui parla di "perdite potenti" e mercoledì prossimo, 15 dicembre, terrà un discorso a Milano, all'Hotel Principe & Savoia, al convegno "Le nuove prospettive dei prodotti derivati per le imprese" organizzato da Paradigma. Onorevole, perché avete avviato quest'indagine? "Nei mesi scorsi, da una serie di inchieste giornalistiche, è emersa una conferma a un'informazione che avevamo già: diverse imprese, piccole e medie, avevano acquistato importanti posizioni nel campo dei derivati. E questa situazione avrebbe dato luogo a potenti perdite. Ci risultano cause penali e civili avviate da piccoli imprenditori verso aziende bancarie su derivati che si sono rivelati cattivi affari. Valeva la pena di fare degli accertamenti". Qual è l'entità del fenomeno? "Ci aspettiamo di saperlo da Confindustria". Ci potranno essere sanzioni? "No, assolutamente. L'indagine ha solo valore conoscitivo: si tratta di accertare le cose. Ma vogliamo anche approfondire il problema dei derivati nei Comuni e negli enti locali. Ci risultano molte operazioni importanti, con accumulo di perdite nella pubblica amministrazione. Sarà convocata la direzione del ministero del Tesoro che se ne occupa. E, siccome la materia è complessissima, speriamo di ascoltare gli esperti per conoscere meglio le problematiche: per esempio, Paolo Savona, che ha studiato i derivati per molto tempo. Ne chiarirà gli effetti". Chi sentirete per primo? "Confindustria. Sono stati i primi a essere convocati e ho voluto attendere la loro disponibilità prima di cominciare. La richiesta è partita a settembre ma la risposta è arrivata soltanto quindici giorni fa. A un certo punto ho chiamato il presidente, Luca di Montezemolo, chiedendogli se ritenevano il tema importante o no: altrimenti lasciamo perdere, ho detto. Dopo una decina di giorni ho avuto l'indicazione sull'interlocutore". Perché hanno aspettato? "Non sta a me dirlo. Forse temevano polemiche con le banche". Ci sono precedenti? "No, è la prima volta che in Parlamento si apre un'indagine su una questione del genere. I derivati si sono sviluppati negli ultimi anni, non c'era mai stato allarme. Ma il tema è diventato importantissimo, l'appesantimento dei bilanci è forte". E' finito sotto accusa l'articolo 31 del regolamento Consob, che solleva le banche da responsabilità, se chi firma il contratto si dichiara "operatore qualificato". La Consob lo sta cambiando ma aspetta l'audizione. "La Consob si è preparata con scrupolo a quest'audizione, da quanto ho potuto capire parlando con il suo presidente". Avete convocato anche le associazioni dei consumatori. Perché? "L'hanno chiesto loro ed è sempre utile: My Way è un caso di derivati. E, quando si avvia un indagine come questa, si apre la strada ad altre". |