Intervista a Caterina Laria, assessore alle Politiche sociali del Comune di Catanzaro/Una città che rispecchia il generale disagio del Mezzogiorno. Un lavoro portato avanti con approccio "tecnico" "Combattere la marginalità ma evitando l’assistenzialismo" Caterina Laria, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro. Eletta in Forza Italia, proviene dal Partito socialista. Le abbiamo chiesto di fare un bilancio della sua attività, che si svolge in un’area dove il tema del " disagio" è all’ordine del giorno, a trecentosessanta gradi. Dunque, assessore, Catanzaro e il disagio. Quale sono le note maggiormente dolenti ? E’ una città che si distingue, in questo campo, per qualcosa di particolare? La Città rispecchia la situazione generale di disagio, che si ritrova un po’ nel meridione : la crisi del mercato del lavoro indubbiamente è una delle principali cause. Altro problema è rappresentato dal fenomeno della tossicodipendenza che ultimamente ha avuto un incremento inquietante, in quanto i dati in possesso dell’Assessorato registrano una nuova tendenza: l’eroina non è più la regina delle droghe, ma la cocaina. Inoltre, anche l’età di approccio che si attestava sui 15-18 anni è scesa ai 12 anni. Senza dubbio nella mia città un dato rilevante è "l’emergenza abitativa": da quasi 15 anni l’edilizia popolare è bloccata. Parliamo dei disabili. Lei ha denunciato quello che definisce l’errore di molte famiglie nei confronti del problema. Cioè il "chiudersi a riccio". Una mentalità da cambiare, così come non bisogna, sono sue parole, ricadere nel puro assistenzialismo .... E’ vero quello che lei dice, sono fermamente convinta, come persona e come medico, che il disabile sia una risorsa da potenziare e la famiglia vada supportata in questa direzione; pertanto, abbiamo attivato momenti di riabilitazione, recupero e integrazione fino a giungere in via sperimentale ad inserimenti lavorativi mirati. Il percorso non è stato facile, vuoi per una cultura della società civile che ancora non accetta totalmente il diverso, vuoi per le scarse risorse di cui l’Assessorato dispone. Qualche polemica, in merito all’argomento disabili, c’è stata col suo collega di Forza Italia, il consigliere Antonio Corsi... Premetto che i rapporti con il consigliere Corsi sono stati e sono ottimi. La polemica a cui lei fa riferimento, se polemica si può chiamare, è frutto di una scarsa conoscenza della problematica da parte dello stesso. Infatti, l’utilizzo degli obiettori di coscienza, cui lo stesso consigliere faceva riferimento è regolato da apposita convenzione che prevede un utilizzo di esclusiva vigilanza sul mezzo di trasporto. L’utilizzo diverso potrebbe determinare conseguenze civili, penali ed amministrative. E ora passiamo al tema "extracomunitari." Anche la problematica degli extracomunitari è all’attenzione dell’Assessorato. Apposito osservatorio è stato costituito per monitorare i flussi migratori. Dai dati in mio possesso, la nazionalità degli extracomunitari maggiormente presente nel territorio cittadino è quella marocchina, seguono i polacchi e gli altri. E’ stato istituito un ufficio per fornire informazioni agli immigrati, ai quali si dà assistenza anche sanitaria e legale. Coloro che sono senza fissa dimora possono, naturalmente per brevi periodi, trovare accoglienza in una struttura convenzionata con l’Amministrazione Comunale. Per gli extracomunitari residenti, in possesso di regolare permesso di soggiorno o carta di soggiorno sono previsti contributi economici e contributi alloggiativi. Per facilitare l’integrazione nel tessuto sociale, sono stati svolti corsi di lingua araba e di lingua italiana. Particolare attenzione è stata rivolta ai minori che fruiscono di tutti i servizi attivati dal nostro settore. I rapporti con l’opposizione in Consiglio comunale, in particolar modo per quanto riguarda le aree di cui lei si occupa . Buoni. L’opposizione, deve dare atto che, pur rilevando la scarsità dei mezzi messi a disposizione dell’Assessorato, ha riconosciuto la bontà dei risultati conseguiti con una impostazione più tecnica che politica. E chiudiamo con Forza Italia: la sua esperienza di socialista confluita in questo vasto raggruppamento. Da un partito " tradizionale" come il Psi, a una formazione di fine anni Ottanta. Cosa le piace, in cosa non è d’accordo rispetto alle strutture interne che regolano la formazione del presidente del Consiglio? L’esperienza socialista non deriva da una militanza specifica ma trae origine da un entusiasmo storico-culturale, suscitato dalle fascinose teorie di Proudhon e Saint-Simon, come epilogo, se non evoluzione, del pensiero laico, vero e proprio volano dei grandi sommovimenti risorgimentali. Cosa dire di Forza Italia? E’ una formazione nata come movimento verticistico e tale è rimasta. Ci si parla tramite la carta stampata e poco interessa la militanza e l’appartenenza; per cui, se necessario, anche la delegittimazione di portatori di cariche elettive diventa cosa di poco conto. Oltretutto, non ha sviluppato una propria cultura e rimane ancorata ad una concezione estremamente pragmatica e liberista della gestione politica. I simpatizzanti, naturalmente, in questo clima scelgono di allontanarsi sempre di più. Si avverte, ormai irreversibilmente, il bisogno di tornare al concetto di Partito: nel senso tradizionale, per la certezza delle identità, per le sue radici stabilmente fissate nel territorio. Il Partito, insomma che, in aggiunta alla propria storia, possa offrire una struttura organizzativa ed uno statuto che, nel fissare ruoli, regole e principi - apparentemente impositivi - in realtà costituiscono una vera e propria tutela per chi è organico e funzionale al Partito, per i militanti e per quanti, esponendosi nell’agone elettorale, sono tenuti a trasmettere agli elettori stabilità ed affidabilità politica. In un clima ondivago, quindi, tipico di un movimento che non riesce a dare concrete risposte ai cittadini, è fisiologico - specialmente per chi vanta una pregressa esperienza in un partito tradizionale - registrare momenti di disorientamento politico, confusione e demotivazione. Come supera allo stato questa conflittualità interiore? Tentando di risolvere, sul piano squisitamente tecnico ed attingendo ad una profonda cultura dalle radici spiccatamente laiche, i nodi di criticità che si riscontrano e vanno crescendo nel tessuto sociale meno abbiente e più debole della mia città. Lusingata, ringrazio la direzione della "Voce Repubblicana" per l’attenzione che ha voluto rivolgere alla mia persona, alla mia funzione ed alle legittime aspettative della collettività del Capoluogo di Regione. (intervista a cura di f. be.) |