Il Consiglio europeo avvia l’ingresso della Turchia nella Ue/Giudizio negativo del Pri di Catania sulla manifestazione della Lega Nord

Sì ad una Turchia laica nell’Unione europea

La manifestazione promossa con tanta enfasi dalla Lega Nord contro l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea offre lo spunto per alcune riflessioni in merito alla non semplice questione, purtroppo spesso sbrigativamente liquidata da buona parte del mondo politico o con dei no immotivati o con dei sì talora ben poco convinti.

La Turchia è un paese di ormai oltre 70 milioni di abitanti distribuiti su di una superficie che è più del doppio rispetto a quella italiana. Un gigante dalle immense risorse economiche ed umane, finora imbrigliate da problemi sia politici (la lunga fase dei governi militari), che strutturali, ma in potenza in grado di porre Ankara ai primi posti della competitività mondiale. L’ingresso della Turchia nell’Unione Europea faciliterebbe enormemente la piena realizzazione delle potenzialità ancora inespresse del suo popolo, con grandi vantaggi per tutti i partner europei, Italia in primo luogo, considerati gli stretti legami storici fra le due nazioni.

Inoltre, anche dal punto di vista geostrategico, l’ingresso della Turchia nell’Unione sarebbe una mossa di notevole lungimiranza da parte dell’Occidente intero. L’odierna Turchia forgiata da Kemal Ataturk sulle ceneri dell’Impero ottomano è uno Stato assolutamente laico, in cui le tendenze fondamentaliste che oggi squassano l’Islam dal Marocco al sud est asiatico di fatto non esistono o, comunque, sono ridotte ai minimi termini e sempre eterodirette. Le istituzioni e la società turche sono secolarizzate alla radice ed il Partito islamico democratico (Akp) di ispirazione religiosa che esprime il premier in carica Recep Erdogan è in tutto e per tutto paragonabile alla nostra Democrazia cristiana, formazione politica moderata per antonomasia.

Nell’attuale contesto internazionale, con il terrorismo globale di matrice jihadista impegnato a seminare il terrore nel mondo, proseguire il processo di integrazione europea di Ankara sarebbe un segnale fortissimo per tutto il mondo islamico. La Turchia nell’Unione direbbe a chiare lettere alla Umma intera, la comunità dei credenti mussulmani, che l’Islam moderato può aspirare ad uscire dal tunnel del sottosviluppo ed essere pienamente integrato in quel Primo Mondo oggi purtroppo per molti lontano anni luce.

Per inciso, è necessario sottolineare come la Lega Nord, con la sua dura presa di posizione anti-turca, per l’ennesima volta marchi le profonde differenze che la separano dalla Casa delle Libertà, rassemblement di cui comunque fa parte. Mentre il premier Silvio Berlusconi è in prima linea nella battaglia per l’ingresso di Ankara nell’Unione, la Lega Nord manifesta in piazza le proprie pulsioni settarie, anacronistiche e sommamente incolte. Tutto ciò è singolare e certo pone un problema politico non più ignorabile.

Giuseppe Pagano responsabile per le Politiche del Mediterraneo del Pri di Catania