Le rilevazioni dell’Istat sulla forza lavoro e la Finanziaria 2005/Il "pacchetto Sud" e il condizionamento negativo della criminalità sullo sviluppo Disoccupazione in calo ma il Sud non decolla di Pino Vita* I dati dell’Istat sulla rilevazione della forza lavoro, relativi al terzo trimestre del 2004, hanno evidenziato che il tasso di disoccupazione è sceso al 7,4% e che per ritrovare una percentuale così bassa occorre tornare indietro di trent’anni. Il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco ha espresso grande compiacimento per questo risultato ed ha sottolineato: "E’ la dimostrazione che le riforme strutturali stanno ottenendo risultati positivi." A nostro avviso l’esame specifico dei dati fa emergere due considerazioni: la prima chiarisce che il "catastrofismo" della sinistra e di larga parte della stampa che accompagna l’attività di governo e le relative iniziative viene smentito dai risultati dell’indagine, che presenta sul tasso di disoccupazione cifre che per ritrovarle occorre tornare addirittura agli anni settanta; la seconda riguarda la conferma che le distanze tra Nord e Sud rimangono, purtroppo, invariate e che, se c’è un segnale positivo in economia, come l’aumento dell’occupazione, si verifica nel Centro-Nord. Rimanendo ai numeri, la disoccupazione è scesa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso di ben sei punti e sono 1,8 milioni le persone in cerca di occupazione: 137.000 in meno rispetto al 2003 Questo risultato è dovuto da una parte alla crescita dell’occupazione che corrisponde allo 0,4% in più pari ad un aumento di 93.000 occupati, e dall’altra anche alla diminuzione delle forze lavoro ( 0,2% pari a 44.000 unità in meno) che nel Sud è stata rilevante. Nel Mezzogiorno, infatti, 112.000 persone hanno effettuato "una rinuncia" a ricercare concretamente un impiego, per cui il risultato è stato di 17.000 occupati in più e di 95.000 persone in meno tra le forze lavoro. Le classifiche dell’Istat dicono che gli occupati sono 22.485.000: una cifra che vuol dire 93.000 in più dell’anno precedente, anche se l’aumento(+0,7%) riguarda soltanto la componente maschile. L’aumento maggiore si registra nel Nord con una crescita di 49.000 occupati, pari allo 0,4% mentre nel Sud risultano soltanto 17.000 lavoratori in più, pari allo 0,3%.. Dall’esame complessivo, invece, dei dati numerici sulle forze lavoro risulta che queste hanno perso terreno rispetto ad un anno fa, fermandosi a 24.286.000 unità, vale a dire 44.000 persone in meno e per l’Istat tale calo è avvenuto al Sud ( - 95.000) mentre nel Centro e nel Nord c’è stato un aumento di 13.000 unità. Il calo ha toccato, soprattutto, le fasce dei più giovani e delle donne che hanno rinunziato alla ricerca di un impiego. L’ultima Finanziaria licenziata dal Senato ed ora all’esame della Camera dove sarà approvata entro la fine dell’anno ha varato un "Pacchetto Sud", composto da una serie di misure per rilanciare il Mezzogiorno. Viene, infatti, istituito uno "strumento flessibile" per attrarre investimenti nelle aree che sono state scarsamente utilizzate per gli investimenti. In particolare, sarà Sviluppo Italia a concedere le agevolazioni alle imprese ‘‘capaci di produrre effetti economici addizionali e durevoli e tali da generare ricadute positive sul territorio e nell’occupazione ‘‘. Questa diffidenza, diffusa tra le forze politiche, deriva dalla storia dell’industrializzazione del Mezzogiorno, in quanto le imprese hanno spesso approfittato degli incentivi senza produrre in quelle regioni occupazione e sviluppo o addirittura arrivando a trasferire in altre località gli impianti che erano, invece, destinati al sud. La Finanziaria ha previsto, pertanto, misure che fanno decadere il diritto delle imprese di ricevere contributi pubblici se, dopo aver beneficiato di agevolazioni statali, pensassero di spostare in altre zone l’intero processo produttivo chiedendo il cambio di destinazione urbanistica degli stabilimenti. C’è, inoltre, nella Finanziaria un provvedimento che potrà influire positivamente, anche se indirettamente, sul Mezzogiorno e riguarda l’assunzione di 1.324 agenti di polizia, di 1.400 carabinieri e di 500 vigili del fuoco da realizzare entro la fine del 2006. La norma fa parte di un ‘pacchetto’ che include anche il potenziamento del sistema di difesa contro i rischi non convenzionali e un incremento degli stanziamenti per esigenze straordinarie anti-terrorismo. Queste misure potranno contribuire a rassicurare le imprese che lo Stato intende affrontare nel Mezzogiorno il problema del rafforzamento dell’ordine pubblico e della lotta alla criminalità organizzata che sono le condizioni preliminari per la ripresa degli investimenti nelle regioni meridionali, dove la mafia, la camorra e la ndrangheta sono diventate il vero ostacolo a qualsiasi disegno di investimento produttivo. Se non si affronta in profondità questo problema ogni iniziativa, qualora ci dovesse anche essere, sarebbe destinata al fallimento o ad alimentare le stesse organizzazioni malavitose. *Responsabile nazionale Pri Enti locali |