I risultati dell’indagine della Pubblica.Swg commissionata dall’Anci/Esaminato un campione di 200 sindaci di comuni piccoli, medi e grandi di tutte le Regioni Un sondaggio che porta a risultati prevedibili di Pino Vita* L’Anci ha approfittato dell’elezione degli organi dirigenti per presentare i risultati di un sondaggio svolto, per suo conto, dalla Pubblica.Swg sulle misure che gli amministratori hanno dovuto adottare, a seguito dei provvedimenti della Finanziaria 2005, per poter chiudere i bilanci. Un’indagine svolta su un campione di 200 sindaci di comuni piccoli, medi e grandi di tutte le regioni italiane, contattati telefonicamente. Il 74% dei comuni italiani ha sottolineato che quest’anno chiudere il bilancio " sarà un’impresa complicata e dolorosa", in quanto per fare quadrare i conti gli amministratori locali saranno costretti "a rinunciare all’apertura di nuovi servizi, a tagliare gli investimenti e a ridurre, in alcuni casi, i servizi già erogati." Il 29% dei sindaci italiani ha annunciato che gli effetti dei tagli e delle riduzioni si faranno sentire , soprattutto, sulla manutenzione delle città, sugli investimenti per lo sviluppo, sul mantenimento del welfare locale e sulla realizzazione di nuovi servizi per le famiglie. Secondo le tabelle del sondaggio il 36% dei comuni per fare quadrare il bilancio di previsione del 2005 ha dovuto rinunciare a creare nuovi servizi, mentre il 26% è stato costretto a tagliare gli investimenti e il 25% a fare a meno dei servizi già erogati. Rispetto alle percentuali di questi tagli il ricorso all’aumento delle tariffe è più ridotto ed ancora più contenuto risulta l’incremento dell’Ici. La razionalizzazione delle risorse e la lotta all’evasione fiscale sono mezzi a cui gli amministratori non sembrano ricorrere per far quadrare i conti dei bilanci. Alcuni dichiarano di non aver fatto nulla per l’obiettivo indicato nelle domande, mentre altri non hanno, addirittura, risposto. Il sondaggio, che viene fatto annualmente, risulta in sostanza veritiero ma la maniera con cui erano state poste le domande faceva si che le risposte costituissero un "unicum" negativo.Un esempio di domanda: "Per fare quadrare i bilanci avete dovuto tagliare gli investimenti? O aumentare l’Ici? Etc.". Qualunque fosse stata la risposta degli amministratori, salvo quella in cui si dichiarava di non aver fatto nulla, la stessa andava in direzione della premessa: che in ogni caso c’erano sacrifici da compiere. Per i tagli che i comuni stanno predisponendo nei loro bilanci le risposte indicano che sarà principalmente colpita la cura delle città (strade, aree verdi) assieme alla realizzazione di nuovi servizi, al settore della cultura e della qualificazione del personale dipendente e alla manutenzione delle scuole. Il settore dello sport e i servizi per gli anziani e per i bambini saranno, contrariamente, a quanto di solito si afferma tra i meno colpiti, mentre per 18 sindaci non ci sarà addirittura alcun taglio. Anche per queste domande è stato utilizzato lo stesso metodo per cui bastava l’indicazione del settore in cui sarebbero avvenuti i tagli per avere una risposta negativa. Esempio: "in quale settore del bilancio graveranno maggiormente i tagli? Il risultato era già nelle domande e ha portato diritto alla bocciatura della Finanziaria anche da parte di quei sindaci che si richiamano al centro-destra. Il presidente dell’associazione nel presentarlo lo ha rilevato specie quando dichiara: "la bocciatura della legge finanziaria non è dettata solo dalle posizioni politiche dei singoli amministratori, ma come emerge dalla rilevazione, a ritenere la proposta del governo inadeguata è la metà dei sindaci di centrodestra, il 94 di quelli eletti con liste civiche e il 99% del centro-sisnistra". Per rendere le risposte del sondaggio più realistiche è stato anche chiesto agli amministratori locali quanto e in che in modo la Finanziaria sostenga i comuni del sud. L’83% ritiene "che lo faccia poco o niente e il giudizio accomuna entrambi i fronti: la pensano così il 63% dei sindaci di centrodestra e il 92 % di quelli del centrosinistra". Questo volere omologare le risposte dei sindaci, al di là delle loro appartenenza politica, conferma il carattere strumentale dell’inchiesta, dove anche il riferimento al Mezzogiorno rientra nei temi generali che l’opposizione agita contro il governo, per cui il riferimento agli enti locali appare scontato. Naturalmente va dato un giudizio non solo sui limiti del sondaggio ma sulla linea dell’Anci e questa valutazione politica è per il Pri negativa e coinvolge tutta la dirigenza dell’associazione eletta con criteri spartitori al recente congresso dell’Anci di Genova. Una forza come la nostra di antica tradizione e cultura autonomistica deve continuare a far sentire la sua voce e per questo siamo decisi a non mollare. *Responsabile nazionale Pri Enti locali |