Ascoli Piceno: un convegno su Mazzini profeta dell'unità della nazione/Il ringraziamento di Stelio De Carolis ai repubblicani della città e a tutti coloro che sono intervenuti

Repubblica e progresso nell'insegnamento del ligure

Nella giornata di venerdì 9 dicembre 2005, nella splendida cornice della "Sala delle Ragione" di Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno, le istituzioni elettive locali, il nostro Comitato nazionale ed un sottocomitato locale hanno organizzato un convegno su Giuseppe Mazzini nel quadro delle manifestazioni per il bicentenario della nascita.

Il professore Massimo Rossi, nella sua veste di presidente dell'Amministrazione provinciale retta da una giunta di centrosinistra e l'ingegnere Piero Celani, sindaco di Ascoli ed in rappresentanza di una giunta di centrodestra, nei saluti di apertura del convegno non hanno mancato di sottolineare l'importanza dell'incontro dedicato al grande genovese che, ancora oggi, porta tanto prestigio all'Italia.

Per entrambi tutte le istituzioni locali avrebbero dovuto maggiormente impegnarsi per cogliere l'occasione del bicentenario per illustrare alle giovani generazioni l'attualità, la modernità e la concretezza del pensiero del grande genovese.

Nella prolusione del professore Alighiero Massimi, molto applaudita, grande spazio alla polemica con Marx che accusava Mazzini di ignorare il problema sociale, con un pensiero utopico, astratto, fuori dalla realtà, mentre oggi il grande sconfitto di ieri, appare il vero vincitore.

Il professore Emilio Di Vito, con la sua relazione sul tema "Nazione, Europa, Umanità", ha tenuto a sottolineare il nesso inscindibile tra nazione e libertà, tra repubblica e progresso. Aver sempre anteposto i doveri ai diritti: Giuseppe Mazzini esalta così la grande lezione del filosofo Kant.

Gabriele Cavezzi, con la relazione "Pensiero mazziniano nelle vicende picene", ha tracciato i profondi legami di personaggi di primissimo piano della zona con il movimento mazziniano. Il professore Antonio D'Isidoro ha svolto una relazione sul tema "Mazzini punto di riferimento per l'azione politica del futuro", ricordando i continui richiami di Giovanni Spadolini sulla rivista "Nuova Antologia" sull'attualità della dottrina mazziniana, precisando come di fronte alle tante incoerenze del presente, il grande pensatore del diciannovesimo secolo rappresenti una speranza per il futuro.

Le conclusioni del presidente del Comitato nazionale del Pri per il bicentenario della nascita di Mazzini - dopo un doveroso ringraziamento agli organizzatori e agli amici repubblicani marchigiani - si sono incentrate sui vari tentativi che nel tempo passato e presente sono stati operati per appropriarsi del pensiero mazziniano, che era e resta universale, al di sopra, quindi, di ogni ingerenza partitica. Il Pri, nella sua lunga storia, a parere di De Carolis, con grandi uomini come Aurelio Saffi, Giuseppe Gaudenzi, Oddo Biasini, Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini, Oronzo Reale, Randolfo Pacciardi, è stato l'unica forza politica che maggiormente ha cercato di illustrarne e diffonderne il pensiero, pur non vantando diritto alcuno di proprietà. De Carolis ha concluso ribadendo l'universalità di Giuseppe Mazzini, tutta contemplata nella sua tomba a Staglieno ove, con grande preveggenza, è scritto: "Il corpo a Genova, il nome ai secoli, l'anima all'umanità".

v. r.