Tarquinia: Luigi Serafini nuovo assessore Pri/Le deleghe all'Agricoltura, all'Industria e all'Ambiente

Settori determinanti per lo sviluppo

Da poco più di un mese, Luigi Serafini, che al contempo mantiene la sua carica di consigliere comunale, è il nuovo assessore all'agricoltura, ambiente e industria del Comune di Tarquinia. Trentacinque anni, impiegato in una società aeronautica, Serafini è stato tra i protagonisti, sin dal 2000, della rinascita dell'iniziativa repubblicana nel Comune viterbese, sia candidandosi alle elezioni provinciali nella lista repubblicano-socialista - in cui non vennero conquistati seggi ma che risultò il più votato tra i ventiquattro collegi della Provincia di Viterbo - sia spendendosi, nel 2001, per la riapertura della sezione del Pri di Tarquinia dopo un decennio in cui l'impegno politico e amministrativo dei Repubblicani sul territorio sembrava assopito.

Quindi, nel 2002, Serafini ha fatto parte dei candidati del Pri per la Casa della Libertà alle elezioni comunali e il risultato ottenuto gli ha consentito l'ingresso al consiglio comunale. A ottobre di quest'anno, dato che alcuni assessori erano andati a ricoprire altri incarichi o avevano deciso di mettersi a fare altro, il Sindaco, Alessandro Giulivi, gli ha attribuito le deleghe all'agricoltura, ambiente e industria.

L'economia tarquinese è fatta soprattutto di agricoltura e turismo. Per quanto riguarda la prima, il comune di Tarquinia risulta essere uno dei più grandi d'Italia perché si estende su 27 mila ettari, coltivati in gran parte a grano duro. Ma a Tarquinia si producono anche pomodori, carciofi e finocchi e ci sono vigne che producono vino. Quest'ultimo, insieme alla pasta, all'olio e ai formaggi, è uno dei prodotti locali che l'amministrazione comunale si appresta a promuovere per esportare l'immagine di Tarquinia nel resto del Paese. C'è il progetto "Crescere Insieme" che promuove l'apertura di infoshop (informazione turistica più vendita di prodotti locali) in punti vendita che sorgeranno in nove Comuni associati. Il primo dei punti vendita aprirà nei primi di febbraio a Tarquinia; seguiranno quelli di Tuscania e Montalto di Castro, e poi Viterbo, Roma, aeroporto di Fiumicino e porto di Civitavecchia. Tutto questo è reso possibile da una collaborazione tra i Comuni, che danno i locali in comodato gratuito, e la Società Produttiva Alto Lazio (SPAL) che reimpiega la mano d'opera prima impegnata nella Centrale Nucleare di Montalto di Castro e, dopo una prima decisione di promuovere l'industria locale, ha riconosciuto la vocazione agricola del territorio, e ha deciso di cambiare obiettivo strategico.

Per quanto riguarda l'ambiente, la grande battaglia del Comune di Tarquinia è contro la riconversione a carbone della Centrale dell'Enel di Civitavecchia.

A questo proposito, Luigi Serafini ha raccontato alla Voce la seguente situazione: l'Enel ha ottenuto il placet dal comune di Civitavecchia, dalla Regione Lazio a suo tempo, dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell'Ambiente, che non si è dichiarato contrario alla riconversione a "carbone bianco" della centrale.

Nel frattempo, l'amministrazione regionale è diventata di segno politico opposto e il sindaco di Civitavecchia è cambiato. I Comuni di Roma e di Viterbo sono contrari alla riconversione. Ma, pur essendo uno degli slogan di Marrazzo "mai carbone nella mia Regione", la sua amministrazione non sta facendo quello che potrebbe per bloccare il progetto, che l'Enel continua a portare avanti con impiego di denaro pubblico. Ci sono due cause pendenti contro l'Enel per problemi di impatto ambientale; questo rende la situazione incerta, perché, appunto, oltre alla Regione, anche la magistratura potrebbe decidere di intervenire e bloccare tutto.

Il pericolo, se le cose non si chiariranno presto - ha fatto notare Luigi Serafini alla Voce - è che si ripeta lo spreco di denaro pubblico che ci fu al tempo della centrale nucleare di Montalto di Castro, costata alla comunità 20 mila miliardi delle lire di allora.

v. r.