I progetti della maggioranza e le richieste delle Regioni per la casa/Avanza la proposta di Brunetta per un Fondo da ricavare dalla vendita delle abitazioni dell'ex Iacp

Un'iniziativa che evita il rischio di tensioni sociali

Due precedenti articoli della "Voce" avevano evidenziato che il problema della casa era diventato, in questi ultimi anni, un'emergenza nazionale. Sono, infatti, sempre più numerose le famiglie che si trovano nell'impossibilità di accedere al mercato privato della locazione, sia per la scarsità di alloggi in affitto che per la mancanza di un'offerta economicamente sostenibile, viste le dinamiche di rincaro che il mercato della locazione privata ha subito negli ultimi anni.

A questa crescente domanda è difficile dare una risposta, soprattutto per l'insufficienza del patrimonio edilizio pubblico a disposizione e per il fermo del settore delle costruzioni "sociali". Da qui la necessità di interventi coordinati del Governo, delle Regioni e dei Comuni in maniera da rimettere in movimento un comparto di notevole rilevanza economica e sociale.

A luglio di quest'anno le Regioni italiane hanno chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pietro Lunardi e al Vice Ministro con delega alle politiche abitative Ugo Martinat l'apertura di un tavolo di confronto sul complesso delle problematiche che attengono le politiche abitative.

Le Regioni da parte loro rilevano che dal 1978 al 1998, il comparto dell'edilizia residenziale pubblica ha beneficiato di un flusso costante di finanziamenti provenienti dal prelievo Gescal, con i quali è stato realizzato un consistente patrimonio edilizio a canone sociale, ma che dal 1998 però il prelievo Gescal è cessato e si è aperta una fase di riflessione sulla "questione casa".

In questo difficile panorama è caduta la proposta del presidente del Consiglio di dare una casa agli sfrattati, impropriamente considerata dall'opposizione una mossa elettoralistica. Quella di Berlusconi non era una sortita tanto estemporanea, se si considera che nel frattempo il suo consigliere economico a Palazzo Chigi , il prof. Brunetta, ha avanzato sull'argomento una proposta concreta che, sotto forma di emendamento del gruppo di F.I. alla Finanziaria, è gia stata approvata in commissione Bilancio della Camera e pare inserita nel maxiemendamento del governo.

Questa iniziativa, se dovesse andare in porto, consentirebbe di costituire un Fondo speciale che, basato sui proventi e i risparmi provenienti dalla vendita abitazioni popolari dell'ex Iacp, avrebbe come unico obiettivo la realizzazione, nel periodo 2006/2010, di un Piano per la casa destinato ad assicurare un alloggio alle classi meno agiate o sotto la soglia delle povertà.

Per l'esponente di F. I. si tratta di intervenire su un patrimonio edilizio pubblico di quasi un milione di alloggi in possesso delle Regioni, di cui solo il 7/8% ha carattere commerciale, in quanto delle restanti 950 mila unità soltanto la metà delle abitazioni è di un certo valore ed è abitata da inquilini con reddito medio, mentre la parte restante è occupata da inquilini a basso reddito. La vendita potrebbe consentire a circa 500.000 famiglie di diventare proprietarie e porterebbe nelle casse delle Regioni una cifra quantificabile tra i 20 e i 30 miliardi di euro, che potrebbe mettere in un movimento un mercato finanziario indotto, per interventi collegati ai processi di riqualificazione, manutenzione e ristrutturazione del patrimonio edilizio in questione.

Il Fondo, in base ad una norma della Finanziaria, dovrà essere gestito dalla Conferenza Stato - Regioni che dovrà regolamentare il momento dell'attuazione, trasferendo agli enti locali la totale competenza strategica nella gestione di queste risorse. Secondo il progetto e le intenzioni di Brunetta gli enti locali potranno finanziare mutui a tasso agevolato per le giovani coppie o per gli immigrati, incentivare le cooperative di costruzione, erogare mutui per il mantenimento del patrimonio abitativo e per il risanamento delle periferie. In questo percorso il Governo si limiterà a interventi di carattere generale sui temi della casa e del territorio, mentre ciascuna Regione potrà elaborare piani quinquennali d'intervento, cominciando ad affrontare in maniera organica il problema della casa.

Rispetto al progetto elaborato dal prof. Brunetta , invece, la Federcasa sostiene che si tratta di un'iniziativa che farebbe venire meno l'entrate dei canoni (800 milioni di euro l'anno) con cui gli enti Ater-Iacp, che gestiscono l'edilizia popolare residenziale, provvedono alla manutenzione ordinaria degli immobili e creerebbe problemi di lavoro per i 7.000 addetti che operano negli stessi enti. Inoltre, per la Federcasa l'iniziativa finirebbe per fornire incentivi a coloro che commettono reati, un'accusa riferita principalmente agli occupanti abusivi di molti immobili. Un'ipotesi questa, respinta con energia da Brunetta che sostiene che si tratta di valutazioni false e strumentali, in quanto le famiglie che non hanno titolo per occupare le case sono soltanto il 5/6%. Per il professore la proposta di Forza Italia non fa altro che accelerare la legge 560/93 e l'inquilino ha, pertanto, diverse opzioni. Può riscattare l'immobile, pagandolo in base al canone d'affitto e al proprio reddito, al prezzo più contenuto non solo del valore di mercato, ma anche di quello catastale. In caso non abbia sufficienti risorse finanziarie per l'acquisto potrà dilazionare il riscatto e il canone sarà utilizzato anche a titolo di rateo del mutuo.

Ci sembra che questa iniziativa vada sostenuta, in quanto rappresenta una maniera concreta di affrontare un problema che, come abbiamo già visto, è diventato una vera e propria emergenza nazionale. C'è il rischio concreto di vedere esplodere le periferie urbane ormai gravate dal peso di nuovi bisogni di alloggi, espressi da anziani, studenti ed extracomunitari. Se a queste particolari categorie sociali, non saranno date risposte tempestive c'è il rischio che si creino forti tensioni sociali.

Pino Vita responsabile nazionale Enti locali Pri