Cosenza/Così il segretario nazionale Nucara al XV° congresso provinciale

L'orgoglio repubblicano

"Staremo nella CdL, ma con la schiena dritta"

Nell'era del maggioritario i partiti minori sembrano destinati a subire l'effetto Kleenex: usa e getta.

In realtà sovente non è così. I partiti più piccoli spesso sono gli unici luoghi dove si fa politica e dove si discute anche in maniera critica.

La conferma è venuta dal quindicesimo congresso provinciale del Pri, caratterizzato da un dibattito a più voci. Sul palco dell'Executive si sono alternati i dirigenti del centrodestra (Antonio Gentile, Franco Covello, Franco Pichierri, Sergio Bartoletti e Umberto De Rose), ma anche leader del centrosinistra come Nicola Adamo e Mimmo Genise.

I più maliziosi hanno visto in questa partecipazione trasversale un tentativo del Pri di saltare il fosso, avvalorato in un certo qual modo anche dalla definizione che gli stessi repubblicani si sono dati: partito di frontiera.

Una provocazione, spiega Bartolomeo Tommasi, a chi muove questo rilievo. Frontiera non nel senso di pendolarismo politico, ma di posizione critica.

I repubblicani, hanno affermato nel congresso di voler stare risolutamente nel centrodestra, ma vogliono starci con la schiena dritta.

Da qui una serie di critiche agli alleati, rei di non essersi adeguatamente organizzati per arrivare all'alternanza come invece è successo per esempio a Catanzaro.

Tommasi ricorda quanto successo nel corso delle ultime amministrative: ritardi nella scelta del candidato, temi politici non incisivi, un certo lassismo da parte di chi avrebbe dovuto guidare la coalizione.

Le elezioni provinciali ormai sono alle porte e il Pri invita gli alleati ad attrezzarsi e a guardare dentro la coalizione. "Vogliamo – ha detto Tommasi – partecipare alle scelte, visto che in passato siamo stati determinanti per la coalizione".

Il riferimento è alle regionali del 2000, quando il Pri negli ultimi dieci giorni decise di schierarsi con il Polo, in controtendenza rispetto alla scelta di campo nazionale. Una determinazione che portò oltre 13.000 voti a Chiaravalloti, mica bruscolini.

Anche il segretario nazionale Francesco Nucara ha ribadito il concetto con un intervento molto sentito. Il deputato ha spiegato che i rilievi mossi a Berlusconi e i suoi sono notevoli da un punto di vista operativo ("perché darci un Ponte sullo Stretto quando l'A3 è appena un'autostrada decente, ha detto"). Non così da un punto di vista politico.

Nucara ha condannato con forza il finto pacifismo dell'Ulivo, il suo attacco personalistico contro Berlusconi che impedisce di vedere il merito stesso dei problemi.

Nei corridoi del congresso, intanto, l'insoddisfazione verso la coalizione si traduce in forti critiche verso il Governo Chiaravalloti, immobilista sui fondi europei, e soprattutto penalizzante per la provincia di Cosenza.

Adamo in sala fiuta l'aria e dal palco lancia una provocazione a quelli che avrebbero potuto essere suoi compagni di cordata.

"Ai repubblicani – ha detto – non chiediamo abiure, ma chiediamo con forza un pronunciamento nel merito dell'esperienza che si sta consumando al governo della Calabria".

Adamo ha poi parlato di una "deriva democratica" dovuta al fallimento del centrodestra al governo. "Dal Pri – ha concluso – vogliamo sapere come si fanno protagonista di un'iniziativa che non consente di rendere irreversibile questa deriva".

Il senatore Gentile, invece, ha ammesso che esiste qualche stortura, non irrimediabile però. Ha rassicurato il Pri sul loro ruolo all'interno della coalizione, anche come voce critica.

Il Pri resta in frontiera. Toccherà a Vincenzo Mazzei, nuova guida regionale dell'Edera, segnarne la rotta.

A livello locale, invece, Tommasi, figura storica del partito, lascia. Il nuovo segretario provinciale sarà Alessandro Fabiano.

Massimo Clausi "Il Quotidiano" 16 febbraio 2003