Convegno sui "Sistemi di gestione ambientale-Sviluppi e opportunità" Intervento conclusivo dell'On. Francesco Nucara, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio Illustre Presidente, Signori e Signore, a conclusione dei lavori di questo convegno sento di potermi dichiarare particolarmente soddisfatto dell'andamento dei lavori e ringrazio l'Associazione degli Industriali di Reggio Calabria per avermi dato la possibilità di parlare di un tema a me particolarmente caro, soprattutto perché come membro del Governo ho seguito alcune fasi essenziali che sono sfociate a maggio dell'anno scorso nella sottoscrizione di un Protocollo di intesa sulla certificazione ambientale, stipulato tra il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e la Confindustria, mirato ad incentivare la diffusione dei sistemi di gestione ambientale da parte delle imprese e a rafforzare la competitività del sistema Paese. La necessità di tale intesa era dovuta dagli obiettivi di sviluppo sostenibile contenute nelle politiche ambientali dei Paesi industrializzati ed in particolare dalle iniziative legislative del Governo italiano e dall'azione della Confindustria mirate a rafforzare le garanzie per la tutela del patrimonio ambientale. Questi obiettivi hanno portato ad affiancare alla logica prescrittiva e di controllo strumenti tesi alla responsabilizzazione diretta dei soggetti che possono incidere positivamente sul miglioramento delle condizioni ambientali e alla costruzione del dialogo tra tutti i soggetti interessati: Pubblica Amministrazione, mondo imprenditoriale, privati cittadini, ecc… Nel campo degli accordi volontari promossi dall'U.E., il Regolamento EMAS costituisce senza dubbio l'esempio più rappresentativo degli schemi di certificazione ambientale, quello che dà maggiori garanzie di credibilità, trasparenza, dialogo Tutto ciò, benché sia di grande interesse, anche dal punto di vista strategico del miglioramento continuo della qualità ambientale del territorio a livello locale, e sebbene costituisca il giusto epilogo di politiche ambientali basate su principi quali: sviluppo sostenibile, patti territoriali, Agende 21 locali, ecc.., rischia di far perdere di vista l'importanza dell'applicazione di EMAS al mondo imprenditoriale, che resta pur sempre un elemento di forte impatto ambientale sul territorio. Il mondo imprenditoriale sta crescendo (a velocità maggiore della PP.AA.) sul fronte della consapevolezza dell'importanza di affrontare le tematiche ambientali in modo adeguato, anche per vedere riconosciuti i propri sforzi a favore dell'ambiente. Per quanto riguarda lo stato di attuazione di EMAS in Italia, il dato più interessante va ricercato nel tasso di crescita della domanda di registrazione, che è tra i più alti dell'U.E.; in particolare la progressione è data da 1 sito nel '97, 12 siti nel '98, 25 siti (di cui uno sperimentale – il Comune di Varese Lig.) nel '99, 42 siti nel 2000, 83 siti nel 2001, 123 nel 2002, di cui uno soltanto in Calabria (la Bic). Possiamo quindi affermare che in questi primi cinque anni di applicazione di EMAS in Italia si è assistito ad un crescendo: nel 1997 eravamo agli ultimi posti rispetto alla media degli altri Paesi europei (con un solo sito registrato), oggi siamo al sesto posto in Europa, con 123 organizzazioni registrate e siamo preceduti solo da Germania (2533), Austria (369), Spagna (225), Svezia (212) e Danimarca (152). In Germania EMAS ha visto una diffusione così ampia perché i tedeschi hanno creduto fin dall'inizio ai sistemi volontari e lo Stato ha promosso l'adesione ad essi da parte delle aziende in modo concreto, avviando una serie di azioni di cooperazione tra pubblico e privato a livello locale, basti citare in questo ambito i patti territoriali della Baviera. Questo dimostra ancora una volta come la cooperazione tra PP.AA. e imprese, sia a livello nazionale che a scala locale, si configuri come l'elemento vincente per una efficace applicazione delle politiche ambientali. Va altresì detto che in Italia abbiamo oltre 1500 aziende certificate ISO 14001 e solo 123 registrate EMAS, sebbene ISO 14001 sia stata emanata nel 1996 ed EMAS nel 1993, ossia tre anni prima. Questa tendenza deve indurre una riflessione, che risulta quanto mai opportuna, proprio nel momento in cui si parla di ampliamento di EMAS ai settori non industriali, ed in particolare alla PP.AA. Uno dei problemi è che troppo spesso si è parla delle differenze e delle analogie tra ISO 14001 ed EMAS, ponendoli a confronto come se fossero due sistemi alternativi, due "concorrenti" e ponendo le aziende di fronte al quesito: "Scelgo l'uno o scelgo l'altro ?". Questo è un approccio errato al problema, e lo è tanto più a seguito dell'entrata in vigore del regolamento 761/01 (EMAS II) il quale stabilisce che il sistema di gestione ambientale previsto da EMAS debba essere conforme alla norma ISO 14001. In altre parole possiamo dire che ISO 14001 "è contenuto in EMAS". La certificazione ISO 14001 può dunque essere vista come un passo propedeutico alla registrazione EMAS e non come una alternativa. Va precisato che si tratta di un passo importante, imprescindibile per l'adesione ad EMAS, e che consente di ottenere, comunque, un riconoscimento in termini di certificazione di conformità ad una norma internazionale. In questa ottica EMAS può essere visto come un traguardo successivo alla norma ISO 14001. È indubbio che EMAS porta con sé un valore aggiunto. Infatti EMAS prevede la predisposizione di una dichiarazione ambientale che deve essere convalidata da un verificatore ambientale accreditato e che si configura come uno strumento di grande efficacia dal punto di vista della comunicazione e della corretta e credibile informazione alle parti interessate. In ogni caso, il problema per le aziende è, e rimane, quello di trovare adeguate motivazioni per aderire volontariamente a sistemi di certificazione ambientale. Per comprendere meglio il problema, bisogna forse partire dal concetto che l'Italia non è il Paese delle grandi multinazionali, ma quello delle PMI che costituiscono il cuore del tessuto economico del nostro Paese, è l'Italia che lavora, che produce sviluppo economico, che ha reso il made in Italy famoso nel mondo e che da anni è alla ricerca di un interlocutore istituzionale con il quale dialogare in modo proficuo e costruttivo per vedere valorizzati, tra le altre cose, anche gli sforzi profusi a favore della tutela ambientale. Ogni impresa potrebbe avere vantaggi diversi nell'aderire ai sistemi volontari di certificazione ambientale, in particolare ad EMAS, e potrebbe essere spinta da motivazioni di vario genere. I principali vantaggi possono essere la riduzione dei costi, una migliore presentazione dell'impresa sul mercato, la soddisfazione di richieste da parte di clienti importanti, la prevenzione della violazione della legge, la prevenzione dei danni ambientali e la minimizzazione del rischio, la diminuzione dei costi assicurativi e del costo del denaro, la valorizzazione del sito, il miglioramento dei rapporti col pubblico e con le autorità, il miglioramento della produttività individuale. E' allora nostro compito precipuo, da un lato promuovere e diffondere la cultura della certificazione ambientale sul territorio, e dall'altro adoperarci affinché EMAS diventi "appetibile" per le aziende. Questo approccio è, inoltre, perfettamente in linea con il nuovo ed innovativo approccio con cui la PP.AA. è chiamata a guardare alle aziende che hanno intrapreso con successo percorsi di certificazione ambientale. Un particolare accenno bisogna fare alla volontà del Governo di muoversi verso la concessione di agevolazioni per le aziende che possono certificare il loro comportamento corretto nei confronti dell'ambiente e l'impegno al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali ha ormai superato il punto di non ritorno, e questo anche grazie alla correttezza e alla credibilità dei sistemi di certificazione ambientale. Nel prossimo futuro, quindi, è ragionevole attendersi una revisione della legislazione ambientale secondo criteri prestazionali e non più meramente prescrittivi. L'altro segnale chiaro è l'intento del Legislatore di consentire alle Autorità Competenti in materia di controlli ambientali di meglio organizzare le proprie attività, indirizzando le risorse prioritariamente verso quei Soggetti che sembrano meno sensibili alla tematica ambientale e che, quindi, si configurano come un potenziale elemento di criticità ambientale. In conclusione possiamo dire che EMAS, per affermarsi, ha bisogno di essere "sponsorizzato" con convinzione e determinazione da parte di tutti i soggetti coinvolti che dovrebbero attuare una strategia di cooperazione e partecipazione sia sul fronte della diffusione sia su quello della condivisione delle scelte, delle modalità applicative e della credibilità dei processi di attuazione dello schema. E' importante anche sottolineare che siamo tutti "soggetti coinvolti". Infatti, ciascuno di noi dovrebbe operare, per quanto di competenza, per garantire il diritto delle generazioni presenti e future a fruire di un patrimonio ambientale integro. Dovrebbe farlo la pubblica amministrazione ponendo in essere gli strumenti più adeguati per premiare quella parte dell'imprenditoria che da anni ha profuso un grande impegno a favore della tutela ambientale, dovrebbero farlo le imprese, stando molto attente a perseguire obiettivi di efficacia gestionale e a trasformare le risorse impiegate a favore dell'ambiente in investimenti, con un ritorno anche in termini di immagine e di competitività; dovrebbe infine farlo il pubblico mettendosi in grado di svolgere il ruolo di selezione sul mercato (clienti, fornitori, concorrenti) privilegiando aziende che garantiscono un corretto comportamento nei confronti dell'ambiente, promuovendo, in tal modo, il diffondersi non solo di uno sviluppo, ma anche di un mercato sostenibile. Reggio Calabria, 6 febbraio 2003 |