Comune di Ravenna: polemiche di Mingozzi e del Pri sull'esposizione della bandiera

"Soltanto le bandiere e i simboli delle istituzioni"

Mattinata burrascosa a Palazzo Merlato dove sindaco e vicesindaco, al riparo da orecchie indiscrete, hanno avuto un confronto piuttosto animato che si è protratto per quasi quaranta minuti. I rapporti tra Mercatali e il suo alleato Mingozzi sono diventati improvvisamente tesissimi dopo il 'caso' della bandiera della pace, esposta l'altra sera dal balcone del salone del consiglio comunale dopo un 'blitz' di giovani di sinistra. Cosa sia stato detto nel chiuso dell'ufficio del sindaco non si sa. Ma di sicuro hanno parlato di simboli, di correttezza nei rapporti fra alleati e di rappresentanza istituzionale. Alla fine non ci sono state pacche sulle spalle e sorrisi, ma se non altro Mercatali e Mingozzi hanno convenuto di lasciar sventolare il vessillo fino a domani, quando verrà rimosso in attesa delle decisioni che saranno prese giovedì pomeriggio dal consiglio comunale.

L'incursione a Palazzo Merlato era stata opera di un gruppo di studenti e di giovani comunisti: venerdì pomeriggio, dopo aver guadagnato il primo piano della residenza municipale, hanno raggiunto la sala consiliare e poi il balcone che si affaccia su piazza del Popolo, per appendere il vessillo arcobaleno, incatenandolo con un lucchetto alla balaustra e poi chiudendo la catena a chiave. Il vicesindaco, repubblicano, non ha mandato giù che il diessino Mercatali abbia sostanzialmente 'tollerato' l'incursione dei comunisti in quella che è la casa di tutti i ravennati.

Ieri mattina, dopo il burrascoso chiarimento, il sindaco ha diffuso una nota per precisare di non aver assistito all'incursione. "Venerdì pomeriggio — spiega Vidmer Mercatali — sono arrivato in Municipio quando la bandiera era già stata collocata dai giovani comunisti. Non è vero che io abbia praticamente fatto finta di non vederli mentre compivano il gesto: non è vero perché in realtà mi trovavo altrove. Solo dopo ho incontrato i giovani in piazza e a quel punto li ho invitati a salire in Municipio per parlare della bandiera e della pace. Al termine ho rilasciato una dichiarazione chiara e inequivocabile che esprime la posizione della giunta, vicesindaco compreso". Quindi nessuna crisi in vista tra gli alleati di centrosinistra. Il sindaco aggiunge che lunedì la bandiera sarà ammainata "di comune accordo con i ragazzi che l'hanno esposta".

Da parte sua Giannantonio Mingozzi non ha voluto fare dichiarazioni sui contenuti dell'incontro a porte chiuse nell'ufficio del sindaco. "No comment. Posso solo dire che mi fa piacere che chi ha esposto la bandiera abbia accettato di ritirarla senza che ci sia bisogno di ricorrere ad atti di forza". Il vicesindaco anticipa che giovedì in consiglio l'edera voterà contro la proposta di esporre permanentemente il vessillo arcobaleno dalla residenza municipale. "E' vero, giorni fa il capogroppo Silvia Lameri e il consigliere Achille Alberani — spiega Mingozzi — avevano sottoscritto l'ordine del giorno presentato dal diessino Mignola che proponeva di esporre in residenza anche la bandiera della pace. Ma il documento è di metà dicembre, quando si parlava di marcia di Assisi e non erano state ancora innescate strumentazioni politiche attorno al vessillo arcobaleno. Oggi le condizioni sono radicalmente diverse. Quindi giovedì il gruppo repubblicano voterà contro la proposta di esporre la bandiera arcobaleno accanto al tricolore e ai vessilli dell'Europa e del Comune".

La posizione del Pri viene ribadita da una nota della federazione provinciale in cui si afferma tra l'altro che "nelle sedi istituzionali possono legittimamente trovare posto esclusivamente i simboli e le bandiere che rappresentano le stesse istituzioni". Movimenti e organizzazioni pacifiste, osserva ancora l'edera ravennate, "hanno il diritto di esprimere e manifestare le loro posizioni e devono trovare le sedi opportune per poterlo fare, ma deve essere chiaro che fra queste non vi possono essere quelle istituzionali".