Biotecnologie e ingegneria genetica/Un campo ideale per il sistema italiano

L'impegno del Pri per la modernizzazione del Paese

di Marlene di Costanzo

Mentre la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la legge sulla fecondazione medicalmente assistita, che proibisce ogni tipo di ricerca sulle cellule staminali, sulla rivista Science è apparsa la notizia che un gruppo di scienziati coreani e statutinensi, ha clonato una trentina di embrioni destinati alla produzione di cellule staminali per la ricerca rivolta alla produzione di tessuti per la cura di malattie degenerative come l'Alzheimer, l'ictus cerebrale, l'infarto ecc. Anche se, come è chiaro, non si tratta di un tentativo di clonazione riproduttiva alla Antinori, non sono mancati, come da copione, le prese di posizione di quanti in ogni sperimentazione biogenetica vedono una lesione del diritto naturale. Dimenticando fra l'altro che la "natura" a cui si vuol far riferimento non è altro che il risultato della nostra storia culturale.

Ed anche se la sperimentazione coreana non ha nulla a che fare con i processi riproduttivi, e, almeno a prima vista, sembra rifarsi a quanto all'unanimità è stato approvato dalla Commissione Dulbecco nel 2001, non sono mancate le dichiarazioni di chi, come monsignor Elio Sgreccia, vice presidente della Pontificia Accademia per la Vita ha parlato di un doppio delitto, clonazione e soppressione dell'embrione, o di altri che hanno paventato, sulla scorta di Habermas, i rischi di una "eugenetica liberale". Non è inopportuno ricordare che, mi si scusi la semplificazione, nel pensiero del filosofo tedesco le terapie geniche rivolte a rimuovere le eventuali tare che la casualità della lotteria fecondativa può ingenerare in un nascituro, sono messe sullo stesso piano delle pratiche, almeno allo stato attuale dell'arte non scientificamente provate, che promettono ad una coppia di avere un erede alto, biondo, intelligente e con gli occhi azzurri.

Su La Voce Repubblicana la posizione dei repubblicani riguardo alla legge sulla fecondazione assistita è già stata ampiamente illustrata e non credo abbia bisogno di ulteriori commenti. La ricerca attuata con successo, almeno come sembra data l'autorevolezza della fonte, dagli scienziati coreani, pone però il problema del futuro della ricerca scientifica nel nostro paese. Esiste un refrain continuo di autorevoli esponenti della politica e dell'economia, per non parlare degli scienziati, sulla necessità di superare il declino della ricerca scientifica italiana. Il problema dell'aumento delle risorse da destinare alla ricerca, viste le magre prospettive della crescita del pil, richiede perciò la definizione delle priorità.

Tre anni fa il Ministro delle politiche agricole Pecoraro Scanio, in nome dell'integralismo verde, nel proibire le sperimentazioni sugli ogm in campo aperto, dirottò i fondi verso la meccanizzazione agricola. Nel primo caso si trattava di potenziare la ricerca di base; il secondo riguardava espressamente la ricerca applicata che poteva forse essere più efficacemente realizzata attraverso l'incentivazione della collaborazione fra università e sistema delle imprese. La ricerca nel campo delle biotecnologie e dell'ingegneria genetica credo sia particolarmente congruente al sistema economico e culturale italiano: non insormontabili barriere economiche, presenza di alcuni eccellenti centri di ricerca, concrete possibilità di ricadute positive in tempi ragionevoli. E che la ricerca di cui all'inizio di questa nota sia avvenuta nella Corea del Sud, un paese che non fa certo parte del G8, non è certo casuale. Viviamo in un mondo globalizzato, dove il confronto fra i diversi sistemi economici e sociali è a tutto campo. Occorre chiederci, perciò, se la ricerca scientifica deve essere vincolata alle credenze ideologiche di qualche transeunte maggioranza politica. Non si tratta, ovviamente, di incamminarci su una qualche via di relativismo etico, quanto se, rispetto all'etica della responsabilità debba prevalere l'etica dei principi. I principi etici non sono tutti valorialmente uguali. E se l'embrione, come progetto di vita, va salvaguardato, tanto più va salvaguardato chi in quel progetto di vita si è già realizzato. Se, come ormai è probabile, la ricerca sulle cellule staminali darà i suoi risultati, in virtù del principio di precauzione come invocato da Rutelli per giustificare il suo voto favorevole alla legge sulla fecondazione assistita, si proibirà ai malati di qualche malattia degenerativa di ricorrere a quelle terapie che utilizzano cellule staminali di derivazione embrionale.

Mi sia consentita una piccola riflessione di carattere personale. Quando Ugo La Malfa è scomparso avevo solo tre anni, perciò conosco poco della vostra storia. Da poco tempo mi sono interessata alle idee del Partito Repubblicano in riferimento al vostro impegno per l'affermazione della laicità, intesa non solo come alternità alla aconfessionalità, ma nel senso più ampio di metodo capace di affrontare i problemi politici secondo una concezione non ideologica. Non so, e francamente non mi interessa, se la tradizione repubblicana ha le proprie radici nel centrodestra o nel centrosinistra. Quello che mi interessa è se il Partito Repubblicano si pone in modo propositivo di fronte ai problemi della modernizzazione del Paese. E se è così, come sono convinta che sia, credo che molti giovani che, come me, si stanno confrontando con il problema di inserirsi professionalmente nella società civile, non mancheranno certo di seguirvi.