Le scelte politiche del Pri e l'impegno nel partito di Widmer Valbonesi* La Romagna ha celebrato il 7/8/9 febbraio Ugo La Malfa con una grande partecipazione di folla. A Forlì, il giorno 8, si è replicato con altrettanta partecipazione di folla nel celebrare la Repubblica Romana alla presenza del Segretario nazionale on. Francesco Nucara: Questo vuol dire che i dirigenti e il partito romagnolo non sono virtuali e che non si sono annacquati nelle alleanze. Questo vuol dire che esiste un confronto con la segreteria nazionale pur nel dissenso politico e c'è, spero, dialettica coi dirigenti emiliano-romagnoli; insomma, c'è reciproco rispetto fra chi quotidianamente lavora e si impegna per le sorti del partito. Abbiamo detto più volte che l'autonomia non consiste nello stare da soli, ma che il PRI doveva lavorare per un progetto pre-politico di terza via sul quale poi sperimentare un'ipotesi di terza forza, perché credo ormai sia sotto gli occhi di tutti che destra e sinistra non sono interpreti della cultura laica, della cultura dell'interesse generale cui si ispirano i repubblicani e le forze vive del Paese. Occorre un progetto partendo dall'organizzazione di un grande convegno della cultura laica, aprendo attraverso un dibattito fortissimo nel Paese, la discussione sul sistema elettorale. E' stato detto che il matrimonio con il centrodestra non è indissolubile, che sulla politica estera Berlusconi è stato più filo-americano di tutti gli altri governi: questo è vero, ma non su di una politica esaltante, visto che è messa in discussione anche negli USA e in Inghilterra. A me non interessa sentirmi dire che la sinistra è politicamente immatura sulla politica estera; lo so benissimo, e non mi risulta che ci sia mai stato uno sfilacciamento dei repubblicani emiliano-romagnoli su questo. E' invece strumentale fare di questo una ragione di polemica politica con noi che eravamo invece per andare alla terza via, contro la destra e la sinistra. Non si possono cambiare le carte in tavola: a Bari e a Fiuggi le alternative su cui hanno votato i repubblicani italiani sono state l'alleanza col centro destra o la terza via e l'autonomia. Adesso si dice: "su molte cose c'è dissenso e alla fine della legislatura ne trarremo il bilancio: se sarà negativo, non ci siamo sposati indissolubilmente con la destra". Poi, si aggiunge , avendo sperimentato nel 1994 la terza posizione, nel 1996 il centrosinistra e nel 2001 il centrodestra abbiamo il quadro esatto della situazione di questo sistema maggioritario e, siccome non ci va bene, siamo pronti a fare una battaglia di testimonianza. Perché non si poteva fare nel 2001? Si dice: "così abbiamo salvato il partito perché non avremmo preso deputati". Il partito nel 1994 non elesse deputati. Ma nel 2001 sapevamo che sarebbe andata così, e una classe politica si giudica per la sua lungimiranza, non per la sua capacità di cambiare opinione; e questo vale anche in periferia, dove non si può prescindere dai programmi e dalle classi dirigenti con cui si deve competere o allearsi. Quando in una realtà ci sono condizioni politiche e programmatiche per allearsi, occorre legittimare la classe dirigente locale nella reciproca collaborazione, non lanciare anatemi delegittimanti. Certo, la Romagna è ancora la riserva della tradizione repubblicana, ma la sua classe dirigente non è disposta a farsi dirigere da chi non la rispetta o la disistima,ed è bene che ci si abitui all'idea che cambiali in bianco per disporre della riserva non si danno a nessuno. Occorrono argomenti di politica reale per convincerci e il bilancio non è dei più esaltanti; se qualcuno viene da noi per seguire un percorso concordato e ci rispetta, il bilancio lo facciamo sereni e il futuro lo costruiamo insieme, ma se qualcuno viene da noi a dire che non abbiamo capito, ci venga a portare le ragioni di un bilancio positivo e non i rancori personali; e se questo non è possibile, occorre più rispetto anche per chi dissentiva e dissente. Lo spazio dell'autonomia e della terza via lo giocheremo insieme alle elezioni europee, se insieme avremo goduto del reciproco rispetto. In un partito conta chi pensa, e non sempre ci indovina, come chi si confronta, perché comunque rappresenta uno stimolo; e chi lavora, tutti i repubblicani meritano rispetto e non richieste di fedeltà. La fedeltà è data al partito e ai suoi ideali e quando nel 2001 dissi a tutti i repubblicani italiani che non si riconoscevano nella scelta di Bari "cercate l'edera anche dove non c'è", non l'ho fatto perché politicamente mi fossi ricreduto, ma perché il senso di responsabilità verso l'interesse generale del partito, mi portava a legittimare un gruppo dirigente che non la pensava come me, perché il rischio era che un'altra parte del partito se ne andasse . Se si vuole un confronto serio, siamo pronti a farlo e siamo certi che il segretario ha capito esattamente che possiamo lavorare insieme anche su posizioni diverse; sicuramente possiamo lavorare insieme, aldilà delle collocazioni, sulla politica estera, sull'Europa e sul filoatlantismo, sui diritti civili, sulla scuola e sulla ricerca scientifica, sulla giustizia e sull'informazione, sulla legge elettorale e sulla politica economica che sicuramente vorremmo diversa da quella che ci hanno propinato, e io dico che si può lavorare insieme anche su di un progetto strategico di riunificazione di tutti i repubblicani sotto un'unica casa, il PRI, se sapremo ripristinare il metodo e le regole della dialettica e del rispetto che si deve anche a chi non la pensa come noi. Solo coloro che hanno o stanno arrecando danno al partito vanno respinti, gli altri devono trovare un progetto che li possa mettere nella condizione di aderire, e questo progetto noi lo abbiamo detto a Bari e a Fiuggi è la prospettiva di terza via europea e mondiale, diversa da quella popolare e socialista, la via repubblicana,laica e democratica. Ma la terza via non la si costruisce dall'oggi al domani, occorre organizzare convegni, studiare proposte, mettere insieme uomini; l'importante è che i contenuti dell'Altra Italia e della terza via siano portati nel dibattito politico ovunque si sia collocati a livello nazionale o locale. Solo così si mantengono uniti tutti i repubblicani e si fa crescere un progetto politico. *Segretario Regionale Pri Emilia-Romagna |