Elezioni del 9 e 10 aprile: come funziona il meccanismo/26 circoscrizioni per la formazione della Camera; per il Senato una base regionale

Verso una rappresentanza più realistica

Le elezioni politiche nazionali previste per il 9 e 10 aprile si svolgeranno in base alle norme contenute nella nuova legge elettorale, "Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica", che ha segnato il ritorno al proporzionale e l'abolizione dei collegi uninominali e delle preferenze.

Successivamente, con l'approvazione del decreto del ministro dell'Interno Pisanu, sono state introdotte ulteriori novità delle quali abbiamo parlato in un recente articolo della "Voce repubblicana".

Oggi ci interessa ricordare le regole e le modalità di presentazione delle liste e delle candidature alla Camera e al Senato con cui i partiti, compreso il Pri, si preparano ad affrontare il prossimo turno elettorale.

Le nuove regole prevedono per la Camera una rappresentanza proporzionale in ambito nazionale, mentre per il Senato viene rispettato il principio, sancito all'articolo 57 della Costituzione, della sua formazione su base regionale. In entrambi i casi è previsto un premio di maggioranza per assicurare un numero minimo garantito di seggi.

Per l'elezione della Camera, il territorio nazionale è suddiviso in 26 circoscrizioni elettorali: a ciascuna di esse corrisponde un numero di deputati da eleggere per i quali ogni partito presenta una lista di candidati, che può essere composta da almeno un terzo sino al totale dei posti assegnati. Gli elettori potranno scegliere esclusivamente il simbolo della lista, senza l'indicazione delle preferenze e i seggi saranno attribuiti alle liste secondo l'ordine di presentazione dei candidati (liste bloccate). Unica eccezione quella dei dodici deputati eletti, con sistema proporzionale e possibilità di voto di preferenza, dai cittadini italiani residenti all'estero per la circoscrizione Estero, che è stata suddivisa in quattro ripartizioni continentali.

Alla ripartizione dei seggi per la Camera concorrono solo le coalizioni che abbiano superato il 10% dei voti validi sul piano nazionale e, al loro interno, i partiti che abbiano superato il 2% o che rappresentino minoranze linguistiche, nonché la migliore lista sotto soglia, cioè quella che abbia ottenuto più voti tra le liste che non sono arrivate al 2%. I partiti che si presentano in autonomia, cioè al di fuori di una coalizione, dovranno conseguire almeno il 4% per poter ottenere deputati.

Le nuove norme prevedono un premio di maggioranza che viene attribuito alla coalizione (o alla singola lista) che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi a livello nazionale, senza però raggiungere i 340 seggi. In questo caso, il premio consentirà l'elezione di una rappresentanza pari al 55% dei seggi assegnati.

Per l'elezione dei senatori, i seggi sono ripartiti tra le Regioni sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istat. Sono state previste due eccezioni: per la Valle d'Aosta, che è costituita in unico collegio uninominale, e per il Trentino-Alto Adige che mantiene sei collegi uninominali.

L'assegnazione dei seggi tra le liste è effettuata in misura proporzionale, con l'eventuale attribuzione del premio di coalizione, definito anch'esso su base regionale. Per le coalizioni è prevista una soglia di sbarramento del 20%, che si riduce al 3% per le liste coalizzate, mentre risale all'8% per le liste presentate senza alcun collegamento e per quelle che si siano presentate in coalizioni che non hanno conseguito il 20%.

L'Ufficio elettorale regionale, nel caso in cui nessuna lista abbia raggiunto un numero pari al 55 per cento dei seggi regionali, assegnerà alla coalizione di liste o alla singola lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti, il premio di maggioranza, ossia gli ulteriori seggi necessari per raggiungere la quota del 55 per cento.

Ai senatori eletti sul territorio nazionale vanno sommati i sei eletti - con sistema proporzionale e possibilità di voto di preferenza - dai cittadini italiani della circoscrizione Estero.

Come si può dedurre da questa sintesi, gli elementi peculiari di questa legge di riforma elettorale sono rappresentati dal ritorno al proporzionale, dall'abolizione dei collegi uninominali e delle preferenze. Una scelta, ritenuta indispensabile dall'attuale maggioranza di governo, per superare le carenze e le contraddizioni di quel sistema maggioritario ibrido che, oltre a non contribuire al superamento della transizione politico-istituzionale apertasi nel '94, ne ha aggravato le disfunzioni. Nella nuova legge, però, accanto agli elementi positivi ci sono anche quelli negativi, come l'abolizione del voto di preferenza che non consentirà ai cittadini di poter concorrere direttamente all'elezione dei candidati.

Il ritorno al sistema proporzionale dovrebbe, comunque, consentire una rappresentanza più realistica della forza dei singoli partiti.

Pino Vita, responsabile nazionale Enti locali Pri