Devolution, intervista a Tommaso Frosini/Il referendum non è uno spauracchio

Occorre una maggioranza fortemente determinata

Il progetto della "devolution" è attuato nel rispetto della Costituzione e dell'ordinamento Comunitario. Lo spiega alla "Voce" il professor Tommaso Edoardo Frosini, docente di diritto pubblico comparato all'Università di Sassari, commentando le critiche del professor Giovanni Sartori.

Prof. Frosini, come giudica l'intervento di Giovanni Sartori sul Corriere della Sera di giovedì che attacca il progetto di riforma della Casa delle Libertà?

"Lo giudico brillante come nello stile di Sartori e nel suo eccesso polemico. Da sempre, lo studioso ha criticato qualsiasi progetto di riforma della Costituzione che non fosse coincidente con le sue idee. Ai tempi della Bicamerale di D'Alema, sulle colonne del giornale di Via Solferino avviò una campagna di forte critica. Alcune considerazioni di Sartori sono giuste e possiamo ritenerle condivisibili, ma nello stesso tempo non apre alcuno spiraglio al dialogo. Questo lo trovo eccessivo".

Parlare di "dittatura della maggioranza" da parte di Sartori è stato ingeneroso?

"Prima di Sartori lo aveva detto Giuliano Amato in una conferenza stampa. Amato aveva citato la formula della "dittatura della maggioranza" risalente a Tocqueville. Ma lo scrittore parlava di questo termine in tutt'altro contesto. E' una di quelle espressioni forti che agitano il cittadino. Nessuno di noi vorrebbe trovarsi in una situazione dove vige la dittatura della maggioranza. Le critiche devono essere contestualizzate. Dov'è la dittatura della maggioranza? Va sciolto l'equivoco sul potere del Premier di sciogliere le Camere. E' il caso di evitare ogni dubbio. Più volte si prende come esempio, in modo equivoco, il modello Westminster del sistema britannico. E' vero che nel Regno Unito non esiste una costituzione scritta e non c'è una norma scritta che prevede lo scioglimento anticipato delle Camere, ma è indiscutibile che questo è un potere che spetta al Primo ministro. Tutta la dottrina britannica è concorde nello stabilire che lo scioglimento della Camera spetta al Primo ministro e la Regina firma il decreto di scioglimento e non si rende partecipe di questa decisione".

Nel progetto di riforma cosa è previsto?

"La riforma va in questa direzione. Il progetto originario, che peraltro ho contestato, accentua i poteri del premier. Mi pare però che il nuovo testo approvato venerdì dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, abbia reso più elastico il procedimento di scioglimento, prevedendo che la maggioranza possa scegliere un altro Primo ministro a condizione che questo sia un suo esponente. In pratica, il modello britannico".

Sulla devolution Sartori è allarmato e dice che ci stiamo spingendo più in là di altri sistemi federali. E' una considerazione giusta?

"Purtroppo Sartori deve fare i conti con la rapidità di un articolo di giornale. Il testo uscito dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, migliorativo di quello originale del Governo, ha previsto all'articolo 117 della Costituzione, quello sulla potestà legislativa esclusiva delle regioni anche in materia di sanità, un comma che recita: ‘La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario'. Questo impedisce alle Regioni di fare quello che vogliono. La nuova norma indica chiaramente il rispetto della legge suprema e dell'ordinamento comunitario. Sartori invece è allarmato. Nel testo licenziato dal Senato è vero che l'assistenza sanitaria sarebbe di esclusiva competenza delle Regioni, ma nel rispetto della Costituzione e dell'ordinamento comunitario. Il principio costituzionale di eguaglianza dovrebbe valere anche quindi nell'applicazione della legislazione regionale in materia sanitaria. E perciò la Consulta casserà le leggi regionali che violeranno il rispetto della Costituzione. Non è il caso di allarmarsi".

All'inizio dell'articolo Sartori ironizza sulle riforme che "continuano a marciare" per poi "marcire". L'inizio al Senato è stato positivo. Crede che l'iter non sarà difficile solo perché l'opposizione pensa già al referendum confermativo?

"Le riforme potranno andare avanti e se ci sarà il referendum sarà tanto meglio. Vorrà dire che ci sarà anche un pronunciamento popolare. Non vedrei il referendum come uno spauracchio. Il referendum è nella Costituzione come salvaguardia e strumento di garanzia. Il referendum confermativo è stato pensato proprio per permettere al corpo elettorale di pronunciarsi contro una legge di revisione costituzionale. Se la maggioranza vuole modificare la Costituzione ed è determinata a farlo deve andare avanti nel suo progetto e portarlo a compimento. E' in gioco la credibilità della maggioranza, la quale aveva messo nel programma della legislatura le riforme al primo posto. Mi auguro che si arriverà ad un progetto più organico e mi auguro che l'opposizione possa contribuire nel modo più pluralistico possibile".

(Intervista a cura di Lanfranco Palazzolo)