La Commissione di Garanzia sugli scioperi/Un veto finalizzato alle legittime esigenze dei cittadini

Declino dei sindacati confederali

Lunedì 26 gli autobus, le metropolitane e i tram di tutto il Paese si sarebbero dovuti fermare per un grande sciopero nazionale. Ma l’apposita Commissione di Garanzia ha posto il suo veto e i trasporti locali italiani funzioneranno regolarmente almeno fino al giorno 30, data alla quale i COBAS hanno rinviato l’agitazione. Riprendendo quanto giustamente sottolineato da Davide Giacalone nella "Voce" di Mercoledì 21, è utile compiere qualche riflessione ulteriore su ciò che è accaduto.

E’ evidente che una tale situazione dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l’effettiva debolezza dei sindacati confederali.

La deriva estremistica di queste settimane rappresenta infatti un segnale preoccupante, afferma inequivocabilmente che in alcuni settori strategici la normale dialettica contrattuale rischia di sfuggire a qualsiasi controllo.

A questo proposito va esaminata la motivazione con la quale la Commissione di Garanzia ha "bocciato" l’agitazione del 26. I commissari hanno infatti rilevato la mancanza di un tentativo di conciliazione tra dipendenti e datori di lavoro precedente allo sciopero. Ciò significa, in parole povere, che le formazioni sindacali promotrici non hanno nemmeno cercato un accordo ma hanno adottato in maniera pregiudiziale la linea dura andando fin dall’inizio contro la normativa di settore. Il tutto senza curarsi delle ripercussioni negative su coloro che devono usare i mezzi pubblici per recarsi al lavoro o nei luoghi di studio, o ancora del fatto che ormai i cittadini sono comunque portati a usare il mezzo privato per il timore degli scioperi selvaggi (con ovvie conseguenze in termini di traffico e inquinamento).

Questo atteggiamento non deve sorprendere. Già a suo tempo vi fu chi ritenne illogico vincolare ad una legge sugli scioperi l’esercizio di quello che si ritiene uno strumento di lotta al di fuori di qualsiasi regola, proprio come oggi in molti guardano con sufficienza alle devastazioni che hanno accompagnato alcuni cortei di protesta motivandole in nome di un non meglio definito ideale superiore. L’affievolimento generale del rispetto per la legalità è simile al sonno della Ragione che genera i mostri, una prima e profonda crepa nell’edificio sociale di un Paese. Per questo gli ultimi eventi vanno considerati in tutta la loro gravità, in quanto potenzialmente forieri di conseguenze ben più gravi di un caotico ingorgo sulle tangenziali cittadine.

Riccardo Masini