Legge sulla VIA/Opposizione scatenata in un'azione di propaganda

Anche alle Regioni diritto di parola

La Camera dei Deputati ha approvato, in via definitiva, la legge di conversione del decreto n° 315 riguardante "disposizioni urgenti in tema di composizione delle Commissioni per la Valutazione di Impatto Ambientale e di procedimenti autorizzatori per le infrastrutture di comunicazione elettronica".

La discussione, sia al Senato che alla Camera dei Deputati, si è incentrata per la massima parte sulle Commissioni per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). La premessa da cui parte il decreto legge è una sentenza della Corte Costituzionale che obbliga il Governo a integrare la Commissione speciale VIA con i rappresentanti delle regioni su cui insistono opere della legge obiettivo. Prendendo spunto da tale sentenza il Governo ha inteso estendere tale principio anche "alla commissione ordinaria".

L'opposizione parlamentare invece di entrare nel merito del problema si è scatenata in un'azione propagandistica contro questa legge che di fatto rendeva inoperante una recente sentenza del TAR Lazio che obbligava il Ministro dell'Ambiente a reintegrare la vecchia Commissione nominata dall'ex Ministro Bordon.

Nei vari interventi dell'opposizione parlamentare si è parlato di "vendetta politica" di "presunti esperti", "dell'inquietante Capo di Gabinetto", della "perdurante assenza del Ministro dalle aule parlamentari" quando si discute di importanti provvedimenti riguardanti l'Ambiente, e che "la via maestra sarebbe stata quella di lasciare le cose come stavano".

Orbene, procediamo con ordine e cerchiamo di dare risposte puntuali.

Come a tutti noto, il 13 maggio 2001 si sono celebrate le consultazioni elettorali per il rinnovo del Parlamento; a tutti noto, meno che all'ex Ministro Bordon. Infatti non aveva ascoltato emittenti radio e televisive nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2001, né letto giornali il 14 e il 15 maggio dello stesso anno. Essendo all'oscuro di tutto, il 15 maggio emanava un decreto di costituzione della Commissione VIA Ordinaria controfirmato dall'ex Presidente del Consiglio Amato. Ambedue avrebbero dovuto presumere che non sarebbero stati più al governo, ma la speranza è stata l'ultima a morire.

Ma c'è di più.

"L'inquietante" Capo di Gabinetto era nominato in quella Commissione molto verosimilmente perché sia Bordon che Amato gli accordavano la massima fiducia. Si evince facilmente che gli esperti sono tali indipendentemente dalla loro collocazione politica e si evince ancora che i due autorevoli componenti di quel governo non avrebbero ascoltato il suggerimento dell'On. Acquarone ("la via maestra sarebbe stata quella di lasciare le cose come stanno").

Anche nella produttività della commissione si sono affermate cose non vere, ma se da qualche parte doveva pendere la bilancia, sarebbe stato a favore della Commissione nominata da Matteoli e sostitutiva della precedente.

Un esponente dei DS ha lanciato il grido di dolore affermando che la "vecchia commissione" aveva espresso, "come si legge nel sito ufficiale del Ministero dell'Ambiente" circa 80 pareri contro i 7 della "nuova commissione".

Non si accorgeva il "poverino" che sul sito ufficiale vengono indicati i decreti; che molto probabilmente ci sono tutti i pareri espressi 15 mesi or sono e non ci possono essere i pareri espressi di recente.

L'unica verità consiste nell'affermare che "la VIA è considerata un pericoloso impedimento".

Orbene, questo è vero ma vale per tutti, governo e opposizione.

Recentemente il Ministero dell'Ambiente, in sede CIPE, si è opposto alla realizzazione di un'importante infrastruttura a Gioia Tauro perché non solo non c'era la VIA ma la relazione di proposta non prevedeva che ci dovesse essere.

Il Segretario Generale della CISL, Savino Pezzotta, forse male indirizzato dalle segreterie calabresi ebbe ad affermare che non si potevano bloccare ingenti investimenti per "cavilli burocratici" (sic!).

La legge è stata approvata, le regioni potranno dire la loro su tutti gli interventi ordinari e speciali, e sicuramente diminuirà il contenzioso con le regioni stesse, e si avrà più speditezza nella realizzazione di opere pubbliche e private che dovessero essere sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale.