Emilia Romagna: non entrerà in vigore il nuovo Statuto/Si voterà con la vecchia legge e rimangono 50 i consiglieri da eleggere Rammarico per il mancato rinnovamento Il nuovo Statuto Regionale della Regione Emilia-Romagna e la nuova Legge elettorale ad esso connessa non entreranno in vigore prima delle prossime consultazioni per il rinnovo del Consiglio Regionale il 3 e 4 aprile di quest’anno. La notizia sembra ormai certa: si andrà a votare con il vecchio Statuto e con la vecchia legge elettorale dal momento che non ci sono i tempi tecnici per rendere esecutive le nuove norme. Dunque il numero di Consiglieri da eleggere rimarrà a quota 50 anziché 65, come indicavano le nuove disposizioni visto anche l’aumento della popolazione emiliano-romagnola che ha abbondantemente superato i 4 milioni di abitanti. Non posso che esprimere in mio rammarico per l’impossibilità di applicare le nuove norme per le quali abbiamo lavorato in seno alla Commisione Statuto per oltre quattro anni. La maggiore autonomia e capacità gestionale delle Regioni giustificavano appieno l’adozione del nuovo Statuto. Abbiamo lavorato ad un nuovo Statuto per quasi un’intera legislatura, per adeguare anche il testo regionale ai nuovi cambiamenti, seguiti alla riscrittura del Titolo V della Costituzione, che conferiscono alle Regioni nuove e maggiori competenze. Abbiamo speso molte energie e lavorato molto su un testo fortemente voluto da questa maggioranza di centro-sinistra, che era riuscito a mettere d’accordo un po’ tutti, raccogliendo anche dall’opposizione un ampio sostegno. La prova della grande coesione è sotto gli occhi di tutti, essendo lo Statuto stato approvato in seconda lettura il settembre scorso. Presentarsi alle prossime elezioni regionali con il vecchio Statuto e la vecchia Legge elettorale, quindi, sa proprio di beffa e rischia di ripercuotere i propri effetti sull’opinione pubblica che potrebbe recepire la vicenda come una sconfitta da parte di questa maggioranza. In realtà la mancata operatività del nuovo Statuto dell’Emilia-Romagna e della nuova Legge Elettorale si inseriscono in un contesto politico di attrito da parte del Governo contro la nostra Regione. Non dimentichiamo, infatti, che all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna del nuovo Statuto, il Consiglio dei Ministri lo aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale, sollevando - così come per tutte e tre le Regioni "rosse"- il dubbio di incostituzionalità su nove punti, poi tutti puntualmente smentiti dalla Consulta, tranne uno, quello dell’incompatibilità fra la carica di Assessore e quella di Consigliere, che si presenta tuttavia come una di-sconformità puramente formale, da ripararsi facilmente con un intervento soppressivo. In virtù di questa sentenza, che praticamente ha dato ragione in pieno all’Emilia-Romagna, la Regione si è rivolta al Consiglio di Stato per chiedere il recupero dei 24 giorni intercorsi fra l’approvazione dello Statuto in seconda lettura e il ricorso del Governo alla Corte Costituzionale, ed accorciare così i tempi di promulgazione del nuovo Statuto - 3 mesi - riuscendo a fare entrare in vigore la legge prima della fine del mandato. Purtroppo però ormai i il tempo è scaduto, le elezioni sono già state indette e l’Emilia-Roamgna sia accinge ad eleggere i 50 Consiglieri che faranno parte del prossimo Consiglio Regionale. Luisa Babini consigliere regionale Pri Emilia Romagna |