Il presidente della Commissione Finanze La Malfa ad Imperia/Una manifestazione dell’Associazione 105 assieme alla Provincia e al Comune

L’economia e i mercati finanziari in Italia

Il Presidente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, Onorevole Giorgio La Malfa, è intervenuto ad Imperia al convegno pubblico sul tema "Economia e mercati finanziari italiani". La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Culturale 105 in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Imperia. Il convegno che si è svolto nella sala riunioni della sede staccata del Palazzo della Provincia alla presenza di un folto e qualificato pubblico, ha visto la partecipazione, ai fini dell’orientamento scolastico, di una rappresentanza degli alunni della Scuola Media "G. Boine" e di futuri ragionieri dell’Istituto Tecnico Statale Commerciale "G. Ruffini". Fra i numerosi partecipanti erano presenti i rappresentanti della Associazioni dei consumatori, Adiconsum, Adusbef, Federconsumatori, ed il Presidente della Commissione regionale ABI per la Liguria,dott. Armando Remuzzi. I lavori sono stati introdotti dal Presidente dell’Associazione Culturale 105 affermando fra l’altro che "la riforma del risparmio è un tema di vitale importanza per l’opinione pubblica e per l’intero Paese ed è prioritario ristabilire la fiducia negli investitori e risparmiatori". Sono seguiti gli interventi del Presidente della provincia, avv. Gianni Giuliano, che si è soffermato sull’aspetto socio-economico dell’estremo ponente ligure legato al turismo e del vice-Sindaco di Imperia, dott. Alessio Saso, che ha sottolineato il ruolo ed il valore aggiunto delle piccole e medie imprese.

Il Presidente della Commissione Finanze, Onorevole Giorgio La Malfa, nel corso della sua relazione ha spaziato dallo sviluppo industriale italiano della fine dell’800 all’apertura dei mercati dell’Est . Non sono mancati riferimenti all’IRI e alle imprese medio-grandi e grandi che siano state di proprietà o sotto il controllo dello Stato. Ha evidenziato il rapporto banche-industrie nel recente passato e come la Banca d’Italia ha conservato, e tuttora conserva, poteri molto stringenti di controllo sulla proprietà della banche. Ha ricostruito la storia economica italiana del ‘900 valorizzando la figura e l’operato di Donato Menichella.

Le conclusioni che egli ha tracciato si possono sintetizzare come segue. Per buona parte del XX secolo il sistema economico italiano è stato un sistema sotto il controllo pubblico, sia per quanto riguarda le imprese manifatturiere, sia per quanto riguarda il sistema bancario.

L’area dell’impresa privata è stata confinata alle piccole e medie imprese, nate nel secondo dopoguerra nel periodo del miracolo economico seguito alla fine dell’autarchia, alla liberalizzazione degli scambi e all’ingresso dell’Italia nel Mercato Comune Europeo. Le imprese private sono sempre vissute in una condizione di concorrenza con le grandi imprese pubbliche che potevano, grazie ai finanziamenti dello Stato, esercitare una concorrenza talvolta sleale rispetto alle imprese private. Esse hanno difeso la loro autonomia restando piccole e evitando di accedere alla Borsa nella quale sarebbero state soggette al rischio di una presa di controllo da parte delle imprese pubbliche. Il risparmio è stato canalizzato verso i titoli di Stato che garantivano rendimenti elevati in condizioni di minor rischio, risparmio che veniva utilizzato per i bisogni del sistema industriale pubblico. Atrofizzatasi così la Borsa, le imprese si sono rivolte al credito bancario, soprattutto a quello delle banche commerciali che spesso hanno finito per finanziare le immobilizzazione delle imprese. Questa situazione del settore del risparmio, unito alla espansione rapidissima dello stato sociale, ha reso meno necessario la nascita dei fondi comuni di investimento, dei fondi pensione e di tutte le strutture finanziarie che sono la caratteristica tipica dei mercati finanziari anglosassoni.

La fine del sistema e la rapida caduta dei rendimenti dei titoli di Stato quando nella seconda metà degli anni novanta l’Italia è entrata nell’Unione Monetaria Europea, ha reso disponibile il risparmio per impieghi diretti sul mercato finanziario, ma a fronte di una notevole offerta di risparmio, le possibilità di un suo impiego in titoli di buona qualità è stata relativamente modesta. Così a partire dal 1993 vi è stata una trasformazione delle banche che non operano nel solo campo dei prestiti a medio termine ma anche nella intermediazione dando luogo agli sviluppi piuttosto caotici di cui i risparmiatori hanno fatto esperienza. Al termine della sua relazione sono intervenuti l’ing. Gioachino Ferrara, il direttore dell’Unione Industriali della provincia di Imperia, dott. Giuseppe Argirò, il Segretario generale della Cisl di Imperia, dott. Remigio D’Aquaro. Prima di concludere il portavoce, dei rappresentanti sindacali dei frontalieri di Cgil, Cisl e Uil, Salvatore Maio, ha sollecitato l’On. Giorgio La Malfa per la trasformazione in legge del "bonus" per i frontalieri concesso dal 2003 con decreto, al fine di dare una parola chiara e definitiva sulla questione ricordando che i frontalieri italiani nel ponente ligure, nel comprensorio tra Sanremo e Ventimiglia, sono circa 4 mila 500.

Santino Camonita