Elezioni regionali e amministrative abbinate per il 3-4 aprile/Le liste dei governatori e le primarie hanno contraddistinto i due schieramenti I repubblicani valutano le situazioni locali di Pino Vita* Le elezioni regionali si terranno il 3 ed il 4 aprile e saranno abbinate con le amministrative. Nell’annunciare la data il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia ha detto:" Questo accordo sulla data delle elezioni ad aprile rappresenta un ottimo viatico anche per il disegno di legge governativo che prevede l’accorpamento delle elezioni amministrative con le regionali e che oggi ha iniziato il suo iter parlamentare nella Commissione Affari costituzionali del Senato". I due schieramenti, sia quello della Casa delle Libertà che dell’Ulivo, sono stati attraversati da iniziative come quella della presentazione delle liste dei governatori e dall’altra relativa alla celebrazione delle primarie in Puglia, che hanno messo in discussione gli assetti e gli equilibri politici precedenti. Per le primarie la vittoria a sorpresa di Vendola ha evidenziato il problema del ruolo e della consistenza della sinistra "radicale e antagonista" all’interno di un centro-sinistra, ancora alla ricerca di un programma di governo e di un equilibrio tra le diverse componenti dell’alleanza. La decisione di rinviare a dopo le elezioni regionali la ricerca di una soluzione dimostra la debolezza della leadership di Prodi e la precarietà della coesione tra le diverse componenti dell’alleanza, alcune ancora fortemente condizionate da vecchi ideologismi. Non è una questione astratta e di poco conto perché in caso di vittoria elettorale del centro-sinistra il prevalere al suo interno della componente antagonista renderà sicuramente impossibile la stabilità del governo. Sulle liste dei cosiddetti governatori avevamo espresso sulla "Voce" le nostre riserve per le caratteristiche di "liderismo" e di personalismo che quelle iniziative presentavano. Si era capito che l’ipotesi del "governatore" lombardo, basata sull’utilizzazione nel "listino" dei cosiddetti "terzisti riformisti" provenienti da aree culturali non schierate e con alle spalle precedenti esperienze politiche, era una manovra per rafforzare la propria leadership e che portava, di fatto, ad un antagonismo con i partiti dello schieramento della Casa delle Libertà, per cui la Lega aveva immediatamente avanzato le proprie riserve. Roberto Formigoni, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti a Milano, non aveva esitato ad attaccare i due ministri leghisti, Bossi prima e Calderoli dopo, affermando : "Quella che doveva essere la riforma che dava più potere alle regioni e agli enti locali ha prodotto poco e chi voleva difendere il federalismo si e’ trovato sul versante opposto". Il governatore sottolineava che la riforma era stata largamente insufficiente rispetto alle speranze degli enti locali, per cui le Regioni avevano dovuto fare i conti con due leggi finanziarie penalizzanti, e soprattutto con la sospensione del decreto 56 del 2000 che era quello che incominciava a introdurre il federalismo fiscale. "Il governo - concludeva Formigoni - ha bloccato questo intervento e nessuna voce all’interno si è levata a difendere le regioni e il diritto di una regione come la Lombardia che perde cosi’ 250 milioni di euro". L’iniziativa di Formigoni è nel frattempo rientrata, ma le contraddizioni che l’avevano caratterizzata rimangono tutte in piedi a cominciare dal suo rapporto con F. I. il partito di cui fa parte e dall’appoggio che avrebbe dovuto ricevere dai partiti della coalizione, destinati in caso di successo del progetto a dover fare un passo indietro. Il governatore è riuscito, comunque, a rinviare ad altra data l’iniziativa dicendo "il nostro progetto non guarda al passato, ma al futuro". Di quelle liste resta solo in piedi solo quella di Storace, costruita però con il consenso dei partiti della coalizione a cominciare da An, formazione dove il governatore continua a militare. Quei progetti hanno, comunque, prodotto ripercussioni nella stessa Casa delle Libertà per cui il Tavolo per la definizione delle candidature dei Presidenti e delle liste per le amministrative, inaugurato al vertice dei segretari dei partiti e proseguito dai responsabili nazionali degli Enti locali, è stato interrotto. La settimana che si è aperta, che segna anche il tempo limite per l’approvazione delle nuove leggi elettorali nelle Regioni, dovrà portare chiarimenti definitivi tra le componenti dell’alleanza della Casa delle Libertà che fino ad ora non ha trovato quello spirito unitario che deve essere alla base di una coalizione impegnata a realizzare obiettivi strategici di governo del Paese. Il Pri continuerà a ricercare con pazienza e coerenza le condizioni migliori per non venire meno agli impegni impliciti in quell’alleanza, difendendo però la sua autonomia e la sua visione programmatica. Su questa linea saranno valutati i problemi e le prospettive delle diverse situazioni locali, ai fini della ricerca delle alleanze più adeguate a non pregiudicare il lavoro di rafforzamento politico del partito e la sua consistenza nella società. *Responsabile nazionale Pri Enti locali |