Fondamentale per l'Edera rafforzare i legami con l'Eldr

di Sergio Savoldi*

Lunedì 15 gennaio 2007 il Consiglio nazionale ha dato mandato alla Direzione per decidere data e luogo per la celebrazione di un Congresso Nazionale

Alla vigilia alcuni interrogativi si ponevano ai quadri più attenti e preoccupati per il futuro del Pri.

I congressi si celebrano per modificare o per confermare una linea politica; che congresso sarà quello che si intende tenere a breve? In un quadro politico in movimento disordinato, condizionato dalla modifica della legge elettorale, il Pri ha in questo momento una visione strategica da presentare in Congresso che lo possa indicare come una vera risorsa per il Paese?

Non c'è il pericolo di un Congresso che possa introdurre divisioni solo di tipo personale, il che sarebbe una vera iattura? A questi interrogativi le risposte ci si augura possano essere essenzialmente quelle di seguito elencate.

Si dovrebbe celebrare un Congresso che segni una svolta politica per il Partito repubblicano con la dichiarazione di esaurimento della esperienza di alleanza con il centrodestra. E' indispensabile che nei tempi che ci separano dalla celebrazione si ponga mano ad un manifesto programmatico sintetico che presenti il Pri come punto di riferimento per democratici e riformatori che non trovano udienza ed attenzione da parte dei due poli attuali.

Nel contempo sarebbe necessario lanciare un forte appello per la Costituente liberaldemocratica repubblicana come sezione italiana dell'Eldr ed inoltre definire le azioni da intraprendere per combattere i pericoli del bipartitismo che referendum e volontà egemoniche nei due poli lasciano intravedere.

Qualcosa dopo il Cn sembra si muova in queste direzioni secondo un disegno che la componente di Riscossa indica da tempo a tutto il partito.

Con queste motivazioni il Congresso avrebbe un significato che va al di la delle situazioni di confusione che caratterizzano il quadro politico italiano e sarebbe un primo fondamentale passo per il rilancio del Pri presso un'opinione pubblica frastornata e sfiduciata.

Su queste basi peraltro si potrebbe ritrovare una unità di intenti per tutto il partito, che potrebbe contribuire al rilancio programmatico ed organizzativo ed avviare anche il recupero di una buona parte della diaspora.

A queste condizioni, si può fare un buon Congresso, di quelli che rimangono nella storia di un movimento politico e che lasciano magari il segno anche nel Paese. Un Paese che ha una grande voglia di serietà, di coraggio, di dedizione, di lungimiranza, quelle virtù che i repubblicani hanno dimostrato nelle stagioni in cui il loro disegno strategico era alto, chiaro e difficile, ma necessario all'Italia.

*Riscossa repubblicana