Prospettive repubblicane/Stimolare l'iniziativa liberaldemocratica, proporre progetti forti e chiari

La nostra terza posizione oltre gli schieramenti obbligati

di Franco Torchia*

All'indomani delle elezioni politiche il Partito sembrava essere piombato in una crisi di identità.

E' successo a noi, ma è stato così anche per gli altri partiti della Casa delle Libertà.

Le riflessioni, talvolta amare, espresse dal Segretario sulla situazione del Partito e la successiva crisi del vertice con le dimissioni del Presidente ha rischiato di trasformarsi in un de profundis per il Partito repubblicano.

Il Pri aveva bisogno di uscire dalla crisi in cui si era cacciato da solo, e Nucara si è assunto la responsabilità di una importante iniziativa che guarda lontano e che rilancia strategicamente il Partito e l'identità politica dei repubblicani. Quella che ci consentirà di ricoprire un ruolo specifico nella vita politica italiana.

La proposta di dare piena autonomia al Partito nelle alleanze locali, avendo come riferimento il Partito Liberaldemocratico Europeo in un sistema politico caratterizzato da un forte bipolarismo, non è certamente priva di incognite e di pericoli, ma ha sicuramente la forza di coagulare attorno ad essa vasti consensi all'interno del Partito ed anche fuori.

Nel Paese è già partita una nuova fase politica. Il Partito dovrà rapidamente attrezzarsi per partecipare da protagonista.

Occorre uno sforzo da parte di tutti ed una capacità di elaborazione, di aggregazione ed organizzativa quale il Partito non ha mai conosciuto.

La gente dovrà ritrovare il progetto politico dei repubblicani. Quel progetto, quella visione che parte dai programmi, dai problemi del Paese per arrivare successivamente alle alleanze.

Finita la stagione governativa, il Partito sta concentrando tutte le proprie energie e risorse sull'organizzazione, sulla elaborazione di temi politici.

In questi ultimi mesi ho visto sempre maggiore interesse attorno al Partito. Non dobbiamo di-sperdere queste energie.

Ora però, occorre dare nuovo entusiasmo ai dirigenti. Ed attorno ad un progetto liberaldemocratico avremo la possibilità di aggregare nuove risorse, quella parte dell'Italia che, come noi, non vuole dividersi tra due schieramenti e vuole essere fuori dai due poli.

Dobbiamo aprire un varco tra i due schieramenti.

Dobbiamo ragionare sui temi della società italiana, sulle riforme che da anni rimangono incompiute.

Sul risanamento dei conti pubblici che potrà portare benessere al Paese e agli italiani.

Il segretario ci sta provando. Dobbiamo essere consapevoli che la battaglia sarà lunga e dura.

Dobbiamo smetterla con la politica del giorno per giorno. Quanti di noi non ce la faranno a cogliere i risultati da protagonisti, lo faranno da spettatori. Sarà sicuramente una nuova classe dirigente a raccogliere i frutti di questa nuova strategia.

Toccherà a noi guidarli lungo il percorso.

La strategia del Partito dovrà partire dai contenuti.

Sintetizzerei tutto in una parola: parlare, parlare, parlare.

Parlare dei nostri temi, della nostra identità. Della politica estera, della politica economica, della globalizzazione.

Dobbiamo imparare ad usare il linguaggio dei giovani.

Dobbiamo diventare una Agorà.

Se l'ipotesi della via liberaldemocratica crea vasti consensi all'interno del nostro Partito, ciò significa che la tradizione non è del tutto persa. Significa che il Pri recupera una strategia mai sopita nei dirigenti repubblicani. Questo consentirà sicuramente di aprire un nuovo confronto con quelle anime repubblicane che in tutti questi anni si sono allontanate dalla casa madre.

Ci si chiede a gran voce di recuperare la diaspora. Questa iniziativa del segretario lo consente e proietta il Partito verso ipotesi di nuove alleanze e confronti con altre realtà che si richiamano all'area liberaldemocratica.

Non bisogna considerarla come un allontanamento dalle posizioni che hanno portato il Pri al governo in questi cinque anni.

Lo abbiamo detto e lo confermiamo. Siamo stati leali con gli alleati della Casa delle libertà. Ci riconosciamo in molte delle iniziative che essi assumono, siamo coscienti che su alcuni temi (vedi la politica estera) le nostre idee coincidono perfettamente. Tuttavia il nostro Partito ha bisogno di uscire dal guado in cui oggi si trova la politica italiana.

Questa scelta comporterebbe per il nostro Partito un sacrificio, perché siamo coscienti che le posizioni terzaforziste in un sistema bipolare non hanno mai pagato. Saremo costretti quindi a fare un passo indietro per farne due in avanti verso la nuova direzione.

Questo ci è stato chiesto sempre a gran voce.

Lo facciamo senza timori. Lo facciamo perché è nella nostra tradizione di repubblicani.

Lo facciamo anche perché abbiamo un sogno. Quello di uscire dal sistema bipolare.

Il momento è molto delicato ed occorre operare con grande equilibrio e lungimiranza, senza perdere di vista anche quelli che potrebbero essere gli interessi immediati del Partito.

Occorre ragionare in una logica di lungo termine.

Questo significa che dobbiamo osare di più.

Dobbiamo attivare una forte iniziativa che consenta al Pri di ottimizzare i rapporti con tutte le componenti liberaldemocratiche presenti in entrambi gli schieramenti con l'obiettivo di creare una federazione laica e liberale che diventi polo di attrazione per quelle risorse che, come Nicola Rossi, si preparano ad abbandonare l'idea del partito democratico a sinistra e la federazione delle libertà nel centrodestra.

Il Congresso potrà rappresentare il momento essenziale di una discussione che potrebbe decidere di imboccare la strada in questa direzione.

Su questi temi e su queste prospettive, sarebbe opportuno che sulla "Voce Repubblicana" si aprisse un forum di discussione.

*responsabile tesseramento Pri