Riforme istituzionali e regolamentazione dei partiti

L'iniziativa dei senatori Antonio Del Pennino (Pri) e Luigi Compagna (Udc) tende opportunamente ad inserire, nel dibattito sulle riforme, il tema della regolamentazione dei partiti politici: che è un tema vitale per una moderna democrazia liberale.
L'attuale sistema elettorale, sganciando la designazione dei candidati dalle primarie, ha di fatto rafforzato le oligarchie dei partiti piuttosto che i cittadini, come si riteneva invece che l'introduzione dell'uninominale maggioritario avrebbe dovuto fare. Una regolamentazione complessiva dei partiti ­ concetto ben più ampio della pura e semplice disciplina delle fonti di finanziamento ­ è dunque questione imprescindibile per affrontare correttamente il tema delle riforme.

Lettera a Pera/"Cambiamo la natura dei partiti"

Roma - (t.m.) Sul ruolo dei partiti, la Costituzione italiana è rimasta incompiuta.
Ora l'argomento torna d'attualità nel gran parlare delle riforme. Sull'opportunità di riconoscere il loro ruolo di "tramite naturale per l'esercizio dellla sovranità popolare", hanno scritto una lettera a Marcello Pera, presidente del Senato, due senatori della maggioranza, Luigi Compagna (Udc) e Antonio Del Pennino (Pri).
"Durante l'ultima sessione di bilancio in Senato", ricordano i senatori, "l'argomento è parso riaffacciarsi, ma si è preferito rimandarlo ad altra occasione". L'occasione dicono Compagna e Del Pennino, "può darsi che si configuri proprio ora, alla ripresa dei lavori". Per i due senatori "non può bastare assicurare ai partiti per legge un certo finanziamento per regolari e per impedire le degenerazioni che si accompagnano ad ogni cosa umana". In un ddl presentato a Palazzo Madama, si modifica l'attuale condizione dei partiti di associazioni non riconosciute, si promuove il finanziamento volontario e si riducono gli oneri per la finanza pubblica.

"Libero" 8 gennaio 2003

 

Lettera dei senatori Antonio Del Pennino (Pri) e Luigi Compagna (Udc) al Corriere della Sera venerdì 3 gennaio 2003

Partiti/Natura giuridica

Caro Mieli, rispondendo a un lettore che affrontava il problema delle primarie ipotizzate per scegliere il leader dell'Ulivo, lei ha sottolineato che quando si discute di primarie deve trattarsi di vere elezioni, in cui i cittadini "decidono con modalità trasparenti le candidature nazionali e periferiche del loro schieramento.

Il giorno successivo sul Corriere è apparso un articolo dei due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo, Imbeni e Podestà, appartenenti agli opposti schieramenti politici nazionali, che insieme propongono una riforma delle legge per il rinnovo del Parlamento europeo basata sull'abolizione delle preferenze e sul ricorso al sistema delle liste bloccate, prescindendo da qualsivoglia primaria.

Una siffatta riforma, su cui sembrano concordare le due maggiori forze politiche del Paese, si tradurrebbe in un rafforzamento del potere oligarchico dei vertici dei partiti, escludendo ogni possibilità dei cittadini elettori di incidere sulla scelta qualitativa dei loro rappresentanti. Proposte di questo tipo rafforzano in noi la convinzione che, se non si vuole aggravare il distacco degli italiani dalla politica, occorre riprendere il tema, caro a Giovanni Spadolini, del ruolo dei partiti e del loro riconoscimento giuridico e, contestualmente, quello della regolamentazione delle primarie per la designazione dei candidati. In proposito, sin da luglio, abbiamo presentato un organico disegno di legge al Senato e abbiamo chiesto negli scorsi giorni al presidente Pera di inserire il tema della definizione della natura giuridica dei partiti nell'agenda di Palazzo Madama.

"Il Sole 24 Ore" 29 dicembre 2002

Lettera a Pera/"Il Senato affronti il nodo del finanziamento ai partiti"

Inserire nell'agenda del Senato, alla ripresa dei lavori parlamentari, la riforma del finanziamento dei partiti. Con questo intento i due senatori Antonio Del Pennino (Pri) e Luigi Compagna (Udc), firmatari di un apposito disegno di legge che regola la materia, hanno scritto al presidente di Palazzo Madama, Marcello Pera.

Il disegno di legge Del Pennino-Compagna fu presentato quest'estate in occasione della tanto contestata leggina di rifinanziamento pubblico dei partiti. Il provvedimento vorrebbe dotare le formazioni politiche di personalità giuridica e affidare il loro finanziamento in prevalenza a libere elargizioni detassabili. "Non può bastare ­ sostengono i due parlamentari nella lettera a Pera ­ assicurare ai partiti per legge un certo finanziamento, per regolarli e per impedire le degenerazioni che inevitabilmente si accompagnano ad ogni cosa umana". Per questo, il Ddl depositato in Senato sottopone le spese elettorali a limiti ben definiti e prevede un euro di rimborso per ogni voto ricevuto nella quota proporzionale e di 0,25 euro nei collegi uninominali. "L'ispirazione è spadoliniana ­ viene puntualizzato nella missiva ­ ma non senza rispetto per la logica dell'attuale bipolarismo". Un esempio? "Si prevedono elezioni primarie per le designazioni sia dei candidati di partito, sia dei candidati di coalizione". Non si tratta, tuttavia, della mera richiesta di mettere all'ordine del giorno il singolo Ddl. Del Pennino e Compagna chiedono a Pera di non lasciar passare sotto silenzio l'intera questione.