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"L’opinione" mercoledì 4 giugno 2003
Incoscienza sindacale
di Fiorenzo Grollino
A proposito dell’epidemia che ha colpito 1100 assistenti di volo dell’Alitalia, verrebbe da chiedersi: che paese è mai questo, in cui si ammalano tutt’insieme 1100 lavoratori? Ormai in questa nostra Italia non bisogna stupirsi di nulla, perché quel che accade in questo paese non si verifica in nessun altro.
Per tre giorni 1100 assistenti di volo della compagnia di bandiera si sono fermati, presentando certificati sanitari di medici compiacenti; centinaia di voli sono stati cancellati; migliaia di utenti sono rimasti per ore e ore in attesa di un volo, di cui si era persa ogni traccia, perché l’Alitalia non aveva dato alcuna informazione; gravissimi sono stati i disagi, soprattutto per le persone anziane ed i bambini per mancanza di ogni assistenza. Tutto questo è stata una cosa normale per i sindacati, alcuni politici e quanti remano contro il governo. Si arriva, poi, al grottesco, quando il presidente del Consiglio, rendendosi conto di questa situazione insostenibile, che colpisce tutti indistintamente cittadini italiani e stranieri, invita i lavoratori a produrre di più e a scioperare di meno, insorgono come un sol uomo sindacalisti ed alcuni politici di opposizione.
E proprio qui viene il bello, perché tutti questi signori insorgono contro il premier Berlusconi, facendo uso degli argomenti più vieti e stantii, che fanno parte ormai del vecchio armamentario massimalista, strumentalizzando le recenti dichiarazioni del Capo dello Stato per portar acqua al loro mulino, rimasto anch’esso fermo per mancanza di energia. Non si sa in verità dove questi signori vogliono portare questo paese, a parte la caduta di immagine sul piano internazionale. E così il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani in modo più che lapidario dichiara: "Ancora una volta il presidente del Consiglio non sa esimersi da una battuta di pessimo gusto e, al fondo, vagamente antidemocratica. Lungo questa strada non solo non risolve alcun problema, ma il Paese è destinato a declinare più velocemente". È il caso di chiedere al dott. Epifani, simbolo di saggezza nell’Italia post - industriale, cosa avrebbe dovuto dire il presidente del Consiglio in una situazione come quella di cui si è detto. Certo il tono di Epifani sarebbe stato diverso, perché da un sindacalista, per logica sindacale, non può mai venire l’invito a produrre, ma solo quello a scioperare. Né si vede cosa ci sia di antidemocratico nel comportamento del premier, anche se ormai fa effetto quando si tira in ballo la democrazia.
E così il buon Savino Pezzotta, il sindacalista della Cisl contestato a più riprese da quelli della Cgil, che attribuisce al governo tutte le responsabilità dell’epidemia che ha colpito gli assistenti di volo, dichiarando: "Se il governo ripristinasse in maniera stabile la politica di concertazione; se si facessero corrette e partecipate relazioni sindacali; se si rinnovassero tutti i contratti pubblici; se si facessero tutte queste cose importanti, probabilmente ci sarebbe in Italia meno conflittualità e si produrrebbe meglio". Complimenti signor Savino Pezzotta, ha dichiarato una cosa molto saggia: perché i lavoratori producano, il governo deve accettare tutte le richieste dei sindacati. Non le sembra che le sue dichiarazioni sanno più di ricatto che di sindacato? Sulla stessa lunghezza d’onda si registrano gli interventi di Luigi Angeletti della Uil e dell’ex ministro del Lavoro on. Tiziano Treu, le cui dichiarazioni rasentano il limite della banalità. Dal complesso di queste dichiarazioni scaturiscono alcune considerazioni, che stigmatizzano come il nostro Paese abbia raggiunto il più basso grado di incoscienza politico - sindacale.
Il sindacato, ormai, pur restando apparentemente organo di tutela dei lavoratori, è una organizzazione che svolge azione squisitamente politica, in senso antigovernativo, orientata alla conflittualità senza fini economici. Il sindacato dei nostri giorni ha sposato in modo più che evidente la teoria del ricatto per fornire una migliore produttività. Il sindacato ha introdotto una nuova forma di lotta, senza punto preoccuparsi dei disagi dei cittadini, che può essere definita "sciopero per certificato medico". A questo punto non resta, per ricondurre tutti questi signori alla ragione, che evidentemente l’hanno smarrita, l’intervento della magistratura, in quanto nel rapporto medico-lavoratore sono certamente individuabili i reati di falso e di interruzione di pubblico servizio.
Si ripete così una precedente analoga vicenda che risale al 1995, quando 320 piloti dell’Alitalia "si ammalarono" per contestare i tagli dei posti di lavoro. La storia si è ripetuta in questi giorni, a distanza di circa otto anni, questa volta con gli assistenti di volo, e come quella di ieri deve essere perseguita con estremo rigore, altrimenti questo paese, che il primo luglio prossimo dovrà esercitare per sei mesi la presidenza di turno dei 15 paesi dell’Unione europea, rischia di diventare un’altra "Repubblica delle banane". |
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