"Il Giorno" 28giugno 2003

Immigrati, serve la pietà ma anche il rigore

di Giorgio La Malfa*

L’Italia è alle prese con un problema di immigrazione clandestina ormai da più di dieci anni e, finora almeno, non siamo stati capaci di governare questo fenomeno in maniera soddisfacente. Come nel resto dei paesi dell’Europa occidentale, l’immigrazione, soprattutto quella clandestina ed irregolare, crea condizioni di malessere sociale, soprattutto nelle fasce di popolazione più deboli, tensioni di ordine pubblico, divisione fra le forze politiche. Se si ricorda la legge Sanatoria del ministro Martelli, si vede come la divisione che ha solcato la maggioranza in questi giorni riproduce i termini di quell’antico confronto. I repubblicani che si opposero allora alla legge di un governo che pure sostenevano, ritengono indispensabile trasmettere un segnale di severità sull’immigrazione clandestina tale da porre le premesse per un suo arginamento.

E’ giusto prendere le distanze da affermazioni che implichino l’idea di prendere a cannonate dei disperati che arrivano sulle nostre coste nella speranza di avere una migliore condizione di vita; ma non si può nemmeno autorizzare l’idea che il nostro paese sia quello in Europa più penetrabile dalle correnti dell’immigrazione clandestina. Per cui se è legittimo dire che gli immigrati possono essere una risorsa come lo sono in genere tutti gli uomini, ciò non significa che è consentito un afflusso incontrollato di persone nel nostro paese.

Una politica giusta ed equilibrata in tema di immigrazione è possibile ma la sua premessa è un presupposto di regole severe per l’accoglienza e la decisione di non consentire l’immigrazione clandestina come un veicolo per una successiva normalizzazione.

Tre sanatorie in poco più di dieci anni hanno regolarizzato più di un milione di persone e ciascuna successiva sanatoria ha comportato un maggior numero di regolamentazioni. Dunque, le sanatorie incoraggiano l’immigrazione clandestina. Sarà importante ora che il governo sappia coniugare un intervento nei confronti dei paesi soggetti al fenomeno migratorio di sostegno economico al loro sviluppo e di elaborazione di politiche europee comuni. Ma queste linee di azione debbono essere accompagnate da politiche severe all’interno. Questo per evitare la politica delle cannoniere, che non credo nessuno davvero voglia, a cominciare dall’onorevole Bossi ed anche quella delle sanatorie indiscriminate, che invece ha trovato e trova tuttora molti sostenitori, che non si rendono conto fino in fondo delle conseguenze e degli effetti negativi di una scelta del genere.

*Presidente del Partito Repubblicano Italiano