"Il Messaggero 12 giugno 2003/Intervista con Luigi Tagliolini Da sei mesi sono tornato nel Pri che guarda a destra, ma anche l’opposizione sembra più attenta alle poltrone che ai contenuti" di Franco Elisei Pesaro - Cementificazione sul San Bartolo, scarichi fognari direttamente sul Foglia, inquinamento di Baia Flaminia. Luigi Tagliolini, ex assessore provinciale all’ambiente riemerge dal silenzio e attacca il centrosinistra e i suoi stessi compagni di viaggio: i Verdi, colpevoli, a suo dire, di essere poco ambientalisti e sempre più uguali ad altri politici interessati alle poltrone. "Come fanno ad accettare la cementificazione sul San Bartolo e a sostenere nello stesso tempo una giunta che mette i divieti di balneazione a Baia Flaminia solo perchè non ha affrontato alla radice il problema inquinamento? Sono allibito - esclama - Mi meraviglio. Da un lato si parla di sviluppo ecosostenibile, dall’altro si continua a cementificare senza accorgimenti. Basta guardare al Pentagono dove sono stati costruiti colossi di cemento accanto alle casette a schiera. Un’umiliazione. Altro esempio: il traffico oggi è disastroso e anche volendo, in molti luoghi non c’è più spazio per realizzare le piste ciclabili. I Verdi si dichiarano pronti a sostenere un progetto ambientale che qualifichi la città e poi permettono questo? Va al di là di ogni logica politica". Ma lei era assessore all’ambiente dal ‘90 al ‘95, non troppo tempo fa.... "E’ vero, ieri c’ero anch’io ma con obiettivi diversi. E mi sono dato da fare. In quel periodo, precisamente nel ‘91, su mia richiesta chiesi ad esempio di controllare e censire tutti gli scarichi delle fognature comunali lungo il Foglia a Pesaro. Ho fatto stilare un elenco con gli scarichi. Ebbene, in dodici anni da quel documento la situazione è la stessa. La Provincia aveva il compito di vigilare. Lo ha ancora ma non riesce ad esercitarlo come ci si aspetterebbe. Ora non ha neppure il coraggio di sostenere la Sovrintendenza che ha detto no all’essicatoio. Io, da assessore all’ambiente ho istituito due parchi. Quello del San Bartolo e quello di Carpegna portano la mia firma. Come il simbolo dello stesso San Bartolo. Sono passati anni e quel parco ora è sempre più a rischio di cementificazione. Non mi scandalizzo se i Verdi cambiano idea ma non avrei mai pensato che ne facessero merce di scambio e di consenso politico". Critiche severe... "Ne racconto un’altra, per dire quanto questa amministrazione si dica sensibile ai problemi della globalizzazione: nel 1988 ho fatto piantare dal Wwf una quercia a fianco della statua del Mamiani in memoria di Chico Mendez, sindacalista morto per difendere la foresta amazzonica. E ho fatto affiggere una targa. E’ sparita. Forse quando è stata ristrutturata la statua. Probabilmente non interessa a nessuno. Ma torniamo ai problemi della città: guardate l’Aspes, occorrono grandissimi esperti per capire l’utilità di quelle scatole cinesi. Non si è pensato ad una città nella sua dimensione ideale. Non bastano interventi per singole emergenze, servono progetti complessivi". Non salva nulla... "Basta osservare cosa sta accadendo in provincia e nei Comuni. Esiste una regia politica. Sulle risorse, dall’acqua alle cave, fino ai rifiuti si è cercato di dare una risposta pubblico-privata di difficile comprensione e gestione. Pensate alla caccia. La Provincia non ha lesinato: esistono più cacciatori, più territorio disponibile e di conseguenza più danni. A parole tutti vogliono proteggere l’ambiente, ma nessuno lo fa concretamente. Nessuna risposta è stata data sulla caccia e sulla forestazione. Il territorio mi sembra sempre più utilizzato come merce di scambio e la politica sempre più attenta all’aspetto economico, affaristico e di poltrone. Una regia molto abile e astuta, che seppur non riesce a terminare neppure le piccole cose veramente utili, ha peso e riceve consenso dalle grande masse. Questo centrosinistra ha accontentato costruttori e cavatori. E non riesce più a trovare una strada più equilibrata. Per questo occorre ripensare ad un progetto complessivo per le grandi città con forze laico-moderate. Senza fare demagogia politica". Vuol dire che tornerà nella politica attiva in vista delle prossime amministrative? "Sono rientrato nel Pri da circa sei mesi. Senza ruoli, solo per riorganizzare il partito a livello cittadino. Senza alcun obiettivo personale. Unico scopo è quello di riportare un minimo di voce di fronte a questa regia politica. Spesso il silenzio non vuol dire assenso ma rassegnazione. I cittadini si stanno organizzando in Comitati perchè non hanno più fiducia nelle istituzioni. E sono anche sfiduciati dall’opposizione". Sta parlando del centrodestra locale? "Anche in questa opposizione mi sembra ci sia più attenzione alle posizioni, alle poltrone che ai contenuti. E’ avvilente. Alternanza significa avere due progetti alternativi, non due progetti simili perchè copiati ma presentati con nomi e colori diversi". Ma il suo Pri in che collocazione si ritrova... "La nostra collocazione è al centro guardando a destra, a forze laico moderate. Ripeto le parole di La Malfa: "Siamo costretti a sopravvivere in questo momento storico e cercare spazio altrove per ritrovare la nostra identità, perchè qualcuno ce l’ha tolta"". Da ex ambientalista ha dunque rotto definitivamente con il centrosinistra... "Credo che la mia situazione non sia molto diversa da quella di tanti altri. Non sono io che ho rotto con la sinistra, ma è la sinistra che ha lasciato me, che ha calpestato quei valori per cui mi sono battuto da sempre. E poi non sono un ex ambientalista, sono sempre iscritto al Wwf e la mia mentalità è ancora ambientalista, solo che non mi riconosco più in questi Verdi. Stanno facendo scelte sbagliate. Non basta un convegno sul Furlo per dire: siamo ambientalisti". |