Da noi la ricerca si fa tramite i tribunali

Negli ultimi giorni il Tribunale di Catania è stato al centro di due vicende processuali ben distinte, ma entrambe legate da un filo comune: il diritto alla salute e la libertà della ricerca scientifica.

Il primo caso risale a circa una settimana fa e riguarda le accuse di diffamazione rivolte dalle associazioni dei medici omeopatici al noto conduttore televisivo Piero Angela per un suo servizio sulle terapie alternative. Il magistrato catanese, oltre a definire ipso jure l'omeopatia come una "medicina delle emozioni", ha assolto il giornalista poiché egli aveva semplicemente fotografato "una realtà perfettamente rispondente al vero". Ma, al di là della legittimazione di un Tribunale nel decidere sulla validità o meno di una teoria scientifica, quello che sorprende è l'atteggiamento ostile, assunto da Angela e dai numerosi scienziati che lo sostengono nelle sue "crociate", verso qualsiasi teoria scientifica che non possa essere dimostrata con i metodi sperimentali della scienza tradizionale (cosa che, nel caso dell'omeopatia, non appare possibile proprio per l'essenza stessa di questa metodologia clinica, basata su principi clinici totalmente differenti).

In altre parole, si diffonde una visione ideologica della scienza che non sembra nemmeno degnarsi di confutare i risultati delle ricerche meno ortodosse, poiché non rispondenti ai suoi schermi di comprensione della realtà e quindi in quanto tali inaccettabili a priori. Visione ideologica che ritroviamo anche alla base del secondo caso finito di fronte allo stesso Tribunale, relativo alla contestata legge sulla procreazione medicalmente assistita. Il giudice catanese ha negato la possibilità di eseguire la diagnosi pre-impianto su alcuni embrioni appartenenti a una donna a forte rischio di talassemia, applicando rigorosamente una delle disposizioni più controverse e francamente più aberranti della legge. Il giudice ha inoltre bollato come "eugenetica" la volontà della coppia di avere un bimbo sano eseguendo lo stesso controllo di routine che viene permesso nei casi di fecondazione naturale, non concedendo ai due aspiranti genitori nemmeno la possibilità di ricorrere contro la legge presso la Corte Costituzionale.

Anche qui sulle possibilità offerte della scienza ha prevalso un'impostazione sostanzialmente conservatrice, il cui scopo principale sembra essere quello di difendere la condizione attuale dell'uomo piuttosto che usare i risultati della ricerca per migliorarla. Spaventa questa improvvisa "consonanza" tra alcuni importanti esponenti del mondo accademico italiano e ambienti legati all'ideologia cattolica (e non solo…), poiché essa era tipica di momenti storici poco felici per la scienza e per il mondo in generale.

Tanto che alla fine ci viene il dubbio che gli esponenti di questa nuova cordata oscurantista, incapaci di confutare o eliminare i risultati delle ultime scoperte, abbiano pensato di utilizzare uno strumento esterno alla scienza: l'intervento politico-giudiziario. Se sarà questo il nuovo terreno sul quale si combatterà la battaglia per il libero pensiero, allora le forze laiche e realmente progressiste del Paese dovranno attrezzarsi. E in fretta.

Riccardo Masini, Fgr Roma