Verso il 12 giugno: ecco quali sono i quesiti referendari che troveremo nelle schede/Il raggiungimento del quorum rappresenta la vittoria della coscienza contro i pressanti inviti all'astensionismo Una Chiesa dogmatica che ha paura della nostra libertà La metà più uno degli aventi diritto al voto è ciò che serve perché il referendum non fallisca e possa così affermarsi la coscienza degli italiani e non i pressanti inviti all'astensione della Chiesa, che si sta sostituendo alla politica certo per l'opportunismo e lo scarso coraggio di tanti politici, ma anche per la sua innata vocazione a far prevalere la propria visione della vita, che scavalca le regole del confronto democratico. Dibattito inquinato Non c'è dubbio che a inquinare il doveroso dibattito sulle tesi in campo ci sia la contrapposizione alla cultura di sinistra sentita come avversaria, certo non da oggi: mi è capitato di leggere in un vecchio manifesto della curia di Piacenza gli anatemi e le scomuniche del Sant'Uffizio, che considerava peccato grave votare il Partito comunista (e chi faceva causa comune con esso), leggere e propagare la stampa comunista e ammettere la dottrina marxista. La chiamata all'astensionismo, allora, ha i caratteri di una crociata contro gli "infedeli", in difesa di una legge che non ha nulla di laico, a partire dall'assunto fondamentale che il concepito è già persona, tutta tesa com'è a difendere i diritti dell'embrione più ancora di quelli di chi è in vita. Ma il concetto di persona non è scientifico, bensì teologico: l'intervento di Dio creatore sacralizza la vita già dal suo formarsi. E' proprio sul concetto di creazione che si basa tutto l'impianto concettuale della legge 40, concetto che tra l'altro rifiuta volutamente il confronto con la teoria dell'evoluzione, tanto che i nostri politici più zelanti qualche mese fa volevano eliminare Darwin dai testi scolastici. E non si pensi che siano di poco conto le conseguenze anche giuridiche che potranno derivarne: se il referendum fallirà, aspettiamoci altri assalti ai diritti civili acquisiti con le battaglie degli anni ‘70 e ‘80. Lo stato moderno, che ha impiegato qualche secolo a garantire i diritti dei cittadini, tra cui quello alla salute, ha la giurisdizione anche sui loro corpi, mentre, nel contempo, i cittadini hanno acquisito più diritti nel campo delle decisioni e delle scelte relative. Eppure, la Chiesa ritiene che siano tutte questioni di pertinenza della morale naturale, rispecchiata nella sua dottrina, e presenta all'obbedienza dei fedeli non certo argomentazioni inconfutabili, bensì contenuti filosofici e teologici contingenti. Pregiudizi antiscientifici I vari no della Chiesa, ieri e oggi, non fanno altro che alimentare i pregiudizi antiscientifici e la fuga dalla responsabilità morale da parte dei singoli e della società. Scienza e religione sono linguaggi del tutto diversi: la teologia non c'entra nulla con la medicina e il suo dovere di curare le malattie; ed è anche leggermente ipocrita chiudere gli occhi sul fatto che la ricerca si farà comunque, magari sulle cellule staminali prodotte da altri, e che saremo costretti ad acquistare farmaci studiati altrove, senza poter influire sulle regole che ne determinano efficacia e sicurezza, col solo risultato che qualcuno avrà vinto, sì, una guerra di religione, ma avrà anche condannato il nostro Paese all'emarginazione scientifica. I vari quesiti Quali sono, dunque, i quesiti referendari? Nella scheda azzurra si chiede di cancellare parti degli articoli 12,13 e 14 che vietano la ricerca clinica sugli embrioni, il loro congelamento e la clonazione a fini terapeutici. In 32 Paesi è permessa la ricerca sulle cellule staminali embrionali e lì non si paventano scenari apocalittici di eugenetica o di clonazione umana come da noi. La clonazione di cui si tratta è, invece, quella terapeutica, cioè una possibile via di cura per malattie gravissime, consentita in altri paesi civili. Uno stato laico non deve vietare nessuna delle strade possibili della ricerca per raggiungere il risultato al più presto. Perché vietare persino la ricerca sugli embrioni congelati giacenti nei laboratori e preferire buttarli? Quanto alla diagnosi pre-impianto, che è vietata, essa non ha nulla a che vedere con l'eugenetica, perché non è utilizzata per migliorare la razza, ma per selezionare embrioni non affetti da malattie genetiche. Questa tecnica consentirebbe di evitare il successivo aborto, che la legge prevede in caso di feto malformato o malato. Nella scheda arancione si chiede di abrogare l'obbligo di creare in provetta solo 3 embrioni e l'obbligo di trasferirli nell'utero materno in caso di ripensamento. Occorre considerare che, di tre embrioni, uno solo può vivere o nessuno: dunque se ne condannano a morte sicura 2 o 3. E' chiaro che la morale del cardinal Ruini ostacola la procreazione di nuove vite e sacrifica comunque embrioni. E questa è una contraddizione. Inoltre, vietando di congelare gli embrioni eccedenti, costringe la donna, in caso di insuccesso, a ripetere l'intero trattamento, dannoso per la sua salute. L'obbligo per la donna di farsi impiantare gli embrioni si configura come un trattamento sanitario coatto, che contrasta con la legge. Fondamentalismo ed estremismo Nella scheda grigia si chiede l'abrogazione totale dell'articolo 1, per affermare che i diritti delle persone già nate non possono essere considerati equivalenti a quelli dell'embrione. L'equiparazione dell'ovulo fecondato alla persona, e quindi titolare di diritti, non è condivisa da nessun'altra religione e nemmeno dalle chiese protestanti, tranne quelle fondamentaliste ed estremiste, né da molti cattolici. Per non dire, poi, che è in contrasto con molti principi affermati dal nostro ordinamento: - Secondo l'art. 1 del Codice Civile la titolarità di diritti e obblighi si acquista solo con la nascita. - La vita umana si considera finita con la morte cerebrale; ma l'embrione non ha ancora traccia di sistema nervoso centrale. - La legge 194 consente l'aborto fino al 3° mese: il feto ha meno diritti dell'ovulo fecondato? - La legge consente l'uso della spirale e della pillola del giorno dopo, che provocano l'espulsione dell'ovulo già fecondato. Se passa la norma che l'ovulo fecondato è titolare di diritti, questa forma di contraccezione rischia di essere cancellata. Nella scheda rosa si chiede di abrogare il divieto di fecondazione eterologa, cioè con donatore esterno alla coppia, e le sanzioni previste. Perché vietare il diritto alla genitorialità alle coppie affette da malattie genetiche o ereditarie, che solo in questo modo possono avere un figlio sano? Qualcuno, come l'onorevole Martino , ha obiettato che di questo passo bisogna vietare pure l'adulterio, perché anche il figlio eventualmente concepito sarebbe frutto di fecondazione eterologa. Al di là delle battute, capiamo che la questione è delicata, ma sappiamo anche che non la si può risolvere con il proibizionismo. Per concludere, l'indicazione che il PRI dà è quella di votare 4 sì, non per una presa di posizione ideologica, ma alla luce delle informazioni scientifiche e giuridiche acquisite sulle tematiche specifiche e sulle posizioni di scienziati di tutto rispetto, come 78 premi Nobel, oltre a 1700 scienziati che hanno firmato l'appello dell'associazione Luca Coscioni, all'Organizzazione Mondiale della Sanità, all'Accademia dei Lincei, all'ESHRE (Società europea di riproduzione umana e embriologia) che raggruppa migliaia di specialisti europei di fecondazione assistita, e che ha dichiarato ufficialmente che la legge 40 non tiene conto dei dati scientifici e si rivelerà disastrosa per le coppie infertili. M. Concetta Schitinelli consigliere nazionale Pri |