Regione Calabria: il rapporto dei sindacati con la giunta Loiero/Analisi delle vicende legate all'utilizzazione personale e agli effetti dello spoil system Concertazione: un'armonia già entrata in crisi Il "Quotidiano" sta dedicando un'attenzione particolare al tema dei rapporti tra i sindacati e la nuova Giunta. L'articolo di Adriano Mollo, nel numero di domenica, consente ad un partito di frontiera, qual è il Pri, di valutare tutte le potenzialità ma anche i limiti e le contraddizioni di tale linea. Dal quadro descritto si deduce che l'armonia tra i sindacati confederali e la giunta Loiero, annunciata come la base con cui programmare e costruire un nuovo modello di amministrazione regionale è già entrata in crisi, e che la rottura si è estesa ai rapporti interni tra gli stessi sindacati. Il motivo apparente è da ricercare nell'incontro che il presidente e il vicepresidente e l'assessore al personale hanno avuto con i rappresentanti della Cisl per valutare le vicende legate al personale e agli effetti dello "spoil system", sui quali lo stesso sindacato aveva avanzato forti riserve. L'iniziativa della giunta e il mancato invito alle altre formazioni sindacali hanno intaccato il mito dell'unità sindacale, per cui i segretari della Cgil e della Uil hanno espresso "sconcerto e stupore", sottolineando che quell'incontro non poteva essere considerato una tappa del previsto processo di concertazione. La Cisl ha replicato evidenziando "l'assordante silenzio" delle altre componenti sindacali sui temi del personale, ed ha ribadito di aver espresso su quei temi le richieste di tutela dei diritti dei lavoratori, di fronte ad alcuni provvedimenti sul personale deliberati dalla Giunta e dal Consiglio. L'episodio dimostra la fondatezza di molte delle riserve avanzate dal Pri, un partito che vuole svolgere un ruolo di opposizione chiara ma non pregiudiziale, sulla tenuta di un rapporto equilibrato tra l'esecutivo regionale e le forze sindacali, delineato nella "premessa" con cui il neo presidente Loiero aveva presentato le 56 cartelle del suo programma in Consiglio regionale. In quella nota Loiero, sottolineava con forza - noi siamo d'accordo- " il disperato bisogno di ordinarietà della regione", volendo, così, evidenziare l'impellente necessità di avviare un processo di riorganizzazione amministrativa e funzionale dello stesso ente, nel quadro di una nuova fase di sviluppo della Calabria. Per la realizzazione di questo progetto il rapporto con le forze sindacali e la concertazione diventano momenti insostituibili, per cui il presidente aveva scelto d' incontrarli, assieme alla giunta, all'inizio dell'attività. Il significato simbolico di quell'incontro, per quanto importante, non poteva comunque far superare in un solo colpo tutte le ambiguità del complesso rapporto che i sindacati calabresi hanno instaurato da tempo con le forze politiche e gli organismi di governo e di rappresentanza che fanno riferimento alla Regione. A quei rapporti risalgono non soltanto i guasti dell'ultima gestione (disastrosa) ma anche le contraddizioni e i ritardi che si sono accumulati nei primi trentacinque anni dell'esperienza regionale. Nella regione Calabria, infatti, sono state sperimentate tutte le formule politiche possibili e gli stessi partiti "storici" hanno contribuito, specie nella fase dell'impianto dell'ente, all'instaurarsi di una discrezionalità politica che, limitando il merito e le competenze, ha finito per produrre molti degli attuali guasti. I partiti hanno pagato queste colpe con un calo di credibilità nell'opinione pubblica, da cui ha preso l'avvio quella fase di tran-sizione del sistema politico non ancora pienamente superata. Dopo l'approvazione del sistema elettorale maggioritario (95) sia le nuove forze di maggioranza che quelle di opposizione (centrosinistra) hanno avuto, in periodi diversi, analoghe responsabilità alla guida della Regione e tutte hanno contribuito,con responsabilità diverse, a rendere "straordinario" e precario il sistema amministrativo regionale. Le forze sindacali e le organizzazioni di categoria, dopo aver influito per anni su promozioni, contratti , concorsi interni e graduatorie pretendono ora di partecipare direttamente, come se nulla fosse successo, all'azione di risanamento di quelle situazioni negative che hanno contribuito pesantemente non solo a creare ma a consolidare e perpetuare.E' necessaria, pertanto, come ha detto Loiero, non una semplice "spolverata d'abito" ma una forte discontinuità con il passato, senza la quale nessun progetto politico di rinnovamento è realizzabile. La domanda che il Pri si pone è se una maggioranza composita, che fa del raccordo con i sindacati, la base preliminare della sua iniziativa avrà la forza di rompere le posizioni di rendita e le nicchie che in anni di attività, basata molto sulla discrezionalità politica e poco sul merito, si sono create e consolidate alla regione e negli enti locali e sub regionali. L'iniziativa della Cisl e le polemiche che ne sono derivate troveranno sicuramente una composizione, ma credo che le forze sociali non saranno capaci di superare le logiche corporative che sono alla base dell'attuale degrado e lo stesso presidente e la maggioranza finiranno per subirne i condizionamenti e le forzature. Pino Vita segretario regionale Pri Calabria, |