Intervista a Del Pennino/Il senatore del Pri aderisce al progetto di una federazione di laici Proporsi all'elettorato come punto di riferimento Il quotidiano "L'Opinione" ha intervistato il senatore del Pri Antonio Del Pennino sul progetto di una federazione di forze liberaldemocratiche e socialiste. Le risposte del senatore sono state pubblicate sul numero de "L'Opinione" del 26 giugno scorso. Un intervento che si inserisce nel dibattito che è stato aperto dal segretario nazionale Francesco Nucara. Ad apporre un altro mattone alle fondamenta della costruenda Casa Laica provvede volentieri il senatore repubblicano Antonio Del Pennino. Adesso che Vittorio Sgarbi - roboante ciclone di inizio estate - è svanito dall'orizzonte repubblicano e che lo stesso neonato Partito della Bellezza è stato prematuramente soffocato in culla dall'elettorato, lo storico esponente dell'Edera riafferma con la consueta pacatezza le ragioni del progetto che da tempo caldeggia: la riunificazione della frammentata famiglia laica in un unico soggetto politico. "La ripresa del dialogo tra le forze dell'area laico-riformatrice – promossa con decisione dal vostro giornale dopo il voto europeo – è senz'altro apprezzabile", commenta soddisfatto. "Questa volta ci troviamo all'indomani di una prova elettorale e mi auguro che l'avere di fronte a noi un periodo di più vasto respiro, non intralciato da scadenze contingenti, ci consenta di superare finalmente i legittimi particolarismi che ogni volta rischiano di intralciare il cammino verso l'unità delle forze liberaldemocratiche e socialiste riformiste. Ho letto l'intervista rilasciatavi dal segretario Francesco Nucara e condivido pienamente le sue affermazioni: dobbiamo iniziare a lavorare per una federazione laica che costituisca il punto di partenza nel processo di costruzione di una forza politica in grado di riunire repubblicani, liberali, socialisti e radicali". Di solito si parla di federazione tra soggetti diversi proprio per evitare che questi siano costretti a cedere quote anche minime della loro autonomia… Ha ragione, ma non c'è dubbio che proporre adesso qualcosa di più significherebbe vedersi bocciata tutta quanta l'ipotesi di lavoro. E' un rischio che non possiamo permetterci. I risultati elettorali confermano infatti quanto sia indispensabile il ruolo che i cosiddetti laici possono esercitare nell'improvvisato bipolarismo all'italiana: guardiamoci intorno. Si è appannata l'originaria spinta liberale della Casa della Libertà e ad accorgersene sono stati molti elettori del Nord che non a caso ieri si sono rifugiati nell'astensione. Sul versante opposto, è invece evidentemente fallito il tentativo di caratterizzare in senso riformista lo schieramento di centrosinistra. Il peso di Rifondazione comunista e dei gruppi minori collocati a sinistra del Triciclo – che hanno già negativamente influenzato le scelte di politica estera della Lista Prodi – sono destinate a incidere sempre di più sulle scelte politiche di quello schieramento, allontanandolo così dalla prospettiva di divenire un moderno partito socialdemocratico. E quindi? E quindi penso che sia importante proporsi come punto di riferimento comune per quanti, guardando con scetticismo all'attuale situazione politica, cercano qualcuno che con coerenza e credibilità sappia riproporre soluzioni liberiste in campo economico così come battaglie liberali in difesa della libertà della ricerca scientifica e per una corretta soluzione dai nodi istituzionali ancora irrisolti (mi riferisco all'ordinamento giudiziario e a un nuovo rapporto tra esecutivo e legislativo). Senza ovviamente dimenticare una ferma difesa della solidarietà euroatlantica in politica estera. Ma tutto questo è possibile solo a una condizione. Quale? Che i soggetti interessati e i loro leader abbandonino particolarismo, impuntature e orgogli che sempre più appaiono solo sterili rivendicazioni di un passato glorioso. (intervista a cura di Vittorio Pezzuto) |