Intervista a Del Pennino/Procreazione: la Corte non potrà respingere cinque referendum Intorno a un tavolo contro quella legge medievale Radio Radicale ha intervistato il senatore repubblicano Antonio Del Pennino in merito alla nuova iniziativa referendaria sulla procreazione assistita. Ieri sulla "Voce" avevamo dato notizia di una riunione in cui varie forze si sono accordate su come procedere. L'intervista è stata realizzata per Radio Radicale da Cristiana Pugliese. Senatore Antonio Del Pennino, mercoledì mattina si è svolto un incontro sul referendum sulla procreazione medicalmente assistita tra radicali e alcuni esponenti di altre forze politiche come i Democratici di sinistra (in questa delegazione erano presenti l'onorevole Livia Zanotti e l'onorevole Barbara Pollastrini) e il Partito Repubblicano italiano. Lei si è battuto molto in Senato contro la legge che è stata approvata dal Parlamento a febbraio. Ci vuole spiegare che argomenti avete trattato nel corso dell'incontro? "Stamattina abbiamo, come si suol dire, fatto la quadra. Nel senso che abbiamo convenuto che si costituisca un comitato trasversale che veda insieme esponenti di Forza Italia, dei Democratici di sinistra, passando dai radicali ai repubblicani e al Nuovo Psi e lo Sdi, che ridepositerà, martedì prossimo, i tre quesiti parziali che erano stati oggetto del lavoro che avevamo svolto insieme con i radicali e con altri esponenti politici nei mesi passati. Verranno poi raccolte contestualmente le firme, sia su questi tre quesiti e sia sul quesito di abrogazione generale che è stato presentato dai radicali nei mesi scorsi, sia su un quinto quesito che le donne della Cgil, i rappresentanti dei Comunisti italiani e altri parlamentari della sinistra intendono proporre. Questo ultimo quesito si differenzia da quello che avevamo elaborato relativo alla salute della donna, solo perché prevede l'abrogazione integrale dell'articolo uno. Per ragioni di prudenza, tenendo conto di alcune sentenze della Corte, avevamo pensato ad una abrogazione solo parziale. Che aspetto può sottolineare di questo incontro? "Mi sembra che il dato importante, sia pure in presenza di tre comitati diversi, sia quello che vede una sinergia forte per la raccolta delle firme, che dovrebbe superare tutte le difficoltà che sinora abbiamo incontrato". Perché 3 referendum più 1 e 4 referendum più 1? "Il motivo è che c'è una valutazione da parte di alcuni, i quali ritengono che sia necessario ed anche opportuno, politicamente e tatticamente, non abrogare la legge integralmente ma eliminare, abrogare alcune parti di essa. E quindi, questi colleghi ed io stesso, ritengono che devono essere promossi questi referendum parziali. Mentre altri ritengono che sia migliore la strada dell'abrogazione totale della legge. Sono valutazioni differenti e tutte legittime. Quello che mi sembra importante è che questo non si sia tradotto, come era successo fino ad adesso, in una differenziazione di comportamenti. Noi abbiamo deciso, mercoledì mattina, di raccogliere le firme attraverso dei moduli, che sono collegati, chiedendo ai cittadini di firmare tutti i referendum. Il che significa che saremo più forti di fronte alle pronunce della Corte costituzionale, la quale non potrà respingere tutti e 5 i quesiti referendari". Durante la raccolta delle firme, ma anche nel periodo in cui la legge era all'attenzione delle Camere, l'informazione su questa legge è stata molto scarsa. Vista la situazione, come pensa che debba essere affrontato il problema nella fase in cui si sta per cominciare la nuova iniziativa referendaria? "Abbiamo pensato di vederci dopo aver depositato i quesiti, martedì prossimo, e di fare una riunione dei diversi comitati in modo da dare inizio ad una campagna mediatica che consenta ai cittadini di essere a conoscenza degli aspetti assurdi della legge che intendiamo abrogare. Per potere dare quindi un giudizio oggettivo e consentire la loro partecipazione all'iniziativa attraverso la firma dei quesiti referendari". |