Emergenza rifiuti, intervista a Matteoli/Nel nostro Mezzogiorno la situazione è in ritardo

E' indispensabile la costruzione dei termovalorizzatori

Emergenza rifiuti in Italia: le ultime vicende occorse nel Paese mostrano una situazione di disagio crescente. Anche se la protesta che ha paralizzato le linee ferroviarie sembra essersi riassorbita, i problemi di smaltimento permangono. Ne abbiamo parlato con il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli.

Emergenza rifiuti: Ministro cosa non funziona in Italia?

Per risolvere il problema dei rifiuti, che sta creando ripetute emergenze, l'Italia deve ridurre almeno del 50% i rifiuti che vengono portati nelle discariche e per riuscirci occorre incrementare il più possibile la raccolta differenziata, puntare sugli impianti di recupero e riciclaggio e costruire i termovalorizzatori. Io ho cercato in questi anni di favorire il più possibile questa strada, e al Centro - Nord i risultati già si vedono. Nel meridione, purtroppo, questo passaggio è più lento, evidentemente per un problema di organizzazione, ma anche di cattiva informazione.

Ministro, l'Italia, quindi, si spacca in due nel settore dei rifiuti: al Nord sembrano già essere una risorsa, al Sud rappresentano ancora un'emergenza. Da cosa si può partire per trovare una soluzione?

Il Mezzogiorno d'Italia deve, come prima cosa, mettere in campo sforzi per potenziare la raccolta differenziata. Al Nord, infatti, la media è intorno al 30%, al Centro al 14% al Sud al 5%. Evidentemente c'è stata, come accennavo, un'informazione diversa. Cercheremo di potenziare la raccolta appellandoci alle amministrazioni comunali e, dove è il caso, dando anche qualche contributo a comuni presi come campione.

E poi?

E poi realizzare al più presto i termovalorizzatori, una strada che considero insostituibile. Proprio in Campania, dove dovranno essere realizzati due termovalorizzatori per i quali c'è già stata la valutazione di impatto ambientale, sono stati individuati i siti e nell'arco di venti mesi potrebbero entrare in funzione. Questo è un problema non più rinviabile che il Governo intende affrontare coinvolgendo in modo collaborativo le imprese che li producono, in uno sforzo di minor produzione e di massimo recupero di materia di energia, cercando quindi anche la collaborazione degli enti territoriali competenti nei luoghi dove i rifiuti sono prodotti e dove dovrebbero essere gestiti. Solo così saranno superati gli egoismi, i localismi, le proteste. Sul fronte termovalorizzatori un'accelerazione potrebbe venire dall'approvazione della legge delega al Governo in materia di riordino della legislazione in materia ambientale. A breve, inoltre, il Governo approverà uno schema di decreto legislativo in materia di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti. Non mancano, comunque, i primi segnali positivi. I primi risultati si sono visti in Sicilia dove è stata approvata la costruzione di 4 termovalorizzatori, e in Puglia, dove il presidente Fitto ha dato il via all'iter per la realizzazione di impianti. Un sintomo, questo, di come il Sud stia voltando pagina.

Ma i termovalorizzatori, però, in molte zone, sono ancora considerati dalle popolazioni locali dei "mostri" inquinanti.

I termovalorizzatori che tanto spaventano le popolazioni locali sono inceneritori di ultima generazione, già sperimentati in molti Paesi europei ma anche in alcune città italiane del Nord, quindi del tutto sicuri.

Purtroppo, alla cattiva informazione si lega spesso la strumentalizzazione politica. Io ricevo diversi comitati di cittadini, ma devo constatare che solo raramente essi sono spontanei, mentre in molti, se non nella maggior parte dei casi, si notano pesanti infiltrazioni politiche. A ciò si aggiungono le strumentalizzazioni per mantenere lo status quo.

Ma comunque, sia chi agisce in buona fede, sia chi in cattiva, porta acqua al mulino delle organizzazioni criminali.

Proprio per questo ritengo che sia importante puntare sull'informazione e sulla comunicazione istituzionale. Ho potuto anche constatare che, laddove opportunamente informati, i cittadini reagiscono positivamente agli imput del Governo. E' normale comunque che insieme ad uno sforzo di comunicazione da parte nostra si muova una responsabilità istituzionale da parte degli enti locali.

Ministro, lei ha parlato delle organizzazioni criminali che ruotano intorno all'ambiente. I controlli sono efficaci?

Mi pare che in questi ultimi mesi i carabinieri del Noe abbiano dato una forte accelerata individuando tantissimi reati. Quindi abbiamo fatto bene a potenziare il corpo, visti i risultati ottenuti.

Voltiamo pagina, perché la tutela dell'ambiente è anche tutela del patrimonio naturalistico del Paese. Come sta cambiando l'approccio alle aree protette?

Superando l'ostracismo verso le aree protette, rendendole più fruibili, stiamo creando un vero e proprio sistema parchi. Un sistema che in Italia costituisce una vera e propria rete verde, unica nel panorama europeo. Un primato che ci è stato riconosciuto anche dall'Ocse. Con la rivoluzione che abbiamo attuato a livello culturale, le aree protette sono diventate anche un volano per l'economia: 30 milioni di visitatori l'anno e circa 100.000 occupati, ne stanno facendo il quarto polo di attrazione turistica nazionale dopo il mare, i monti e le città d'arte. Grazie a tutto ciò si è creato intorno alle aree protette un grande consenso che ci aiuta a lavorare meglio.

Se dovesse riassumere in poche righe la svolta portata avanti nelle politiche ambientali?

Abbiamo aperto i parchi, abbiamo cambiato il modo di fare la valutazione di impatto ambientale, seguendo i progetti passo passo per non tenerli fermi e per decidere in fretta, abbiamo fatto sentire la nostra voce nel periodo di presidenza Ue, soprattutto sulla questione del Protocollo di Kyoto, dicendo che senza la Russia il problema c'è. Insomma abbiamo dato una svolta di destra all'approccio con il territorio, e non perché l'ambiente sia di destra o di sinistra, ma per dare nuova linfa al settore e dimostrare che la salvaguardia dell'ambiente è cultura e volontà ma anche opportunità. Cultura però non necessariamente e non solo di sinistra, come si credeva una volta nell'immaginario collettivo.

(intervista a cura di l. p.)